ORA I BALNEARI SI SONO ACCORTI DI ESSERSI FATTI PRENDERE PER IL CULO DAI SOVRANISTI: “CI AVEVANO PROMESSO UNA LEGGE MIGLIORE DI QUELLA DI DRAGHI. MA CI HANNO PRESO IN GIRO. SONO PROPRIO I SINDACI DI FRATELLI D’ITALIA CHE STANNO FACENDO LE GARE”
LA MELONI È ALL’ANGOLO, L’ITALIA HA UNA PROCEDURA D’INFRAZIONE APERTA CON BRUXELLES PER IL MANCATO RISPETTO DELLA DIRETTIVA BOLKESTEIN E IL CONSIGLIO DI STATO HA DELEGITTIMATO LA PROROGA DELLE CONCESSIONI
In trincea per chiedere l’applicazione di quella legge che due anni fa hanno contestato. Antonio Capacchione, presidente del Sib, il sindacato dei balneari, lancia ancora una volta un appello al governo per una legge di riordino delle concessioni: «La facciamo domani, con l’ultimo Consiglio dei ministri. Altrimenti smettano di prenderci in giro, abbiano il coraggio di dirci che non vogliono farla e applichino la legge del governo precedente, che prevede il diritto di prelazione per coloro che hanno gestito un lido negli ultimi cinque anni, e un indennizzo per il concessionario che non ottiene il rinnovo».
Ma due anni fa non eravate di questo parere, avete contestato la legge Draghi e chiesto norme più favorevoli.
«E’ vero, noi avevamo contestato in particolare due aspetti: che la mappatura non producesse effetti giuridici, e l’azzeramento di tutti gli atti rilasciati fino a quel momento. Ma avevamo anche espresso apprezzamento per Draghi, quando si era opposto all’inserimento della riforma delle concessioni balneari nel Pnrr».
E adesso invece cos’è cambiato?
«Anche se io avessi voluto accettare la legge Draghi, così com’era, due anni fa, sono stato scavalcato da esponenti politici come Giorgia Meloni, o Carlo Fidanza, che ci hanno assicurato che, una volta al governo, avrebbe messo a punto delle norme più avanzate, e soprattutto che non ci sarebbero state le gare. Da allora stiamo assistendo a una pantomima: si continua a discutere, ma non c’è nulla di fatto» [
E quindi adesso la sua organizzazione accetta tutto quello che aveva stabilito il Ddl Concorrenza di Draghi? Compresa l’applicazione della direttiva Bolkestein?
«La legge del governo precedente, che comunque prevedeva una prelazione per chi ha avuto la concessione negli ultimi cinque anni, e un indennizzo, è stata condivisa dal Consiglio di Stato, che nelle ultime sentenze ne ha disposto l’applicazione anche in assenza di decreti attuativi.
Quanto alla Bolkestein, noi siamo per l’applicazione corretta: si applica se c’è l’impossibilità di nuove concessioni, come ha chiarito anche la Corte di Giustizia Europea. Il Politecnico di Bari, che non può essere sospettato di avere simpatie nei nostri confronti, ha stabilito che in Puglia solo il 9% delle spiagge è oggetto di concessione. Il governo può stabilire una quota al di sotto della quale vanno fatte le gare.
Oppure dica chiaramente che vuole che i sindaci facciano le gare adesso: non a caso a farle sono proprio i sindaci di Fratelli d’Italia, come il sindaco di Jesolo. E anche i presidenti di Regione che le avallano, come in Abruzzo. E allora a che gioco giochiamo? Ci avevano promesso una legge migliore, e noi li abbiamo presi sul serio. Non vogliono farla? Applichino almeno la precedente».
Domani c’è l’ultimo Consiglio dei Ministri, ma sembra difficile che arrivino le norme di riordino delle concessioni balneari. Voi confermate le due ore di sciopero per venerdì?
«Sono due ore di sciopero per due anni di ritardo. Mi sembra il minimo, per un settore così importante abbandonato a se stesso. Abbiamo chiesto otto volte un incontro al presidente del Consiglio, e non abbiamo ottenuto nessuna risposta. L’abbiamo chiesto a lei perché è lei che ha la delega sulle concessioni balneari, altrimenti l’avremmo chiesto al ministro competente»
(da La Repubblica)
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