LA META’ DEI SOSTENITORI IN SONNO DEL PDL AVREBBERO VOLUTO LE PRIMARIE
LA DESTRA DELUSA: SOLO UN EX ELETTORE SU CINQUE RITIENE CHE IL RITORNO DI BERLUSCONI FACCIA BENE AL PDL
Il “risveglio” del popolo di centro-sinistra ha cambiato, nell’arco di pochi giorni, il clima politico e lo scenario elettorale.
Gli equilibri in vista delle prossime politiche appaiono, oggi, largamente favorevoli alla coalizione guidata da Bersani, ma nel campo del centro-destra rimane un bacino potenziale di elettori “in sonno”.
Le primarie del centro-sinistra hanno galvanizzato e ri-attivato una parte consistente degli elettori delusi, che fino a poche settimane fa si rifugiavano nella zona grigia dell’astensione.
Diminuisce, in generale, il numero di persone che non dichiarano le proprie intenzioni di voto: oggi al 30%, contro il 46% di settembre.
Tra queste la quota più consistente è di elettori del Pdl.
L’ennesima ri-discesa in campo di Berlusconi e la scelta di mettere in discussione il sostegno al governo Monti rispondono a una doppia necessità : frenare l’ascesa del Pd, riportando il PdL (o una nuova “cosa di destra”) al centro della scena politica; tentare di mobilitare questa parte di elettorato incerto.
Essa si scontra, tuttavia, con una serie di difficoltà : anzitutto, con la presenza di divisioni che rivelano l’esistenza di (almeno) due diverse “destre”.
La divisione più evidente contrappone gli elettori che ancora destinano la propria preferenza al Pdl agli ex-elettori oggi reticenti o incerti.
Nella prima componente, il potenziale di attrazione esercitato da Berlusconi è ancora elevato: il 67% chiede esplicitamente il ritorno del Cavaliere, e una quota ancora più elevata sarebbe favorevole a trovare un “nuovo Berlusconi” (73%).
Quasi uno su due (44%), inoltre, lo preferisce come candidato premier, mentre il 36% sceglie Alfano.
Chi invece aveva votato Pdl nel 2008, e oggi si dice incerto, appare più “freddo” sull’ipotesi di ritorno al 1994 o al 2007, con una nuova discesa in campo o un nuovo predellino: solo il 20% considera positiva la candidatura dell’uomo di Arcore, un terzo chiede di rifondare Forza Italia. Soprattutto, oltre la metà indica le primarie come strategia privilegiata.
La frattura tra le due destre si manifesta anche nelle posizioni rispetto al governo Monti e sulle alleanze.
Tra gli elettori del Pdl, pochi giudicano positivamente l’esecutivo tecnico: il 26%, contro il 37% degli ex-elettori.
Le divisioni in materia di alleanze sono molto marcate: l’elettorato del Pdl è per metà favorevole a una coalizione con i partiti di centro (52%), mentre una quota analoga (53%) approverebbe un patto con la Lega.
Berlusconi sembra dunque intenzionato a ricompattare almeno una parte degli elettori di centro- destra, utilizzando la propria “riserva” di appeal personale, combinandola con l’evocazione di una nuova “minaccia comunista” e la critica alle politiche del governo Monti.
Questa strategia può produrre un parziale recupero del centro-destra e una ribipolarizzazione del quadro politico (con un ridimensionamento delle “terze” forze). Il progetto si scontra, tuttavia, con le domande di cambiamento presenti in ampi settori dell’elettorato di centro-destra, difficili da interpretare e gestire per chi ha caratterizzato un’intera “era” politica.
Roberto Biorcio e Fabio Bordignon
(da “il Corriere della Sera”)
Leave a Reply