PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA? INDIETRO TUTTA: LISTE BLOCCATE E NOMINATI DAI PARTITI
RIPRISTINO IMMUNITA’ E AUMENTO NUMERO FIRME PER LE PROPOSTE DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE: IL POTERE IN MANO A POCHI
Uno dei principali problemi della della democrazia, oggi, è l’indebolimento dei canali di comunicazione tra cittadini e decisori della politica.
Questo ruolo di collegamento — fino agli Ottanta, più o meno — veniva svolto dai partiti: di massa o di minoranza che fossero.
Lelio Basso, uno dei padri costituenti, l’aveva ben chiaro e per questo scrisse l’articolo 49 della Costituzione.
Poi — a partire appunto dalla fine degli anni 70 inizio degli 80 — i partiti hanno iniziato a diventare sempre di più burocrazie chiuse, corporative, che miravano prevalentemente all’autoperpetuazione e all’occupazione del potere, fino alle conseguenze più estreme note con i nomi di Casta (privilegi) e Mani Pulite (corruzione).
Per supplire a questa perdita di rappresentanza popolare — cioè all’esaurirsi della propria capacità di essere link tra le istanze dei cittadini e il potere — i partiti hanno allora aperto alla cosiddetta “società civile”, usata spesso come supplenza o (peggio) ingannevole ‘fiore all’occhiello’ per nascondere di aver abdicato al proprio ruolo, alla propria missione.
Nella paura di vedersi sotterrare e di sparire, negli ultimi anni i partiti avevano anche abbondantemente annunciato cambiamenti e rinunce: tutti erano d’accordo, ad esempio, sulla necessità di abolire il Parlamento di nominati creato dal Porcellum, così come unanime era — almeno in apparenza — l’esigenza di ridurre i privilegi, le immunità , le auto blu.
Questo, almeno, fino a circa un anno fa.
Negli ultimi mesi, invece, la musica è di nuovo cambiata. Ora si pensa di sostituire il Porcellum con l’Italicum, che ha ancora le liste bloccate; mentre il nuovo Senato verrà scelto direttamente dalle segreterie dei partiti.
L’immunità viene non ridotta, ma allargata anche a chi non è stato eletto.
Oggi, l’ultima chicca: l’emendamento che quintuplica il numero di firme necessarie per presentare una proposta di legge di iniziativa popolare.
Si va, insomma, a marcia indietro rispetto alla direzione di apertura, coinvolgimento, partecipazione che veniva sempre più richiesta dai cittadini e che anche i partiti — a parole- sembravano voler imboccare, data la crisi profonda di credibilità e di reputazione in cui stavano sprofondando.
Che quello in corso sia un informale di Congresso di Vienna indetto sulle ali dell’unanimismo renziano, al momento non so dire: ma certo pare notevole il senso di onnipotenza del cosiddetto ‘asse del Nazareno’.
Ad ogni modo, la marcia indietro in questione è non solo sbagliata, ma soprattutto frettolosa, imprudente e caduca.
Perchè i processi di attivazione e di coinvolgimento ormai sono stati innescati ed è difficile tornare indietro, se non forse per un tempo molto breve.
Ripeto: si tratta di un processo ineluttabile, che tra l’altro non riguarda solo l’Italia (anzi!) e che ha cause strutturali nella rivoluzione disintermediante della Rete e nella crescita di alfabetizzazione politica: di cui forse non ci avvediamo per la sua invisibile gradualità , ma è comunque in corso (di nuovo: non solo in Italia).
Ed è una tendenza globale che porterà — con buona pace di Finocchiaro e Calderoli — nella direzione opposta anche alla scelta fatta oggi.
(da gilioli.blogautore – La Repubblica)
Leave a Reply