LA NUOVA SEGRETERIA PD PRENDE FORMA: CAROFIGLIO ALLA COMUNICAZIONE, MARTINA ALL’ORGANIZZAZIONE
IL NUOVO CORSO: POCA SCENA E MOLTI RETROSCENA
Gianrico Carofiglio responsabile Comunicazione e Maurizio Martina all’Organizzazione. La nuova segreteria di Matteo Renzi prende forma. La prossima settimana l’annuncio ufficiale, da parte del segretario Pd che oggi è tornato a Roma per rifinire il lavoro iniziato martedì scorso, primo ritorno in città da Pontassieve dopo la pausa natalizia.
Nel pomeriggio, Renzi si è anche recato al Gemelli a far visita al premier Paolo Gentiloni in convalescenza dopo l’operazione di martedì sera.
Rientro in sordina e a tappe per il segretario Dem, che dovrebbe parlare in un’intervista nei prossimi giorni, ma conta di tornare a tutti gli effetti alla vita politica a fine mese: con la due-giorni degli amministratori locali del Pd a Rimini il 28 e 29 gennaio.
Cioè subito dopo la sentenza della Consulta sull’Italicum, il verdetto che darà una piega al dibattito politico confuso e sonnacchioso di questo inizio d’anno.
Stamane al Nazareno il segretario del Pd ha ricevuto il capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda, Gianni Cuperlo e altri parlamentari che non aveva incontrato martedì scorso, lo stesso Carofiglio e anche Martina.
Scrittore, ex senatore Dem nella scorsa legislatura, ex magistrato, barese, Carofiglio è il prescelto per la nuova Comunicazione di un Pd che Renzi conta di rilanciare dopo la sconfitta al referendum costituzionale.
Non a caso la scelta cade su un esponente del sud, non a caso su un pugliese che viene dalla magistratura: proprio come il governatore Michele Emiliano, capofila dell’antirenzismo nel Pd, già in corsa per la segreteria al congresso d’autunno.
Se i perchè della scelta di Carofiglio stanno più o meno in questi termini, l’Organizzazione affidata a Maurizio Martina si spiega con la massima fiducia che l’ex premier ripone nel ministro dell’Agricoltura.
Martina non è renziano della prima ora, viene dai Ds, rappresenta un pezzo della sinistra che ha scelto di stare con Renzi. Dunque è risorsa politica preziosa per Renzi. A lui andrebbe l’Organizzazione del partito, incarico pesante, che richiede un impegno full-time, difficilmente conciliabile con l’attività di ministro.
Infatti è per questo che Martina avrebbe espresso dei dubbi, ma Renzi insiste a volerlo in una squadra dove vorrebbe siano rappresentate tutte le aree del partito, a parte la minoranza del no.
E’ anche per questo che oggi ha avuto un colloquio esplorativo con Cuperlo, parlamentare di minoranza ma schierato con il sì al referendum. Infatti, a dispetto delle intenzioni iniziali, Renzi non escluderà tutti i parlamentari dalla nuova squadra. Al momento, la segreteria è composta da 15 membri, tutti parlamentari a parte Filippo Taddei, che sarebbe confermato all’Economia e Lavoro, lo stesso Renzi, Debora Serracchiani, che verrebbe confermata vicesegretario con Guerini, e Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e responsabile Enti locali.
Ecco, non verranno eliminati tutti i parlamentari, perchè tagliare il cordone tra Nazareno e parlamento potrebbe risultare controproducente quando arriverà il momento di staccare la spina a Gentiloni e tornare alle urne: entro giugno, insiste Renzi.
E allora sì ad alcuni parlamentari in squadra. Anche se alcuni degli attuali dovranno far spazio ai sindaci. Oltre a Ricci, Renzi vorrebbe nella nuova segreteria anche il primo cittadino di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà , il sindaco di Ercolano Ciro Bonajuto e altri.
Nella nuova strategia ancora abbozzata infatti è centrale il ruolo degli amministratori locali del Pd.
Per questo Renzi programma il ritorno ufficiale sulla scena politica, dopo le dimissioni da premier e la pausa natalizia, con una full immersion tra sindaci, presidenti di regioni e province, consiglieri di tutte le amministrazioni locali Pd il 28 e 29 gennaio al centro congressi di Rimini, subito dopo la pronuncia della Corte Costituzionale sui ricorsi contro l’Italicum fissata per il 24 gennaio.
Prima di questa data infatti, il dibattito politico sulla legge elettorale continuerà a girare a vuoto. La sentenza dell’Alta Corte invece fornirà il canovaccio necessario per avviare “la discussione senza melina”, questa l’aspettativa di Renzi.
Ecco perchè la due-giorni di fine mese è centrale nella nuova vita di Renzi segretario del Pd alle prese con la sfida più difficile: tornare in sella da premier.
“A Rimini parleremo del buon governo del Pd a livello locale: cosa che finora abbiamo fatto troppo poco”, ci spiega Matteo Ricci che sta organizzando l’evento, cui sono invitati anche parlamentari e ministri.
“Parleremo di welfare, sicurezza, gli investimenti che sono stati maggiori con lo sblocco del patto di stabilità , emergenza profughi, ambiente, urbanistica, riforme perchè vogliamo mantenere l’elezione di secondo livello per le province. Siccome si parla solo di cosa fa il governo nazionale o del mal-governo del M5s a livello locale, noi vogliamo cominciare a parlare del buon governo del Pd…”, continua Ricci che vorrebbe fare della due-giorni di Rimini un “appuntamento annuale”.
Una Leopolda degli amministratori? “Stiamo ragionando sul titolo: per ora la parte certa è ‘buon governo’”.
Renzi tenta di riorganizzare la macchina Dem per le prossime amministrative: in primavera oltre mille comuni sono interessati al voto. Ma nel frattempo la sfida elettorale potrebbe diventare anche nazionale. Tanto che nella nuova squadra del Nazareno entrerà Tommaso Nannicini, economista, fedelissimo dell’ex premier, sarà lui a occuparsi del programma del Pd per le elezioni.
Il segretario infatti è quasi ossessionato dal ritorno alle urne al più presto: così lo descrive chi lo ha incontrato al Nazareno. E tutte le energie saranno finalizzate a questo scopo, una volta che la Corte Costituzionale avrà parlato, lasciando sul campo un sistema proporzionale oppure mezzo-maggioritario. Sono le due ipotesi su cui si ragiona, alternative tra loro: la prima presuppone un lavoro parlamentare con Forza Italia e naturalmente Ncd, la seconda presenta vie parlamentari più ostiche e magari tempi più lunghi (leggi qui).
Piccoli passi e niente fanfare, niente conferenze stampa e tweet ridotti al minimo, incontri al chiuso del Nazareno e nessuna comunicazione esterna ufficiale.
E’ questo il Renzi del 2017, che viene a Roma anche per cercare casa dopo lo ‘sfratto’ da Palazzo Chigi.
Poca scena, molto retroscena: da un mese è così, a parte le foto col carrello della spesa su ‘Chi’ e quelle sugli sci in Alto Adige a Capodanno.
(da “Huffingtonpost”)
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