NELLE MENSE SCOLASTICHE UN TERZO DEL CIBO VA IN PATTUMIERA
SPRECO ALIMENTARE: FRUTTA E VERDURA FINISCONO PIU’ SPESSO NEI RIFIUTI… MENTRE A CASA LE FAMIGLIE SONO PIU’ ATTENTE
E’ un paese a due velocità , con comportamenti diversi tra pubblico e privato, quello che si legge nei dati che verranno presentati domani in occasione della giornata nazionale contro lo spreco alimentare.
Grazie ad un’indagine del ministero dell’ambiente e Waste Watchers, l’associazione legata all’università di Bologna che da anni si batte per lo spreco zero, si scopre che le famiglie italiane in un anno hanno dimezzato la quantita di cibo, di rifiuti alimentari commestibili ma buttati nei rifiuti.
Lo hanno calcolato consegnando a 400 famiglie un diario quotidiano da compilare attentamente segnando spesa, pranzi cucinati, cibi pesati prima e poi come i rifiuti.
Così si è passati da un chilo cibo gettato stimato a settimana, a circa 500 grammi reali, cifre che portano lo spreco annuale domestico, la fontre principale dello spreco alimentare, a circa 8, 5 miliardi di euro.Contro i 13 stimati fino a pochi mesi fa.
Segno che le campagne educative, e anche la crisi, aiutano a modificare i comportamenti. Che però parlano ancora di cibo sprecato nelle scuole: quasi un terzo dei piatti preparati per i bambini delle elementari e medie finisce nella pattumiera.
Il dato emerge da uno studio che ha coinvolto 73 plessi di scuola primaria (35 in Emilia-Romagna, 25 in Lazio e 18 in Friuli-Venezia Giulia). Una ricerca che ha visto partecipare più di 11500 persone, tra studenti e personale, per un totale di 109.656 pasti monitorati.
La quantità di cibo non consumato durante il pasto corrisponde al 29,5% della quantità preparata, così ripartito: avanzi dei piatti (tutte e cinque le pietanze): 16,7%; cibo intatto lasciato in refettorio (tutte e cinque le pietanze): 5,4%; cibo intatto portato in classe (pane e frutta): 7,4%.
La quantità totale di cibo preparato è pari a 534 g pro-capite, di cui 120 g pro-capite sono sprecati: avanza dai piatti: 90 g pro-capite; cibo intatto lasciato in refettorio (tutte e cinque le pietanze): 30 g pro-capite.
A chiedere ai bambini e ragazze cosa lasciano nel piatto, si capisce che le cattive abitudini alimentari casalinghe si trascinano a scuola: frutta e verdura sono i cibi che più facilmente finiscono tra i rifiuti , dimenticati nel frigo, andati a male, o sbocconcellati e abbandonati.
La scala di apprezzamento (% della quantità consumata a pranzo rispetto alla quantità preparato) delle cinque pietanze: vede il secondo in testa alle preferenze 79%;, poi la pasta, il contorno, 70,3% (soprattutto grazie a pure patatine, il pane 57% e la frutta 58,7%.
Dati che raccontano come ci sia ancora molto da fare dal punto di vista educativo per convincere i più piccoli a mangiare frutta e verdura, cosi utili per la salute.
E se un terzo del cibo delle mense va sprecato, bisogna ricordare che si moltipicano nelle città , a partire da Milano che è stata anni fa la capolfila con Milano ristorazione, le iniziative per fare sì che il cibo intoccato dalle mense aziendali e pubbliche e scolastiche vada direttamente ad organizzazioni che lo portano alle persone bisognose. ancora caldo. E nella lotta allo sprecco e per una maggiore solidarietà , iniziative, come la legge che ha favorito la donazione di cibi dalle grandi aziende, che ha portato ad un aumento del 21% delle tonnellate di alimenti donati al Banco Alimentare e quindi distribuiti a più di un milione e mezzo di persone.
(da “La Repubblica”)
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