ORA UN RICORSO INSIDIA L’ITALICUM
QUATTRO AVVOCATI PROVANO A ROTTAMARE L’ITALICUM
Gli avvocati che rottamarono il Porcellum ci riprovano.
Sul banco degli imputati questa volta c’è l’Italicum, che il quartetto di legali ritiene «quasi peggio» della legge ideata da Roberto Calderoli e dichiarata incostituzionale nel 2014 dalla Consulta.
Convinti che l’era renziana stia precipitando il Paese in un «periodo di oscurantismo costituzionale», Emilio Zecca, Claudio Stefano Tani, Aldo Bozzi e Ilaria Tani hanno depositato al Tribunale civile di Milano un atto di citazione, con il quale invitano a costituirsi in giudizio il premier Renzi e il ministro Alfano.
Il presupposto del documento, lungo 38 pagine, è la convinzione che il mancato rispetto della sentenza che abolisce la legge del 2005 abbia provocato la «permanente anomalia costituzionale» del sistema politico, al centro del quale c’è un Parlamento «formato con norme illegittime».
I legali chiedono in via istruttoria al Tribunale di acquisire l’elenco dei parlamentari eletti nel 2013 con il Porcellum e quello dei candidati che sarebbero stati proclamati eletti senza quei premi di maggioranza, oltre agli elenchi dei parlamentari cessati dalla carica.
E questo «perchè la Corte costituzionale possa verificare la legittimità della prassi seguita».
La presunta «abusività » degli eletti è il chiodo fisso del quartetto, che imputa al ceto politico l’aver fatto «scordare» agli italiani l’incostituzionalità dei premi di maggioranza, così da evitare una «figuraccia colossale».
Un vulnus che, in punta di diritto, si potrebbe sanare solo sostituendo i parlamentari con altri, ricalcolando i voti e depurandoli dal premio.
Operazione complessa, che rischierebbe di modificare la composizione politica delle Camere e quindi la maggioranza di governo.
Il domino coinvolgerebbe anche quei parlamentari che hanno lasciato il seggio italiano per volare in Europa, dopo la sentenza della Corte sul Porcellum.
Il nodo è dunque la «grave alterazione della rappresentanza democratica» determinata da un premio ritenuto causa di tutti i mali: «È grave che il governo Renzi con l’Italicum abbia espresso la volontà di reiterare le norme già dichiarate incostituzionali».
Il premier governerebbe insomma «con una maggioranza artificiosa e illegale» che non gli impedisce «di dar vita a una nuova legge che assicura la perpetuazione del potere al di fuori di ogni scrupolo di rispetto per la Carta costituzionale».
Dopo aver scritto (senza ottenere risposta) a Boldrini e Grasso e poi a Napolitano e Mattarella, gli avvocati tentano la via delle carte bollate con l’intento, spiega Zecca, di «risvegliare il dibattito» sull’Italicum: «Dopo che la Corte lo aveva “desuinizzato”, il Porcellum era una legge perfetta, ma non era quella che Renzi voleva».
L’Italicum sarebbe inoltre gravato da cinque «vizi di costituzionalità », che vanno dai capilista «indicati dai partiti» al fatto che la Camera potrebbe risultare composta da più di 630 deputati, forse 640.
Se l’atto di citazione sarà accolto, il Tribunale potrà inviarlo alla Corte costituzionale. Prima udienza, tra novembre e dicembre.
Monica Guerzoni
(da “Il Corriere della Sera”)
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