L’INCREDIBILE TRASMISSIONE CONTRO L’EUROPA SU RAI DUE, UNA SGANGHERATA PROPAGANDA SOVRANISTA PAGATA DAI CONTRIBUENTI
INESATTEZZE, BALLE E DISINFORMAZIONE PER METTERE IN CATTIVA LUCE LA UE A VANTAGGIO DEI SOVRANISTI
Un servizio che in due minuti passa dal via libera dell’Unione Europea all’alimentazione a base di “insetti” e vino annacquato, all’abolizione dei campi rom.
In mezzo, tutte le tematiche collegate all’approvvigionamento dei vaccini, il riferimento a un «bavaglio al ddl Zan», l’esaltazione nemmeno troppo velata della Brexit.
Tutto questo è possibile ascoltarlo sul servizio pubblico, in onda su Raidue, nel corso della puntata della trasmissione di approfondimento Anni 20, condotta da Francesca Parisella.
Prendiamo in considerazione i dati. Certo, gli ascolti non procedono benissimo per questo spazio di approfondimento serale di Raidue. Ma la posizione destinata alla trasmissione Anni 20 nel palinsesto è comunque di pregio e prestigio. È necessario, dunque, quantomeno cura e approfondimento nel confezionare servizi che verrano proposti all’audience del giovedì sera di Raidue.
Non si può limitare a ripetere il vecchio mantra ce lo chiede l’Europa e accostarlo a elementi molto suggestionanti senza spiegarli con dovuto approfondimento.
In primo luogo c’è stata una sorta di battaglia contro le nuove norme in termini alimentari che coinvolgono l’Unione Europea.
La trasmissione ha messo sullo stesso piano, ad esempio, il via libera dell’UE al consumo delle larve delle tarme della farina, un coleottero il cui nome scientifico è Tenebrio molitor, presentata come una vera e propria zuppa di vermi vivi e vegeti (mentre la proposta approvata dalla commissione europea il 3 maggio scorso prevede il loro utilizzo soltanto nelle forme disidratate e intere, oppure come farina da usare come ingrediente di altri alimenti) con l’ipotesi – ancora tutta da confermare e da affrontare con gli opportuni distinguo – della proposta di un vino a basso contenuto alcolico
Quante inesattezze nel servizio di Raidue
Ma poi, passare dall’alimentazione ai vaccini – mettendo sempre al centro della critica la gestione dell’Unione europea – è un attimo. E allora, ecco che conviene attaccare la campagna vaccinale centralizzata, con le trattative condotte per conto della Commissione Europea (e non per singoli Paesi, quindi con una potenza di fuoco decisamente più alta rispetto a un possibile incrocio tra case farmaceutiche e Paesi singoli come l’Italia o, ad esempio, Grecia, Malta, Spagna, Belgio), mettendo sull’altro piano la gestione virtuosa del Regno Unito che si godrebbe così i benefici della Brexit.
Una vera e propria perla – nel servizio intitolato Il Contrappunto – arriva al momento di parlare del Recovery Fund.
Il cronista che lo ha realizzato afferma: «Con il recovery fund, poi, il pacchetto europeo prescrive non solo debiti, riforme e nuove tasse, ma ci chiede anche di munirci di bavaglio, raccomandano una sorta di Ddl Zan in scala continentale».
Non si capisce il riferimento e il confronto tra una misura economica e una che, invece, dovrebbe tutelare una comunità dalle discriminazioni a carattere sessuale, mentre è chiarissimo che – per chi ha mandato in onda il servizio – il disegno di legge debba essere considerato a prescindere una misura che limita la libertà di espressione.
Un concetto, insomma, degno della migliore propaganda della destra sovranista sul tema.
Finita qui? Nemmeno per idea. Il cerchio si chiude su un’Europa che invece sarebbe silente (e che direbbe chissenefrega, con tanto di animazione con il gesto dell’ombrello) sulla riforma della giustizia, sul codice degli appalti (strano, perché si tratta proprio di paletti indispensabili per andare avanti proprio con il tanto vituperato Recovery Fund) e sull’abolizione dei campi rom. Ché i rom, buttati in mischia alla fine di un servizio del genere, ci stanno bene sempre.
(da Giornalettismo)
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