M5S LACERATO E TENSIONE ALLE STELLE TRA DEPUTATI E SENATORI: “COSI’ SI VA DRITTI AL VOTO”
BLITZ DI CRIPPA, CAPOGRUPPO ALLA CAMERA, CHE CONVOCA PER OGGI LA RIUNIONE DEI DEPUTATI: LA PATTUGLIA DEI GOVERNISTI FA PESARE I SUOI NUMERI
Tutti contro tutti: i ministri contro i falchi, i deputati contro i senatori, Giuseppe Conte in mezzo agli spasmi di un partito che è una polveriera e dove all’improvviso si è capito l’effetto raggiunto: di questo passo non si va all’opposizione, ma direttamente al voto anticipato.
Un dramma per decine e decine di eletti che non torneranno mai più nei palazzi. «Il voto non lo temiamo. Se ci si arriverà, saremo pronti», rassicura invece Conte.
Ma ad aggiungere malumore c’è la distanza ravvicinata di Luigi Di Maio, uscito dai 5 Stelle e con dentro le sue sentinelle e pure qualche rimpianto addosso: con tutti i suoi parlamentari che lo hanno seguito in Insieme per il futuro oggi come oggi il ministro degli Esteri avrebbe potuto ribaltare gli equilibri del Movimento e allora sì davvero salvare il governo.
Lui, da fuori, martella: non parla più di M5S, lo chiama «il partito di Conte», passa di radio in tv, sparge fiele, «sta colpendo il governo per vendetta contro qualcuno».
E così in via di Campo Marzio il risveglio post-dimissioni di Mario Draghi è amaro, si fa vedere anche Olivia Palladino, la compagna di Conte.
Nelle riunioni fiume, informali ma anche ufficiali con il Consiglio nazionale, si alza spesso la voce. L’ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede è uno di quelli che si inalbera parlando ai compagni di partito, «se l’obiettivo di tutta questa operazione era uscire dal governo allora bisognava dirlo chiaramente, invece di fare tutte queste manfrine».
Raccontano su tutte le furie anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, quando sul tavolo delle possibilità viene messa anche quella di ritirare i membri del governo già lunedì, prima del discorso in aula del presidente del Consiglio.
Esponente di vecchia data del M5S, quasi curiale nei modi, stavolta è invece inferocito, «non esiste, se me lo chiederete risponderò di no». In mezzo a tutto questo Conte ondeggia, gli prende un coccolone quando scopre che Davide Crippa, il capogruppo alla Camera, convoca per oggi un’assemblea dei deputati. Così, in autonomia.
È il tentativo di far pesare il gruppo a Montecitorio, organizzare una falange governista da contrapporre ai senatori barricaderi e ai vicepresidenti che tifano per lo strappo.
«Non potete cascare dal pero, che l’inceneritore fosse la nostra linea rossa l’abbiamo detto a maggio, era tutto detto in chiaro», ha ricordato invece uno dei vice, Michele Gubitosa. Ma al di là delle colpe, ormai è tutto un fiume di sospetti e a volte rancori personali, «i vice — accusa un 5 Stelle di primo piano — la fanno facile, tanto sono sicuri di essere ricandidati e rieletti, che gli frega a loro…».
Chiunque esprima un dubbio, invece, è già virtualmente iscritto al fronte dimaiano. Al tutto va aggiunto il tocco comico, con Riccardo Fraccaro, altro ex ministro, che sul proprio profilo Whatsapp pubblica un fotomontaggio con Giuseppe Conte in versione Matteo Salvini al Papeete, quando fece cadere il governo gialloverde; poi lo cancella, ma è tardi perché ormai lo screenshot gira di chat e in chat e allora scoppiato il mini-caso Fraccaro fa sapere di aver condiviso quell’immagine per sbaglio, e non si capisce se è peggio che la versione sia di comodo o se si tratti della verità.
Dopodiché, qualsiasi decisione arriverà alla fine delle maratone di riunioni, la si potrebbe sottoporre alla consultazione degli iscritti online. Del resto accadde per il sì al governo Draghi, per il sì al Conte uno e per il sì al Conte due.
Certo è che coinvolgere la base avrebbe un esito praticamente scontato, nell’inner circle dell’ex presidente del Consiglio non è passato inosservato il sentiment sotto alla diretta del suo annuncio, tre giorni fa, di non votare la fiducia sul decreto aiuti. Una schiacchiante maggioranza di soddisfatti, loro sì — a differenza dei maggiorenti del partito persi in grandi strategie — ben coscienti di quanto stava accadendo: con quell’atto si stava staccando la spina al governo Draghi.
(da agenzie)
Leave a Reply