MELONI E SALVINI, I BONNIE E CLYDE DELLA POLITICA
PICCOLI CAPOPOPOLO ALLA CACCIA DI QUOTIDIANE OCCASIONI PER INCASSARE SPICCI DI CONSENSI DI SFIGATI
Giorgia Meloni e Matteo Salvini? Tanto fumo e niente arrosto, molta mitologia e pochissima verità.
Eh sì, anche l’Italia ha i suoi Bonnie e Clyde, quella coppia di normalissimi e sfigatissimi delinquentelli di periferia passati però alle cronache dell’America della grande depressione come nemici pubblici numero uno.
Ecco, a ben vedere Giorgia e Matteo stanno alla politica proprio come Bonnie e Clyde stavano alla criminalità: li raccontano come grandi leader ma in realtà sono solo piccoli capopopolo alla caccia quotidiana di qualche buona occasione per incassare spicci di consenso. Nessun progetto strategico, nessun afflato storico, solo la perenne ricerca del “colpo” giusto al momento giusto, sfruttando le debolezze di un sistema sempre più in crisi.
Questione di percezione: le cronache nere degli Anni ’30, alla disperata ricerca di eroi negativi, raccontavano Bonnie e Clyde come pericolosissimi rapinatori di banche, quando in realtà preferivano di gran lunga prendersela con piccoli negozi e pompe di rifornimento.
Le cronache politiche di oggi, alla forsennata ricerca di eroi positivi, raccontano Giorgia e Matteo come i grandi costruttori della politica italiana. Ma la verità, nel caso come nell’altro, va cercata molto, molto più in basso. Nessuna grandezza, moltissima pochezza. Nessuna decisione, solo propaganda.
Il povero Matteo, ormai da anni non ne azzecca una. Si sogna e lo sognano come capitano ma si ritrova ogni giorno a smentire sé stesso di fronte alla ineluttabilità delle scelte politiche, quelle vere, quelle difficili.
Si spaccia per possibile premier ma è costretto a prendere botte a destra e a manca. Anche e sopratutto dai suoi, da Giorgetti, da Fedriga… Per non parlare di quelle che gli assesta Mario Draghi, specialista nel farlo smettere di frignare e fare i capricci di fronte alla necessità di governare un paese in difficoltà. Salvini in fondo, dal Papeete in poi, è un uomo in fuga. Proprio come Clyde.
E Giorgia? Fa la dura come Bonnie che si faceva fotografare con il sigaro in bocca anche se non ne aveva mai fumato uno.
Spamma dal palco il mantra del “iosonoGiorgia” ma sotto le urla il niente. Come Bonnie sì ritroverà in un vicolo cieco. Si butta nella mischia da eterna bastian contraria: no alle chiusure, no ai vaccini, no al green pass. No a qualsiasi cosa. No anche al trattato con la Francia. Così, a prescindere.
Diciamola tutta: se avesse governato lei adesso l’Italia sarebbe una terapia intensiva a cielo aperto. E sarebbe ai margine dell’Europa. Giorgia, come Bonnie, è una finta vincente che continua a perdere. E che farebbe perdere l’Italia intera.
Come sono finiti i due criminali? Male, molto male. Da quegli sfigati che erano. Piccolissime vittorie seguite da una grandissima sconfitta.
Come finiranno Giorgia e Matteo? Beh, questo solo la storia potrà dircelo. Ma gli indizi non fanno ben sperare (per loro).
Vedete alla voce Bonnie e Clyde.
(da Huffingtonpost)
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