LA GARANZIA DELL’ORDINE PUBBLICO PER 6 ITALIANI SU 10 VALE LA SCELTA DEL VOTO
TRA LE DONNE IL SENSO DI PAURA SALE AL 70%… BASTA ALIMENTARE LA PAURA E SI RACCOLGONO VOTI
C’è una parola che, più di altre, torna ciclicamente al centro del dibattito pubblico, attraversa le campagne elettorali, plasma i discorsi politici e penetra nel linguaggio quotidiano: sicurezza. Un termine che non è più soltanto sinonimo di ordine pubblico o controllo del territorio, ma è diventato il termometro con cui gli italiani misurano la fiducia nel presente e la speranza nel futuro.
È il tema che rassicura e spaventa allo stesso tempo, che unisce e divide, che sembra offrire risposte semplici a problemi complessi. Sarà davvero così? O la sicurezza rischia di diventare, ancora una volta, una parola svuotata, consumata dall’uso politico e dalle promesse non mantenute? Secondo i più recenti sondaggi di Only Number, il 64.4% dei cittadini dichiara di sentirsi meno sicuro rispetto a tre anni fa, una percezione che tra le donne sfiora il 70.0%. Una paura diffusa, alimentata da
cronache che mescolano violenza urbana, incertezze economiche e vulnerabilità sociale. Ed è proprio su questo terreno che trova spazio la politica, spesso pronta a trasformare l’insicurezza in strumento di consenso.
Non stupisce, allora, che il 57.6% degli italiani consideri la sicurezza un elemento decisivo nella scelta di voto, con un’incidenza ancora più alta tra gli over 65 anni, la fascia di popolazione che più si reca alle urne e più teme di perdere protezioni e punti di riferimento. Tuttavia, la sicurezza non può essere ridotta a un tema di ordine pubblico o a una semplice retorica della paura. Spesso si confonde la sicurezza con la percezione di essa influenzata da esperienze personali, informazioni, degrado urbano, presenza di conflitti sociali.
È evidente che in questo caso si rimanda il tema alla cura degli spazi, alla presenza delle istituzioni sul territorio, al dialogo, alle comunità attive. La sicurezza non è soltanto assenza di reati: è la possibilità di vivere in un ambiente che non metta a rischio la salute, la stabilità economica e la qualità della vita. Esiste una sicurezza economica, che riguarda la solidità del lavoro, la capacità di arrivare a fine mese, la fiducia nelle istituzioni fiscali e previdenziali.
C’è poi una sicurezza sociale, fatta di reti di solidarietà e di comunità che non lasciano soli i più fragili. E c’è anche una sicurezza sanitaria, che la pandemia ci ha insegnato a non dare mai per scontata: l’accesso equo alle cure, la prevenzione, la tutela di sistemi sanitari pubblici in grado di proteggere tutti. Oggi la nostra vita quotidiana si intreccia con identità digital
che alimentano nuove preoccupazioni: frodi online, violazioni dei dati personali, cyberbullismo. Anche per questo un cittadino si sente davvero sicuro quando percepisce una pubblica amministrazione vicina, efficace e trasparente. Perché la fiducia nelle istituzioni, in tutte le sue forme, è a tutti gli effetti un elemento decisivo della sicurezza.
Quando la Premier Giorgia Meloni afferma che «la difesa è sempre legittima», intercetta un sentimento diffuso di vulnerabilità personale che attraversa diversi strati della società. Tuttavia, una visione integrata della sicurezza sposta l’attenzione dal “difendersi dai pericoli” al creare le condizioni affinché quei pericoli si riducano o non si manifestino affatto, permettendo al cittadino di vivere con fiducia, benessere e libertà.
La vera sfida di una democrazia matura non è armare la paura, bensì disinnescarla, trasformando la difesa individuale in una protezione collettiva. La sicurezza, quella autentica, non nasce dall’isolamento, ma dalla fiducia reciproca. E tutto questo non è un’utopia: è un progetto possibile, che molte comunità già dimostrano di poter costruire ogni giorno. Non è solo il diritto di sentirsi al sicuro nelle proprie case, ma anche quello di vivere in un Paese che non lascia indietro nessuno — economicamente, socialmente, “sanitariamente”. Se la sicurezza è il cuore delle nostre paure, deve anche diventare il motore delle nostre responsabilità e solo una politica capace di guardare alla sicurezza a tutto tondo potrà davvero restituire agli italiani non soltanto protezione, ma anche fiducia, perché Sicurezza è il vero parametro del nostro tempo
E allora la domanda resta aperta: saranno davvero in grado i partiti e i loro rappresentanti di comprenderne a fondo tutte le sfumature, tutte le leve, tutti i significati? O anche questa volta la sicurezza diventerà solo una parola consumata, svuotata, sfilacciata dal troppo uso e dal poco ascolto? Perché la sicurezza non si conquista gridando, ma costruendo. E se è vero che la paura divide, è altrettanto vero che la fiducia, quando diventa bene comune, può restituirci il senso profondo di saper vivere insieme.
Alessandra Ghisleri
(da lastampa.it)
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