MACRON RIFILA UNO SCHIAFFONE A NETANYAHU E RICONOSCE LA PALESTINA: IL PRESIDENTE FRANCESE SE NE FOTTE DELLE RESISTENZE DI ISRAELE E USA E ALL’ASSEMBLEA GENERALE DELL’ONU DICHIARA: “I PALESTINESI NON SONO GENTE DI TROPPO SULLA TERRA
E MENTRE TAJANI RIPETE A PAPPAGALLO LE PAROLE DI TRUMP SECONDO CUI “RICONOSCERE ORA LA PALESTINA SIGNIFICA FARE UN REGALO AD HAMAS”, MACRON VA AVANTI COL SUO “PIANO A TAPPE”: DALLA TREGUA CON UNA FORZA INTERNAZIONALE ALLA RICOSTRUZIONE CON IL PIANO DI BLAIR
È scoppiato l’applauso nell’Assemblea generale dell’Onu, quando il presidente francese Macron ha aperto così il vertice organizzato con l’Arabia Saudita sul futuro del Medio Oriente: «La Francia dichiara di riconoscere lo stato di Palestina nell’interesse della pace. Questo afferma che i palestinesi non sono gente di troppo sulla Terra».
Nonostante le resistenze di Israele e Usa – che bollano come «simbolico» il passo di Macron – la maggioranza dei paesi dell’Unione europea ha fatto altrettanto. Ciò evidenzia la differenza dell’Italia, se non il suo isolamento, quando attraverso il ministro degli Esteri Tajani rilancia la posizione del presidente americano Trump, secondo cui «riconoscere ora la Palestina significa fare un regalo ad Hamas».
Macron ha esordito denunciando l’attacco di Hamas e chiedendo la liberazione di tutti gli ostaggi: «Non dimenticheremo mai il 7 ottobre». Quindi ha promesso: «Non interromperemo mai la lotta esistenziale contro l’antisemitismo». Allo stesso tempo, però, «è arrivato il momento di fermare la guerra, il massacro. È arrivato il tempo della pace. Niente giustifica il conflitto in corso a Gaza. Niente. Al contrario, tutto ci obbliga a porvi fine. Dobbiamo farlo per salvare vite umane».
Nonostante il riconoscimento, Macron ha condizionato l’apertura di un’ambasciata francese in Palestina al rilascio di «tutti gli ostaggi» da parte di Hamas e a un «cessate il fuoco».
Secondo lui il gruppo responsabile del 7 ottobre va «neutralizzato sul piano politico», perciò ha elogiato gli sforzi di Qatar, Egitto e Usa per i negoziati tra Israele e Hamas.
Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha lanciato un’esortazione: «Dobbiamo impegnarci nuovamente per la soluzione dei due Stati prima che sia troppo tardi. Sia chiaro: la sovranità nazionale per i palestinesi è un diritto, non una ricompensa. E negarla sarebbe un regalo agli estremisti di tutto il mondo».
Quindi ha sfidato così le resistenze: «Chi si oppone a questa soluzione è obbligato a rispondere a una domanda fondamentale: qual è l’alternativa? Uno scenario con un solo Stato in cui ai palestinesi vengono negati i diritti fondamentali? Espulsi dalle loro case e dalle loro terre? non è né pace né giustizia, e non farà che aumentare il crescente isolamento di Israele sulla scena globale».
Dopo l’annuncio da parte di Gran Bretagna, Canada, Australia e Portogallo, sono almeno undici i Paesi che stanno avviando le procedure per il riconoscimento ufficiale della Palestina come
Stato, tra cui Belgio, Finlandia, Lussemburgo, Malta, Nuova Zelanda e San Marino. L’Italia resta ferma nell’appoggiare la soluzione dei due stati, ma non compie il passo degli altri, perché come dice Trump «sarebbe un regalo ad Hamas», visto che la Palestina non esiste ancora e i terroristi responsabili del 7 ottobre ne governano metà del territorio.
Alla richiesta di Repubblica di commentare la posizione italiana, l’Alta rappresentante Ue ha risposto così: «Se parliamo della soluzione dei due Stati, allora devono esserci due stati. È per questo che i paesi membri hanno preso provvedimenti per riconoscere quello palestinese, in modo che ci sia un altro Stato, oltre a Israele».
(da La Repubblica)
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