M5S, E’ GIA GUERRA PER LA PREMIERSHIP TRA DI MAIO E FICO
CON FICO STANNO GLI ORTODOSSI, FEDELI ALLA ORIGINI DEL MOVIMENTO… CON IL “DEMOCRISTIANO” DI MAIO I PRAGMATICI CHE PUNTANO AL POTERE
L’ipotesi del voto anticipato ha riacceso le braci nel Movimento 5 Stelle, che tre anni dopo il suo ingresso in Parlamento all’urlo di “uno vale uno” ora si trova a fare i conti con divisioni interne esplose nei momenti cruciali della vita dei 5Stelle.
Se lo stesso Beppe Grillo, il giorno dopo la vittoria al referendum, ha chiamato i suoi per raccomandare di rimanere uniti un motivo c’è.
Così come è significativo il post apparso sul blog in cui chiarisce, per stoppare cordate e artitri di chi pensa che la squadra sarà imposta dai vertici, che sarà invece la Rete a scegliere il programma e il candidato premier.
Le modalità di voto tuttavia sono ancora in fase di studio.
Il clima rovente che si è creato dall’elezione a Roma di Virginia Raggi fino ad arrivare al caso delle firme false di Palermo non aiuta la corsa 5Stelle verso Palazzo Chigi.
È in queste circostanze, in particolare, che sono venute fuori almeno due correnti: “Non sono fazioni vere e proprie, cioè non c’è una maggioranza e una minoranza, ma sicuramente modi di pensare e di agire differenti”, spiega un deputato molto addentro alle vicende pentastellate.
Tradotto: da una parte c’è l’ala governativa-pragmatica guidata da Luigi Di Maio che punta dritto a Palazzo Chigi e che già sta tracciando la mappa delle poltrone; dall’altra c’è l’ala ortodossa capeggiata da Roberto Fico, fedele al regolamento pentastellato, duro e puro, refrattario a ogni tipo di tattica politica.
Non a caso Fico ha precisato: “Per me quel che conta è smetterla di parlare di singole persone, perchè non sono loro i temi e i programmi del Movimento”.
In sostanza tornare a parlare di “uno vale uno” e non solo di Luigi Di Maio candidato premier anche perchè, lo stesso Fico, non ha escluso una sua discesa in campo.
E la mobilitazione sui territori, in vista del voto della Rete, se ci sarà , è già iniziata.
Sotto accusa, ormai da tempo, c’è l’eccessivo protagonismo e le troppe apparizioni in tv di Di Maio e Di Battista a scapito degli altri parlamentari.
La spaccatura all’interno del Movimento è emersa in modo plastico durante la festa “Italia 5Stelle” a Palermo quando il Direttorio (formato da Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Roberto Fico, Carlo Sibilia e Carla Ruocco) nei fatti non esisteva più, anzi era esattamente spaccato in due parti.
Da un lato Di Maio e Di Battista e dall’altro Fico, Sibilia e Ruocco, questi ultimi tre hanno anche rimproverato al vicepresidente della Camera, durante una riunione fiume che si è tenuta i primi giorni di settembre, un comportamento scorretto nella gestione del caso Roma.
Ovvero l’aver tenuto nascosto al resto del Direttorio una mail in cui gli veniva comunicato che l’assessore Paola Muraro era iscritta nel registro degli indagati.
All’interno del Movimento sono anche i social a dire chi sta con chi.
Ad esempio, senza andare troppo lontano nel tempo, Fico aveva pubblicato su Facebook, nei giorni clou del caso Roma, una sorta di appello a non derogare ai principi base del Movimento.
“Il M5s nasce con uno scopo preciso, non accetta compromessi, non si accomoda per strada. Il M5S è una rivoluzione. E una rivoluzione deve andare fino in fondo, non può essere a metà , perchè le rivoluzioni a metà sono peggio dei partiti politici”.
Un appello che nel giro di poche ore ha ottenuto la “condivisione” di una serie di parlamentari definiti ‘ortodossi’.
Il post del presidente della Commissione di Vigilanza Rai è stato infatti condiviso, tra gli altri, dall’altro componente del direttorio Carla Ruocco, dai senatori Nicola Morra e Paola Taverna, dai deputati Roberta Lombardi e Mimmo Pisano.
Al fianco di Fico ci sono anche, tra gli altri, le senatrici Elisa Bulgarelli e Paola Taverna, e l’ex capogruppo alla Camera Federico D’Incà .
Qualcuno di loro però ha avuto da ridire sull’annuncio di Fico considerato troppo affrettato, dal momento che non si sa ancora quando si andrà a votare.
Comunque sia il leader pentastellato ha più volte provato a ricucire lo strappo e ad accorciare la distanza politica tra Fico e Di Maio, quest’ultimo il favorito come candidato premier e incoronato dallo stesso Grillo e dai vertici di Milano.
Vito Crimi oggi è uscito allo scoperto dicendo che punta su di lui come candidato premier.
Tanti i deputati attorno al leader in pectore da Riccardo Fraccaro ad Alfonso Bonafede passando per coloro che ricoprono incarichi all’interno dell’associazione Rousseau. In questo caos pentastellato c’è Alessandro Di Battista, l’unico considerato in grado di battere Di Maio se i due si dovessero confrontare sul blog a colpi di click.
In questi giorni i vertici, tra Genova e Milano, stanno studiando un metodo per evitare insidie e il trionfo delle correnti.
(da “La Stampa”)
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