LA RICETTA DI BERLUSCONI PER L’ITALIA: ALTRA CENA ELEGANTE CON DIVERSE RAGAZZE DOMENICA SERA AD ARCORE
MENTRE L’ITALIA ATTRAVERSA UNA GRAVE CRISI ECONOMICA, POLITICA, FINANZIARIA E MORALE, IL PREMIER RIPRENDE LE SERATE AD ARCORE OSPITANDO UN GRUPPO DI RAGAZZE… MANCAVANO LELE MORA ED EMILIO FEDE CHE ORA HANNO ALTRE PREOCCUPAZIONI
Il lunedì nero che ha segnato l’inizio d’agosto, con la Borsa a picco e il record negativo dei titoli di Stato italiani, è stato preceduto da una notte di bunga-bunga.
Di nuovo. Nella residenza di Arcore.
Domenica 31 agosto Silvio Berlusconi ha convocato a Villa San Martino alcune giovani amiche per un’altra delle sue “cene eleganti”.
Arrivo dopo le 20, qualche cautela in più rispetto ai tempi d’oro, nessuna esibizione, ma le auto hanno comunque portato ad Arcore un piccolo gruppo di ragazze.
Cena, poi dopocena.
Uscita delle ospiti (non sappiamo se tutte) dopo le 2 di notte.
Ultima ad andar via, una Mini Cooper.
Certo, ci sono importanti differenze rispetto ai festini dell’estate 2010.
Non c’è più Lele Mora, che arrivava con le ragazze della sua scuderia: è rinchiuso dal 20 giugno nel carcere di Opera (suo vicino di cella, Olindo, quello vero, quello all’ergastolo per la strage di Erba).
Mora è accusato di bancarotta fraudolenta per aver fatto sparire, secondo la Procura di Milano, ben 8,4 milioni di euro dalla sua Lm Management, fallita l’11 giugno dell’anno scorso, malgrado i generosi aiuti arrivati dalle casse di Berlusconi.
Non è più invitato neppure l’ospite fisso dei festini di Arcore, Emilio Fede, unico maschio, secondo i racconti delle testimoni, presente alla seconda fase delle “cene eleganti”, quelle degli spogliarelli e degli spettacolini osè con le ragazze vestite da infermiere o da poliziotte.
Assieme all’amico-nemico Mora e alla giovane Nicole Minetti, Fede dovrà rispondere in tribunale, il 3 ottobre prossimo, dell’accusa di essere stato fornitore di giovani prostitute per il presidente del Consiglio: almeno una trentina, hanno calcolato i magistrati di Milano Ilda Boccassini, Pietro Forno e Antonio Sangermano, tra cui una minorenne, Karima El Mahroug, in arte Ruby Rubacuori.
Lo stesso Berlusconi è sotto processo per il bunga-bunga: rinviato a giudizio immediato per prostituzione minorile (i rapporti con Ruby che la Procura di Milano considera provati) e soprattutto per concussione, per aver fatto indebite pressioni sui funzionari della questura di Milano, allo scopo di far liberare Ruby fermata dai poliziotti per furto la sera del 27 maggio 2010.
È costato caro a Berlusconi, il bunga-bunga.
Non soltanto dal punto di vista economico (ci vuole una bella montagnola di soldi per mantenere la scuderia delle ragazze, i loro appartamenti all’Olgettina, le loro Mini e le loro Smart; e garantirsi per il futuro la loro fedeltà e magari anche il loro silenzio). L’ha pagata anche in termini d’immagine, con il bunga-bunga diventato l’evento italiano più citato nei telegiornali di tutto il mondo (Tg1 escluso).
E in termini di voti e di consenso, a giudicare dai sondaggi e dagli ultimi risultati elettorali usciti dalle urne nella primavera scorsa.
Eppure non sa trattenersi.
E così domenica sera ha di nuovo riunito una piccola compagnia, impegnata “a risollevare il morale del Presidente”.
Di nuovo nella sede ufficiale del bunga-bunga, la villa di Arcore, dove è allestita la piccola discoteca sotterranea “con il palo da lap dance” descritto dalle ragazze che l’hanno frequentata.
Dopo l’inchiesta giudiziaria e lo scandalo Ruby, i festini si erano dapprima interrotti, poi erano stati dirottati a Villa Gernetto, secondo quanto racconta al telefono (intercettato) Flavio Briatore all’amica Daniela Santanchè: “Non più lì, ma nell’altra villa: tutto come prima, non è cambiato un cazzo. Stessi attori, stesso film, proiettato in un cinema diverso. Come prima, più di prima. Stesso gruppo, qualche new entry, ma la base del film è uguale…”.
Così si sfogava Flavio. “È stato da me due ore, mi fa pena… Ha ragione Veronica, è malato”.
E Daniela: “Cosa possiamo fare? Ma allora qui crolla tutto…”.
Il crollo non è ancora arrivato.
Nell’attesa, per l’ultima notte di luglio “il film” è stato girato di nuovo ad Arcore. In tono minore, senza i vecchi amici di un tempo.
Un remake in tempi di difficoltà .
Intanto il Paese sta affrontando la sua crisi più dura.
Economica, con la produzione bloccata e l’occupazione giovanile più alta d’Europa. Finanziaria, con i mercati deboli e il sistema Italia sotto attacco.
Politica, con una crisi strisciante che dura da mesi.
Morale, con indagini giudiziarie che coinvolgono più d’un ministro, compreso quel Giulio Tremonti ormai diventato un’anatra zoppa che non riesce più ad essere il garante della stabilità italiana di fronte ai mercati internazionali.
La barca naviga in acque pericolose e sembra senza guida.
In questo clima, il Parlamento trova il tempo per occuparsi di “processo lungo”, una legge che serve a salvare Berlusconi dai processi milanesi.
E lui? Si consola di nuovo con il bunga-bunga.
Non riesce a trattenersi.
È più forte di lui.
Mentre la barca affonda…
Gianni Barbacetto
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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