LA “SMENTITA” È PEGGIO DEL BUCO: DOPO UNA GIORNATA DI NO COMMENT SUL CLAMOROSO VIDEO RILANCIATO DA TRUMP SULLA ROTTURA TRA ITALIA E UE SU DAZI E UCRAINA: UNA NOTA UFFICIOSA, FIRMATA “FONTI DI PALAZZO CHIGI”, IN CUI SI PRECISA CHE LE “TRATTATIVE SONO GUIDATE DALLA COMMISSIONE UE”, MA SI AMMETTE CHE C’È UN’INTERLOCUZIONE BILATERALE SULLE TARIFFE AI PRODUTTORI DI PASTA
DOMANI GIORGIA MELONI SARÀ IN PARLAMENTO PER LE COMUNICAZIONI IN VISTA DEL CONSIGLIO EUROPEO E LE OPPOSIZIONI SONO PRONTE A PRESENTARLE IL CONTO… PERCHÉ LA TRUMPETTA DI PALAZZO CHIGI NON ESCE ALLO SCOPERTO E DICE UNA VOLTA PER TUTTE COME STANNO LE COSE?
A che gioco sta giocando Giorgia Meloni? Sta davvero tramando con Donald Trump alle spalle di Kiev e dell’Europa? Vogliono vederci chiaro, le opposizioni. Sapere quanto c’è di vero nel video — postato da un’attivista Maga e subito rilanciato su Truth dall’inquilino della Casa Bianca — secondo cui la premier italiana avrebbe deciso di rompere con la Ue sui dazi per stringere un accordo bilaterale con il presidente degli Stati Uniti, a cui nel corso di un «incontro riservato» avrebbe anche annunciato il progressivo disimpegno dell’Italia sull’Ucraina.
Rivelazioni shock. Che hanno provocato la reazione indignata del centrosinistra e costretto sia il governo, sia la Commissione europea a una frettolosa precisazione
Per tutta la mattina Palazzo Chigi, in forte imbarazzo, tace. Accrescendo le preoccupazioni delle opposizioni. Che decidono perciò di uscire allo scoperto e di puntare il dito contro l’ambiguità di Meloni, accusata di anteporre agli interessi nazionali la sua fedeltà al tycoon.
Dal Pd a Italia viva, la richiesta a Meloni è una sola: «Non può far finta di nulla. Deve dire da che parte sta l’Italia e se è destinata a essere l’avamposto di Trump per rompere il fronte europeo e indebolire definitivamente l’Unione, che non è soltanto un sodalizio economico, ma anche e soprattutto un patto politico tra stati che condividono valori, diritti e libertà». Durissima Avs: «Fanno i patrioti e poi lavorano per spaccare la Ue, facendo un grandissimo favore al presidente Usa».
Solo a quel punto non meglio precisate fonti di Palazzo Chigi diffondono una nota di poche righe per smontare la polemica: «Le trattative commerciali — come noto — sono guidate dalla Commissione Ue, trattandosi di competenza esclusiva dell’Unione».
Ammettendo però qualcosa che sarebbe stato impossibile smentire: «Da tempo», prosegue il comunicato in cui Trump non è citato manco per sbaglio, «è stata avviata un’interlocuzione bilaterale, che affianca l’azione della Commissione, sul tema dei dazi anti-dumping prospettati dal Dipartimento del Commercio nei confronti di alcuni produttori italiani di pasta».
Un’evidenza nota a tutti: due settimane fa, proprio per difendere il prodotto made in Italy per eccellenza, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida è volato a Washington per discuterne con l’omologa statunitense Brooke Rolling.
Ma non finisce qui. Domani la premier sarà in Parlamento per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo su Ucraina e competitività. E il centrosinistra è pronto a presentarle il conto. A chiederle se è vero che trama con il suo amico Donald alle spalle di Kiev e dell’Europa.
(da agenzie)
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