MILANESE INCASSAVA TANGENTI E PAGAVA LA CASA DI TREMONTI: UN AFFITTO DI 8.500 EURO AL MESE CHE IL MINISTRO NON RISULTA RIMBORSASSE
CI SONO STATE ANCHE COSTOSE OPERE DI RISTRUTTURAZIONE… “ASSOLUTAMENTE POCO CHIARI I RAPPORTI TRA IL DEPUTATO E IL MINISTRO
Un’ombra lunga di lussi incontrollati e di ricatti che arriva a lambire persino la casa in cui abita il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti.
E sullo sfondo di questa inchiesta che adesso porta alla richiesta di arresto per il deputato in assoluto più vicino al ministro, Marco Milanese, il suo storico consigliere nonchè ex ufficiale della Guardia di Finanza, uno scenario da brividi: un regolamento di conti tra “cordate” tutte interne alle Fiamme Gialle.
Una circostanza, quest’ultima, di cui per la prima volta parla lo stesso Tremonti, in un interrogatorio reso come teste nell’altra inchiesta sulla cosiddetta loggia P4.
La polizia, coordinata dal pubblico ministero Vincenzo Piscitelli, ha scoperto un fatto che desta più di un interrogativo: il ministro abita, nel cuore di Roma, in un prestigioso appartamento il cui canone di affitto è a carico dello stesso Milanese.
Il deputato di origini irpine versa 8.500 euro al mese per una residenza in cui non vive, ma dove va ogni tanto a trovare il ministro, com’è normale che sia, avendo Milanese instaurato sin dal 2001 un rapporto di consolidata fiducia con Tremonti.
Non solo: nello stesso appartamento, secondo le ricostruzioni della Procura, sarebbero stati eseguiti lavori di ristrutturazione per circa 200mila euro, che però il Milanese non ha mai pagato alla società che se n’è occupata. Come mai? E per quali altre strade sono stati compensati questi lavori per cui non risulta alcuna documentazione? Emerge qui l’altro dato inquietante: a consolidare quell’appartamento pagato da Milanese e in cui vive il ministro è la Edil Ars, di Angelo Proietti.
Proprio la stessa società che in molte occasioni ha ottenuto appalti dalla Sogei, società controllata dal dicastero delle Finanze e in passato finita anche nel mirino di alcuni accertamenti della stessa Guardia di Finanza.
La circostanza dell’appartamento in cui vive il ministro viene citata dal gip Amelia Primavera a margine dell’ordinanza di custodia per Milanese perchè al giudice appare come l’ennesima dimostrazione dello stretto e proficuo rapporto tuttora esistente tra Milanese ed il ministro.
Dunque non bastano le dimissioni recentissime di Milanese dal ruolo di consigliere politico del ministro, a scalfire le esigenze di custodia cautelare per il deputato accusato di corruzione e rivelazione di segreto.
“Emblematica dell’attualità del rapporto fiduciario esistente tra i due uomini politici è la vicenda relativa all’immobile sito in Roma – scrive infatti il gip – alla via (…) , di proprietà del Pio Sodalizio dei Piceni. Detto immobile, infatti, è stato concesso in locazione a Milanese Marco per un canone mensile di 8.500 euro, ma viene di fatto utilizzato dal Ministro Tremonti, il quale, a sua volta, risulta aver emesso, nel febbraio 2008, un assegno di 8.000 euro in favore del Milanese”.
“Oltretutto, i rapporti finanziari tra il Tremonti e il Milanese – prosegue il magistrato – sono assolutamente poco chiari atteso che Milanese paga mensilmente un canone molto alto il cui complessivo ammontare rispetto alle rate già pagate risulta di oltre centomila euro; non esiste un risarcimento per Milanese; l’assegno del febbraio 2008, risalente dunque nel tempo, attiene evidentemente ad altra partita economica tra i due, essendo isolato nel tempo e risultando emesso un anno prima della nascita del rapporto contrattuale con il Pio Sodalizio dei Piceni”.
E ancora: “La circostanza, dunque, che il Milanese sia ancora oggi un punto di riferimento all’interno della Guardia di Finanza, proprio per la accertata vicinanza al Ministro Tremonti, aggrava, a parere di questo Gip, le evidenziate esigenze cautelari legate al pericolo di inquinamento probatorio”.
L’altro scenario su cui il giudice prevede ulteriori accertamenti è offerto proprio dalle parole che lo stesso Tremonti ha affidato, interrogato come persona informata sui fatti, ai pm John Woodcock e Francesco Curcio, titolari dell’inchiesta sulla P4. E’ il 17 giugno scorso quando il ministro viene ascoltato a proposito dei rapporti tra Milanese, il faccendiere Luigi Bisignani e il generale della Finanza Michele Adinolfi.
Quel verbale, debitamente depositato dai pm, viene poi passato per conoscenza anche all’indagine portata avanti da Piscitelli sul conto di Milanese, e quindi finisce nell’ordinanza per Milanese.
Scrive infatti il gip Primavera: “Sotto diverso profilo, ed a conferma di quanto sia ancora poco chiaro il contesto dei rapporti con i vertici della Guardia di Finanza – nel cui ambito è necessario un approfondimento di indagine – va segnalato il contenuto delle dichiarazioni rese, come persona informata sui fatti, dal Ministro Tremonti, il quale ha riferito in merito all’esistenza di ‘cordate’ esistenti all’interno del Corpo e costituitesi in vista della prossima nomina del Comandante Generale, precisando come alcuni rappresentanti di quel Corpo siano in stretto contatto con il Presidente del Consiglio”.
Non è tutto: “Soprattutto, per quel che interessa in questa sede – continua il gip – Tremonti ha riferito come il Milanese sia tuttora in stretto contatto con quei vertici, avendo appreso dagli stessi quanto riferito poi al Ministro ed oggetto del colloquio tra lo stesso ed il Presidente del Consiglio Berlusconi”.
Concita Sannino
(da “La Repubblica“)
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