L’ASSEMBLEA REGIONALE PD FINISCE CON L’ARRIVO DELL’AMBULANZA DEL 118
IN LAZIO RISSA E INSULTI: E UN RENZIANO FINISCE IN OSPEDALE
Finisce con un’ambulanza del 118 chiamata in fretta e furia, un uomo a terra con un «inizio di crisi epilettica» trasferito in codice giallo al Policlinico, le mezze risate di chi dice che si tratti di una «pantomima» e le urla di chi accusa che, a provocare il tutto, sia stato invece uno spintone. È questo l’epilogo dell’assemblea regionale del Pd Lazio, convocata per ratificare il risultato delle primarie dello scorso 16 febbraio.
A emergere, però, è la spaccatura di un partito che, nel Lazio, vede franceschiniani, lettiani e bersaniani in maggioranza e i renziani della prima ora in minoranza.
Frattura difficilmente sanabile, tanto più dopo le scene viste ieri.
Da una parte c’è il neo segretario, Fabio Melilli, ex presidente della Provincia di Rieti, vicino al ministro Dario Franceschini.
Dall’altra Lorenza Bonaccorsi, deputata, fedelissima del sindaco di Firenze, sconfitta alle primarie col 30%
Per prassi la presidenza dell’assemblea regionale dovrebbe spettare a lei.
Melilli, invece, la offre (sembra su input dell’ex senatore Goffredo Bettini) a Liliana Mannocchi, candidata di Marco Di Stefano, deputato lettiano.
I renziani si appigliano al regolamento (la Mannocchi dovrebbe presiedere un’assemblea di cui non fa nemmeno parte).
La tensione sale, si urla. In gioco non ci sono tanto le poltrone nel partito, quanto le candidature per le Europee
Quando Massimiliano Dolce, renziano, chiede la verifica del numero legale, viene fronteggiato da Paolo Toppi, membro del cda di Cotral (l’agenzia regionale dei trasporti) in quota Di Stefano.
C’è chi parla di una spinta, chi dice che Dolce sia caduto da solo.
Assemblea sospesa, arriva il 118 che si porta via Dolce e renziani e lettiani restano a litigare. «Che tristezza – commenta l’ex viceministro Stefano Fassina – il gruppo dirigente dovrebbe chiedere scusa agli elettori delle primarie».
Mauro Favale
(da “la Repubblica”)
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