MOSSA TATTICA DI BERLUSCONI, NESSUN VERO ACCORDO CON SALVINI E MELONI
SE NE RIPARLERA’ A META’ NOVEMBRE ALLA CONVENTION DI FORZA ITALIA… INTANTO LE RETI MEDIASET SI GUARDANO BENE DALLO SCARICARE IL GOVERNO
In altri tempi un vertice pomeridiano ad Arcore con tutti i potenziali alleati, per di più preparato negli ultimi due giorni da Berlusconi in persona, si sarebbe prestato al titolo di “svolta”.
Soprattutto a leggere il comunicato congiunto con cui l’ex premier, Salvini e Meloni si impegnano – nero su bianco e tutti assieme per la prima volta — a un no senza se e senza ma al referendum, a scrivere un programma comune e, soprattutto, a non sostenere alcun governo non eletto dal popolo in caso di vittoria del no.
E questa, in altri tempi, sarebbe la notizia, dopo giorni di voci, indiscrezioni, perfidi retroscena delle solite jene dattilografe che raccontavano di una doppiezza di Berlusconi, che sostiene oggi un no tiepido per tenersi aperta la strada di larghe intese domani.
Se non che, nel lungo autunno del patriarca, di definitivo c’è assai poco, fuorchè le ottanta candeline che spegnerà in un pranzo con la famiglia.
E scommettere su un percorso che lo vedrebbe certamente di nuovo in campo a metà novembre, alla convention programmatica di Forza Italia, è un azzardo.
Nello staff più stretto spiegano, e c’è da crederci, che la voglia di combattere è la stessa di una volta, lo spirito è quello di un quarantenne che ha una gran voglia di tornare, perchè è consapevole che, finchè non c’è in campo lui, “metà dell’elettorato di Forza Italia resta indeciso e non si sposta sul no”.
Poi però trapela che la famiglia è sempre vigile, dopo la lunga era dell’imprudenza. E che ha preteso controlli seri e rigorosi prima di autorizzare il patriarca a tornare agli antichi ritmi.
Gli spifferi di Arcore indicano già in questo fine settimane l’inizio dei controlli, notizia avvolta da un comprensibile alone di mistero.
Pare infatti che saranno un po’ più complicati di una visita di routine al San Raffale e che il Cavaliere potrebbe andare a farli a Houston, o comunque negli States.
Questo non significa affatto che la riabilitazione post intervento abbia avuto degli intoppi, anzi, il Cavaliere ha risposto benissimo.
L’attività politica, però, con le sue infinite riunioni, la necessità di concentrazione per ore, i suoi stress e le sue scariche di adrenalina è tutt’altra cosa e qui la volontà deve misurarsi con la compatibilità , secondo la nuova inderogabile cornice di regole fissata dalla famiglia.
Ecco dunque come la “svolta” del vertice diventa un segnale del momento, perchè tutto torna ad avvitarsi attorno alla questione, mai sciolta.
E cioè che Berlusconi non ha mai immaginato altra leadership all’infuori di sè.
E un conto è se le forze gli consentono di esserci, altro è se non glielo consentono.
In questo quadro l’azienda — basta vedere i tg — non ha pensato un solo attimo di scaricare il governo, neanche ora che Berlusconi prova a iniettare fiducia su una nuova linea: “Dopo Renzi — ha detto nel corso del vertice — non c’è nè il diluvio nè Grillo. Dobbiamo costruire noi l’alternativa”. Chissà .
I più maliziosi sottolineano come a conti fatti, fino a metà novembre almeno, Berlusconi non metterà la faccia sulla campagna referendaria. Poi si vedrà .
A proposito, quando sono usciti da Arcore i primi a interrogarsi su quanto durerà la svolta sono stati Salvini e la Meloni.
(da “Huffingtonpost”)
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