LA CREDIBILITA’ DEL VACCINO ASTRAZENICA ORMAI E’ SERIAMENTE COMPROMESSA
DIFFICILE GESTIRE PEGGIO DI TUTTO QUANTO E’ RUOTATO FIN DALL’INIZIO SU QUESTO VACCINO
Fin dall’inizio dell’iter di approvazione, la confusione determinata dai continui ripensamenti sull’impiego è stata deviante.
Cambiando idea ogni tre giorni hanno reso noto prima che Astrazeneca era indicato per gli under 55; poi hanno esteso fino a 65 ma con dei paletti; infine è stato dichiarato un vaccino buono per tutta la popolazione.
Ad assistere a questo ballo di opinioni cangianti, un’opinione pubblica mai così informata come in questa fase della pandemia.
I regolatori e i decisori non hanno fatto i conti con una cosa elementare: le persone vivono uno stato ormai di disperazione, palese o latente, l’umanità sta subendo una prova durissima, ha paura del virus e delle sue conseguenze, sulla salute e sull’economia.
Da un anno viviamo in un terribile incubo, col pensiero della morte, della povertà . In un mondo che senza abbracci e senza feste, senza cinema e teatro, senza la folla al centro commerciale, non riconosciamo più.
Tutti abbiamo guardato e guardiamo ancora al vaccino come l’unico modo per venire fuori da questo incubo, e oggi tutti sappiamo la differenza tra i vaccini da adenovirus e quelli mRNA. Anche chi prima non si preoccupava di queste cose, tutti hanno seguito con attenzione ogni passo, dalla ricerca all’introduzione sul mercato, le trattative, quanto costano.
L’opinione pubblica classifica facilmente le cose secondo gli strumenti forniti da cinquant’anni da marketing e pubblicità , e le troppe parole che AIFA e il Ministero della Salute hanno profuso su Astrazeneca hanno fatto trarre l’immodificabile ormai idea che Astrazeneca sia un vaccino di serie B.
Chi oggi titola che il Piano Vaccinale rischia di saltare sbaglia due volte: primo, un piano vaccinale continua a non esserci, c’è una nuova spinta verso la vaccinazione di massa ma al momento non c’è una logistica soddisfacente in ogni regione; il Piano Vaccinale basato su Astrazeneca è saltato nei fatti.
Non c’è margine di recupero di credibilità , e questo è accaduto per le troppe parole al vento. Oggi tutti i giornali riportano le parole di AIFA e del ministro Speranza che due giorni fa rassicuravano su Astrazeneca e a distanza di meno di 24 ore hanno sospeso la somministrazione. Le giustificazioni sono legittime, chi conosce i meccanismi lo sa. Ma nell’opinione pubblica non cambierà l’idea di una centrale di comando in confusione.
Sul piano della comunicazione, le future rassicurazioni non saranno sufficienti a riabilitare il vaccino perchè nessuno crederà a chi nell’ultimo mese ha detto tutto e il suo contrario.
Chi non rinuncerà al vaccino Astrazeneca non lo farà perchè rassicurato ma perchè ha più paura del virus che dell’arma per sconfiggerlo.
Mette nel conto che qualcuno dei tanti milioni di vaccinati può subire qualche effetto collaterale ma il vaccino lo vuole, lo pretende.
C’è invece chi si rinchiude ancora più impaurito, terrorizzato prima dal virus e ora dalle reazioni sospette, dai supplementi di indagine, dalle inchieste, dalle autopsie, tutte parole che su persone rese fragili da un anno di libertà condizionato sono terribili.
Questo il risultato di un vero e proprio cortocircuito in cui scienza e politica sono entrati in conflitto, con la prima totalmente subalterna alla seconda.
Qui non discutiamo se giusto o meno, ma che la determina e la circolare su Astrazeneca, e prima sui monoclonali, siano stati infine firmate dal ministro Speranza in persona e non siano venute fuori dall’Agenzia Italiana del Farmaco, è un dato irreale per chi ha costruito l’indipendenza dell’Agenzia e un segno di grave difficoltà nei rapporti tra controllore e vigilato. Una risposta fragile nei tempi del forse definitivo, culla di ogni paura di assumere decisioni.
A questo punto il premier Draghi ha un compito in più, difficilissimo. Sostituire in gran parte le fiale di Astrazeneca con gli altri vaccini è un compito titanico, almeno sul breve periodo. È un’impresa titanica, ma possibile. A patto di avere idee chiare e persone capaci di portarle avanti con coraggio.
(da “Huffingtonpost”)
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