NETANYAHU E’ A FINE CORSA? SECONDO UN SONDAGGIO DELLA TV ISRAELIANA “CANALE 12”, IL 52% DEGLI ELETTORI ISRAELIANI PENSA CHE “BIBI” NON DOVREBBE CANDIDARSI ALLE PROSSIME ELEZIONI
SE DOMANI SI DOVESSE ANDARE AL VOTO, IL PREMIER NON RIUSCIREBBE A CREARE UNA COALIZIONE DI 61 SEGGI, LA SUA NARRAZIONE È IMPLOSA
Il 4 novembre 1995, durante una manifestazione per la pace in piazza dei Re d’Israele a Tel Aviv, il primo ministro Yitzhak Rabin fu assassinato da Ygal Amir, un estremista nazional-religioso condannato all’ergastolo.
All’epoca Benjamin Netanyahu guidava l’opposizione e partecipava alle proteste contro gli accordi di Oslo, segnate da slogan e immagini violente contro Rabin. Poche settimane prima dell’attentato, Itamar Ben Gvir — oggi ministro della Sicurezza — mostrò in tv l’emblema dell’auto di Rabin, affermando che “sarebbero arrivati anche a lui”.
Come ricorda Manuela Dviri sul “Fatto Quotidiano”, l’uccisione di Rabin non pacificò Israele, ma lo divise ulteriormente. Alle elezioni del 1996 Netanyahu vinse di stretta misura, presentandosi come garante della sicurezza dopo gli attentati suicidi di Hamas. Lo stesso slogan, “Mr. Security”, gli permise di tornare al potere nel 2022.
Dopo il 7 ottobre, però, la sua leadership è messa in discussione. Netanyahu ha attribuito le responsabilità dell’attacco a servizi segreti, esercito e ministri, sostituendone alcuni considerati poco fedeli. Secondo un sondaggio del Canale 12, il 52% degli israeliani ritiene che non dovrebbe ricandidarsi. Se si votasse oggi, non riuscirebbe a ottenere una coalizione di 61 seggi.
(da agenzie)
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