L’ATTACCO DI ELLY SCHLEIN ALLA CAMERA: “PANE PIU’ CARO DEL 28%, MA PER MELONI GLI ITALIANI POSSONO MANGIARE LE PASTARELLE”
LA FINTA LETTERINA DI NATALE AGLI ITALIANI
Un intervento dai toni natalizi, ma all’attacco, quello di Elly Schlein nell’Aula alla
Camera. «Visto che siamo in periodo, se gli italiani potessero scriverle una letterina di Natale, suonerebbe più o meno così: “Cara Presidente, secondo le segnalazioni arrivate a Cittadinanzattiva, le liste d’attesa sono di un anno per una Tac al torace; per una mammografia da fare entro 60 giorni ne servono 147; per una colonscopia si aspettano due anni; e persino per quelle urgenti, da fare in tre giorni, un italiano su quattro ne attende 105”». È l’intervento della segretaria dem dopo le comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo in programma giovedì e venerdì, a Bruxelles.
«A Natale niente luci sull’albero di Natale»
Un passaggio poi sul carovita, ma sempre in chiave dicembrina: «A Natale quindi niente luci sull’albero, perché abbiamo le bollette più care d’Europa e le imprese perdono competitività. Ma in tre anni non avete fatto nulla per non intaccare gli extraprofitti delle grandi società energetiche. Per questo Natale io, Presidente, non le chiedo tanto. Le chiedo di pronunciare parole che non le sento pronunciare mai: precarietà e lavoro povero».
«Il pane al +28%, ma che gli italiani mangino pastarelle giusto?»
«Il governo pare aver dimenticato le persone – continua la segretaria – mentre lei continua a fare cabaret anche in questa
Aula. Se va tutto bene, perché gli italiani che rinunciano a curarsi sono saliti a 6 milioni?». E ancora, sull’aumento delle tasse: «Con lo stesso stipendio in tasca, quando vai a fare la spesa non riesci a comprare le stesse cose. Il pane costa il 28% in più, ma che mangino le pastarelle, giusto?». Il riferimento è a un commento rilasciato dalla premier, al programma Domenica In, durante «Il pranzo della domenica», dalla tavola imbandita al Tempio di Venere, a settembre. In quell’occasione Meloni disse che «la domenica» quando era più piccola, «era il giorno in cui si compravano le pastarelle, compreso il diplomatico».
(da agenzie)
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