LE BUFALE DELLA MELONI SULLA FRANCIA E LA GUERRA IN LIBIA DEL 2011
PECCATO CHE LA MELONI VOTO’ A FAVORE DELL’INTERVENTO MILITARE ITALIANO, COME RISULTA DAI VERBALI DELLA SEDUTA CHE PUBBLICHIAMO: UN PO’ DI VERGOGNA, MAI?
«La Francia ha compromesso il rapporto di amicizia con l’Italia nel 2011 quando ha mosso guerra alla Libia per cancellare gli accordi di approvvigionamento energetico siglati tra Italia e Libia».
Non ha perso tempo Giorgia Meloni per commentare la decisione della Francia di richiamare a Parigi l’ambasciatore Christian Masset.
Per la Meloni la Francia si sarebbe dovuta aspettare una perdita di simpatia e di credibilità da parte degli italiani perchè nel 2011 ha deciso di attaccare la Libia per deporre Gheddafi e soprattutto danneggiare il nostro Paese.
Da diverso tempo infatti la leader di Fratelli d’Italia ci spiega che il problema dell’invasione (che tale non è) di migranti è tutta colpa della Francia e della guerra in Libia.
Di volta in volta questa guerra, combattuta anche dal nostro Paese, viene descritta come un conflitto generato dai molteplici interessi francesi.
Ieri erano gli accordi di approvvigionamento energetico stipulati tra Italia e Libia, due settimane fa era la difesa del Franco CFA — quello che secondo Di Battista ci riempie di immigrati — perchè la Francia aveva scoperto che il Colonnello voleva sostituire il Franco CFA con una moneta africana.
A parte che la storia non è come la racconta la Meloni a nessuno sfuggirà che Gheddafi non aveva la forza politica e soprattutto economica per creare una moneta pan-africana.
E soprattutto ai paesi africani che hanno adottato il Franco CFA conviene più avere una moneta agganciata all’euro che una creata da un dittatore.
Da anni Giorgia Meloni però ci racconta che quello che stiamo “subendo” dal punto di vista migratorio è colpa della Francia, che non se ne vuole assumere le responsabilità .
Ad esempio il 21 gennaio scorso la Meloni parlava di “attacco alla Libia del 2011 in chiave anti-italiana”.
Periodicamente Giorgia Meloni tira fuori la storia della Libia. Molto più di Di Battista, Di Maio o Salvini è FdI che alimenta l’odio nel confronto della Francia inventando questo nuovo nemico dei sovranisti nostrani.
Pur essendo così bene informata sulle vicende libiche e sulle trame internazionali ordite dai francesi ai nostri danni Giorgia Meloni dimostra di soffrire di vere e proprie amnesie, vuoti di memoria o processi di rimozione.
Il primo è storico: l’Italia nel 2011 scese in guerra a fianco della Francia, e lo fece in virtù «delle particolari condizioni geografiche, storiche, economiche e politiche che vedono un primario interesse del nostro Paese nel tutelare la stabilità dell’area mediterranea».
E anche se è indubbio che l’allora governo Berlusconi non era molto propenso ad avallare un intervento militare contro Gheddafi è altrettanto chiaro che quella decisione venne votata ed approvata dal Parlamento.
E a votare a favore, quel giorno di marzo del 2011 c’era anche la nostra sovranista pacifinta.
Vale la pena ricordare qui un passaggio del discorso di Fabrizio Cicchitto che spiegò tra i punti a favore di un intervento militare «consiste nel tutelare anche gli interessi economici dell’Italia. Se lo fa la Francia non capisco perchè non dobbiamo farlo noi».
Insomma la Francia è andata in Libia a bombardare per difendere i suoi interessi economici, come dice la Meloni, ma lo sapevamo tutti.
Il punto è che anche l’intervento italiano fu deciso in base alla difesa degli interessi economici nazionali.
L’unica differenza era che probabilmente i francesi alle elementari avevano studiato meglio la geografia, intuendo che avrebbero potuto salvaguardare i propri interessi senza farsi carico dell’arrivo dei migranti.
Sempre scavando sulle dichiarazioni della Meloni sulla Libia scopriamo poi che il suo pacifismo è solo di facciata.
Ci si chiederà se la Meloni è contraria ad ogni forma di intervento militare in Libia. Niente affatto.
Il 7 marzo 2016 annunciava che Fratelli d’Italia avrebbe votato a favore ad un eventuale intervento in Libia “attraverso l’utilizzo dei corpi speciali sotto la linea di comando dell’intelligence”.
(da “NextQuotidiano”)
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