TAXI M5S PER IL PARLAMENTO: A BORDO EX ASSESSORI E CANDIDATI TROMBATI DI DESTRA E DI SINISTRA
ALTRO CHE ONG, IL VERO SCAFISTA DEI POLITICI TRAFFICONI E’ DI MAIO: DAL CONSULENTE GIURIDICO DI ALFANO AL MILITANTE LEGHISTA, DECINE DI RICICLATI
Per il 4 marzo è stata messa in funzione una lavatrice che lava i panni di molte biografie di candidati M5s.
Le centrifuga e le fa risultare nuove ma nuove non sono.
Molti aspiranti deputati e senatori nella squadra di Luigi Di Maio hanno un passato partitico alle spalle, chi viene da destra, chi da sinistra, chi come Claudio Consolo, lo sfidante di Emma Bonino in Senato nel Lazio, faceva il consulente giuridico per il guardasigilli Angelino Alfano nel governo Berlusconi.
Alcune tracce vengono cancellate, come vecchi post e foto, ma spesso non basta a far dimenticare tessere di partito, candidature e assessorati ricevuti prima della folgorazione pentastellata.
In mezzi ai nomi della società civile, presentati in pompa magna dal candidato premier M5s, ci sono quelli che Di Maio in altri tempi li avrebbe definiti sprezzantemente “politici di professione”.
I casi eclatanti sono in Toscana e a lungo se ne è discusso.
A sfidare Luca Lotti ci sarà Renato Scalia, ex ispettore capo della Dia, candidato nel 2014 per il consiglio comunale di Firenze con la lista a sostegno dell’attuale sindaco Pd Dario Nardella.
Contro Matteo Renzi ci sarà , ironia della sorte, un ex renziano Nicola Cecchi, tessera Pd 2016.
È infatti le tessere di altri partiti nel Movimento 5 Stelle non mancano.
Nel collegio di Siena appare il nome di Leonardo Fracci, iscritto alla Lega Nord – dice – a sua insaputa: “Nel 2017 a Montevarchi ho dato 20 euro a un mio caro amico. Non pensavo fosse la modalità per iscriversi a un partito”.
Militanti dunque, ma anche assessori ed ex candidati, che adesso ci riprovano salendo sul “taxi per arrivare in Parlamento” targato 5Stelle nonostante Di Maio si affatichi a dire che M5s non lo sia.
Ma basta guardare alcune biografie e scavare un po’ nella cronaca locale per scoprire che ad esempio, Francesco Mollame, ingegnere candidato a Marsala per il Senato, come rivela il sito Live Sicilia, nel 2008 ha corso per diventare sindaco di Partinico sotto la bandiera del Movimento per l’autonomia di Raffaele Lombardo e nel 2013 è stato accanto al candidato primo cittadino Gianfranco Bonnì come assessore designato.
La Sicilia, culla della politica intesa anche come cambi di casacca, è la regione che regala più giri di lavatrice.
Nel 2009 con il PdL si è candidato Gaspare Marinello alle amministrative di Sciacca.
A Palermo corre invece l’ex socialista Aldo Penna.
Sull’Isola, appena andata al voto con Giancarlo Cancelleri candidato presidente, i casi non finiscono qui.
A Bagheria si candida per la Camera Vittoria Casa, ex coordinatrice Pd e nel 2011 assessore alle Politiche sociali nella giunta guidata da Vincenzo Lo Meo, sindaco eletto con il Terzo Polo (Udc e Futuro e libertà ) e due liste civiche.
In questo caso la candidatura di Casa entra in conflitto con il regolamento M5s poichè, è stato messo nero su bianco, che non si può candidare chi a partire dall’ottobre 2009 si è candidati o ha ricoperto ruoli all’interno di amministrazioni con forze politiche diverse da M5s.
Dalla Sicilia si passa in Calabria e a Catanzaro-Vibo Valentia compare per il Senato Silvia Vono, assessore nel 2014 nella giunta di Soverato guidata da Ernesto Alecci, a sua volta candidato alle politiche con il Pd.
Tocca anche alla Puglia. Sui social circola uno screenshot di un post del 9 giugno 2014 scritto Paolo Lattanzio, candidato grillino nel collegio di Bari per la Camera, in cui con tanto di foto davanti al comitato di Antonio Decaro sindaco di Bari esulta: “Il mio sindaco, fiero di far parte del tuo gruppo”.
Non è passato inosservato neanche il passato nel centrodestra di Paolo Turati, candidato grillino a Torino.
Prima di lui si era detto che fa parte dell’associazione Magna Carta di Gaetano Quagliariello e che insieme ad Angelo Burzi, ex assessore regionale di Forza Italia, ha fondato l’associazione Magellano.
Adesso Marco Grimaldi, candidato di LeU in Piemonte, ci mette il carico: “Turati nel 2014 afferma di rinnovare ‘convintamente’ il suo sostegno ‘all’amica Claudia Porchietto, punta di diamante di Forza Italia’ e di suggerire ‘il voto utile’ per Forza Italia – Gilberto Pichetto Presidente.
Per Claudia Porchietto organizza un appuntamento del suo think tank; poi partecipa al convegno di Forza Italia ‘Piemonte Italia 2.0’ a Oropao. Infine appare in una bella foto abbracciato all’onnipresente Porchietto davanti a una campeggiante bandiera del Nuovo Centro Destra.
Soprattutto: sul suo sito ci sono passaggi illuminanti in cui fa riferimento alle persecuzioni della magistratura nei confronti di Silvio Berlusconi”.
Quindi, Grimaldi si chiede: “Perchè non rivendicarlo allora? Perchè cancellare le tracce?”. Perchè il purismo nel mondo 5Stelle è sempre stato un dogma. Ormai diventato flessibile.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply