NIENTE HEINEKEN AL FESTIVAL ROCK DI HELSINKI: ESCLUSA PERCHE’ E’ RIMASTA IN RUSSIA
LA GIUSTA SCELTA POLITICA DELLA KERMESSE DIVENTATA FAMOSA PER I BALLI DELL’EX PREMIER SANNA MARIN
Al FlowFestival di Helsinki, con le lattine, si fanno affari d’oro. Quelle abbandonate a terra (e sono tante), se riportate ai punti di ritorno, sono compensate con la cauzione da un euro e per le bottiglie in vetro, anch’esse vuote, il compenso è addirittura un biglietto da dieci.
In quello che è il festival musicale più importante, la sostenibilità è legge: addirittura, lo scorso anno, si decise per menu totalmente “no meat” ai chioschi che mise i carnivori in crisi.
Altrettanto marcata è la sensibilità politica, soprattutto di questi tempi e in una terra che con la Russia condivide 1.340 chilometri di confine. Una sensibilità così profonda da decidere di rinunciare alla birra Heineken durante il festival (11-13 agosto): il colosso olandese avrebbe dovuto lasciare la Russia durante la primavera, ma pur avendolo annunciato, il ritiro dal mercato russo non è avvenuto.
Da minuscola birreria (fu fondata nel 1864 ad Amsterdam) Heineken oggi è un colosso mondiale, presente fra l’altro in tutti i maggiori festival musicali, compreso il Flow: fino ad oggi, almeno, perché a poco più di 24 ore dall’inizio delle danze (è il caso di dirlo: l’anno scorso, fece notizia il ballo dell’ex premier Sanna Marin) l’organizzazione dell’evento musicale dà il benservito de facto a Heineken Silver, che non sarà quindi acquistabile entro il perimetro del festival.
A spiegare la situazione sono gli stessi organizzatori del Flow: “Una prima decisione sulla presenza dei prodotti al festival è stata presa in primavera: sembrava che Heineken dovesse lasciare la Russia durante la primavera: abbiamo atteso ma finora non è accaduto nulla”. Va detto che Heineken ha comunque confermato la volontà di un disimpegno dalla Russia, che però è ancora in corso.
Fuori dai mega impianti nel quartiere semicentrale di Suvilhati (un esempio virtuoso di riconversione di un’ex centrale elettrica, affacciate sul mare) fervono gli ultimi preparativi per l’inizio del festival, l’11 agosto sera.
L’anno scorso, quando Nick Cave aveva intonato Red Right Hand, utilizzato anche come sigla di Peaky Blinders, il boato del pubblico era stato da scossa tellurica: quest’anno, i nomi forti sono quelli di Suede, Blur, Lorde e i nazionali Anna Puiiu, Paperi T, Olavi Uusivirta e Alma. Alla stazione di Helsinki i fan sono già arrivati (e con loro anche i raccoglitori di lattine). Nella zona del festival, prenotare un albergo oggi costa dai 400 in su e ci sono ancora pochi posti: un epilogo d’estate che genera un indotto notevole, mentre qui il clima è già autunnale, con scuole e uffici tornati a pieno regime.
E mentre l’atmosfera del festival si scalda, la “guerra della birra” imperversa e fa discutere. “La decisione (di escludere Heineken Silver, ndr) è stata presa dopo un confronto con il main sponsor Hartwall sulla presenza dei loro prodotti al Flow” commentano gli organizzatori. “Nelle scorse settimane ci siamo riaggiornati sulla situazione e abbiamo raggiunto la conclusione della brand-cooperation con Heineken. Heineken Silver sarà sostituita con altri prodotti della Hartwall al festival”.
Hartwall è uno fra i maggiori produttori di bevande della Finlandia, entrato esso stesso a far parte della galassia Heineken nei primi Anni Duemila. Galassia amplissima: Heineken possiede oltre 165 siti produttivi in oltre 70 Paesi. È il primo in Europa e il secondo al mondo dopo la fusione nell’ottobre 2016 dei principali concorrenti, AB-InBev e SABMiller, con una produzione di Produce oltre 200 milioni di ettolitri di birra divisi in 250 marchi.
Ma niente festival a Helsinki: “Alla luce dei fatti, abbiamo riconsiderato lo scenario. Heineken Silver sarà sostituito con gli altri prodotti di Hartwall nell’edizione 2023 festival”, afferma Suvi Kallio, ceo del festival.
“La decisione di tenere fuori il marchio dal festival è giusta” è il commento più ricorrente, scambiando due parole con i fan in arrivo da mezza Europa (tanti tedeschi e inglesi, qualche italiano, per la maggior parte dal Nord Europa).
Russi, ovviamente, non pervenuti: un tempo arrivavano con il pendolino Allegro, collegamento diretto tra il centro di San Pietroburgo e Helsinki coperto in circa tre ore e mezzo: dal dal 27 marzo 2022 il treno è sospeso. In compenso, la frontiera è sempre più blindata e al check-point di Imatra, 250 chilometri a Nord-est della capitale, prosegue la costruzione del muro con la Russia, nella parte della Carelia rimasta finlandese: qui le cascate sul fiume Vuoksi (che dal lago Saimaa, finlandese, corre fino al lago Ladoga, russo) sono sempre state un’attrazione forte. In estate, ogni sera, il rilascio d’acqua è in pompa magna e a suon di musica: sinfonica e patriottica, soprattutto Sibelius, il massimo compositore finlandese di inizio Novecento. Sempre un bello spettacolo, con o senza birra.
Per i finlandesi il cibo è una questione di principio: a distanza di 18 anni, non hanno ancora perdonato all’Italia le battute di Berlusconi quando si trattò di portare a Parma la sede dell’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare – era in lizza anche Helsinki, ma la spuntò l’Italia e Berlusconi commentò in seguito: “Quando si insegue un risultato bisogna usare tutte le armi che si hanno a disposizione e quindi io ho rispolverato tutte le mie arti da playboy, ormai lontane nel tempo, e utilizzai una serie di sollecitazioni amorevoli nei confronti della signora presidente”.
(da agenzie)
Leave a Reply