DENUNCIATO PER VIOLENZA PRIVATA IL NO VAX CHE A MILANO AGGREDI’ LA TROUPE DI LA7
PERQUISIZIONE E DENUNCIA PER UN 60ENNE
Perquisito e denunciato il manifestante “no green pass” che a Milano lo scorso 13 novembre prevaricò un giornalista di La7 e il suo cameraman tanto da impedire a entrambi l’esercizio del diritto-dovere di cronaca.
I carabinieri del Nucleo Informativo del Comando Provinciale di Milano hanno eseguito all’alba un decreto di perquisizione, emesso dalla sezione distrettuale antiterrorismo della procura di Milano, coordinata da Alberto Nobili.
Il 60enne, residente in provincia di Milano e con alcuni precedenti, è stato anche denunciato per resistenza a pubblico ufficiale durante l’ultimo corteo contro il certificato verde partito da piazza Fontana il 20 novembre scorso.
All’indagato viene contestato adesso anche il reato di violenza privata pluriaggravata, “poiché commessa da persona travisata nel corso di manifestazioni in luogo pubblico”.
Si tratta della stessa accusa contestata due settimane fa ad altri quattro manifestanti violenti, ritenuti autori di aggressioni nei confronti di altri giornalisti avvenute durante i cortei del 16, 23 e 30 ottobre e del 6 novembre, sempre a Milano.
Segnali che il Pool antiterrorismo della Procura di Milano si è attivato fattivamente per contrastare le frange violente dei “no pass”, come rilevante è stata la perquisizione ordinata nei giorni scorsi nei confronti di Gabriele Molgora, che su Telegram si fa chiamare “Zeno” ed è considerato la “mente” dietro le proteste degli scettici del certificato verde nel capoluogo lombardo. In quell’occasione gli agenti gli sequestrarono un’accetta e un coltello, oltre a diverse armi da sparo regolarmente detenute con un una licenza sportiva.
La perquisizione di oggi arriva alla vigilia di quello che si preannuncia come l’ennesimo sabato di proteste contro il Green pass a Milano. Anche per domani, infatti, su diverse chat è stato organizzato infatti un raduno alle 17 in piazza Duomo. Molti promettono di essere ancora più agguerriti dopo i provvedimenti presi nei confronti del “guru” Molgora, considerato dai più estremisti un “prigioniero politico”.
(da NextQuotidiano)
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