LA CHIESA HA FORSE PAURA DEL MONDO CHE CAMBIA?
QUANTO DEBOLE E’ LA FEDE IN CHI NON SI PONE MAI DOMANDE
Suor Maria Ausilia non era riuscita a spiegarmelo. Anzi, nemmeno ci aveva provato. Alla mia domanda di bambina di otto anni molto curiosa e con una grande immaginazione, “Suora, e se dio non esiste?”, invece di replicare che esisteva talmente tanto, per lei, che aveva addirittura deciso di sposarselo, e magari farmi un discorso appassionato che non avrei dimenticato mai più, decise che ero blasfema e irriverente, e mi cacciò fuori dall’aula. Con tutto il banco, per tutto il giorno: alla gogna, nel corridoio, per espiare quell’imperdonabile peccato di curiosità e immaginazione
Infatti me lo ricordo ancora: nella sua idea di educazione, la curiosità blasfema avrebbe così dovuto accompagnarsi per sempre alla vergogna e all’esclusione, in modo che mai mi tornasse in mente di fare domande “non ammissibili”.
Suor Maria Ausilia non so più dove sia, né se sia ancora in questo mondo (nemmeno più esiste quella scuola dove passai cinque tra i peggiori anni della mia vita), ma sono certa che nemmeno oggi saprebbe spiegarmi esattamente perché il Ddl Zan è un pericolo tale, per l’insegnamento nelle scuole cattoliche, da dover mettere in moto un allarme diplomatico
Quello che leggo è la preoccupazione che il ddl Zan metta a rischio la “piena libertà di manifestazione del pensiero”, e la “piena libertà di svolgere la sua missione pastorale”. Leggo, e non capisco bene: mi sembrano le accuse che da mesi sono mosse al ddl Zan, e che non trovano alcun appiglio nella lettera del ddl, né nelle sue finalità.
Che non sono certo di indottrinamento o persecuzione della libertà d’espressione o opinione, foss’anche un’opinione stupida e demente come tutte quelle discriminatorie.
La Chiesa ha forse paura che qualcuno imponga nelle sue scuole “l’ideologia gender”? Che qualcuno rivendichi una sorta di arcobalenizzazione delle famiglie? Cara vecchia Chiesa, è come quando vedeva ovunque Belzebù, ovvero una cosa che non esiste.
O come quando, fino a ieri, ha provato in tutti i modi a bloccare ogni forma di emancipazione delle donne, o di trasformazione della famiglia: cercare di negare le cose che accadono, i cambiamenti, le metamorfosi epocali quando sono già una realtà ampia e consolidata. E allora invece di comprenderla e accoglierla, nel dubbio, meglio evitare, negare, eludere.
Cara suor Maria Ausilia, se oggi una bambina ti chiedesse “ma come si possono avere due mamme, o due papà?”, o se ti chiedesse “perché hanno picchiato quel ragazzo che aveva l’ombretto? Perché distruggono tutte le panchine dipinte d’arcobaleno?”, tu cosa faresti?
La cacceresti fuori col banco, a pentirsi e convincersi a non fare più domande? Sai quanto debole sembra, la tua fede, se ha paura delle domande, o anche di niente, di cose inventate come il gender-Belzebù o la famiglia arcobaleno che viene a togliere non si sa cosa alle altre famiglie (quando invece quello che vuole è esattamente la stessa cosa: essere una famiglia come tutte)?
Ciao suor Maria Ausilia, tu non puoi nemmeno immaginarlo quante cose mi hai insegnato, rifiutandoti di insegnarmi le cose.
(da Huffingtonpost)
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