IL CANDIDATO IMMAGINARIO
BERLUSCONI RILANCIA: VUOLE ESSERE CAPOLISTA IN OGNI CIRCOSCRIZIONE PER LE EUROPE… ALFANO: “QUELLO A FORZA ITALIA È UN VOTO INUTILE”
Silvio Berlusconi insiste e rilancia. Dopo l’annuncio di venerdì, ieri ha confermato: sarà candidato alle Europee. Di più: sarà capolista ovunque.
Alla faccia della condanna per frode fiscale, della legge Severino e del coro di disapprovazione alzato dagli altri partiti.
Ieri per il Cavaliere è stato l’ennesimo primo giorno di campagna elettorale.
I toni e il linguaggio sono quelli di sempre.
In collegamento telefonico con Lara Comi e il club Forza Silvio di Varese, Berlusconi non si contiene. Torna a minacciare la nascita di un “partito delle vittime della giustizia”, poi indica l’obiettivo: “Possiamo vincere alla grande”.
Non parla delle Europee, guarda ancora più avanti, verso le prossime Politiche.
E stabilisce senza esitazioni la data di scadenza del governo Renzi: “A giudizio di tutti, le elezioni saranno tra circa un anno. Avremo la possibilità di ottenere una chiara maggioranza in Parlamento in grado di sostenere un governo formato da tutti nostri ministri”.
La condizione, spiega, è scongiurare le frodi elettorali.
Dà i numeri: “Se riusciremo a non farci sottrarre 1 milione e 600 mila voti da parte degli esperti di brogli elettorali della sinistra e a recuperare 2 milioni e 400 mila delusi, Forza Italia vincerà da sola, senza alleati”.
Già , gli alleati. Nemmeno ieri si sono scambiati parole d’amore. Anche Angelino Alfano sente il profumo delle urne. A fine maggio, il Nuovo centro destra conta i suoi voti per la prima volta. Alle europee ognuno va per la sua strada.
Il partito del vecchio padre politico, in attesa di tempi migliori, è un avversario come e più degli altri.
Alfano ieri ha aperto le ostilità dal palco di una convention di Ncd a Torino: “Il vero voto inutile è quello a Forza Italia. Berlusconi dice tanto dei piccoli partiti. Ma il suo, che è più grande, non sa dove andare: non è nè carne nè pesce”.
Sull’argomento si è consumata una rapida polemica col consigliere politico di Berlusconi, Giovanni Toti, che ha rivendicato a sua volta la paternità del “voto utile”: “L’unico è quello che si dà a Forza Italia”.
Il portavoce degli azzurri, Daniele Capezzone, ha rincarato la dose con spavalderia: “Alfano? Inutile anche parlarne. Di lui si occuperà lo sbarramento”.
L’asticella è al 4 per cento. Se Ncd fallisse l’obiettivo, il progetto potrebbe soffocare. Fabrizio Cicchitto ha replicato al suo vecchio portavoce: “Usa lo sbarramento come un manganello, ma rimarrà con un pugno di mosche in mano”.
Poi la minaccia di divorzio definitivo: “Se continua così, Capezzone alle prossime politiche rischia di fare coalizione con se stesso. Se ci riesce”.
In serata Berlusconi ha chiuso i conti, ripetendo la solita filastrocca sull’inutilità dei piccoli partiti: “Agli elettori dei partitini va spiegato che frazionare il voto non è soltanto inutile, ma dannoso. Questi elettori devono essere contattati, convinti e determinati a votare per noi”. Se ce ne fosse stato bisogno, la conferma che Forza Italia e il Nuovo centrodestra pescano entrambe nello stesso stagno.
Il Cavaliere, in un modo o nell’altro, sta provando a riprendersi una posizione centrale nel palcoscenico politico.
In verità i suoi pensieri sarebbero concentrati su una data più imminente delle elezioni di fine maggio. La vera partita si gioca il 10 aprile, giorno in cui è fissata la prima udienza del Tribunale di Sorveglianza di Milano, che deve decidere sull’affidamento dell’ex premier ai servizi sociali.
La forzatura dell’annuncio della candidatura alle Europee è indirizzata prima ai giudici che agli elettori.
La violazione della legge e il ricorso alla Corte europea, per Berlusconi, sono ipotesi poco concrete: l’importante, in questo momento, è mettere pressione sui magistrati che hanno in mano il suo futuro.
In seconda battuta, la candidatura da capolista in tutte le circoscrizioni lo aiuterebbe a tenere unita Forza Italia e a rimandare antagonismi e rese dei conti in vista della sua successione (Raffaele Fitto e Paolo Romani, solo per fare due nomi, sono già pronti alla conta delle preferenze).
Ma qualsiasi scenario politico rimane subordinato alla decisione del Tribunale di Sorveglianza: Berlusconi ha bisogno dei servizi sociali e di un’ampia libertà di movimento.
Tommaso Rodano
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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