PATRIDIOTI, INDIETRO TUTTA! FRATELLI D’ITALIA INCHIODA SULLA VERGOGNOSA RIFORMA DEI CONDOMINI, CHE COSTRINGE CHI HA SEMPRE PAGATO AD ACCOLLARSI I COSTI DEI MOROSI
IL CAPOGRUPPO GALEAZZO BIGNAMI PRENDE PER LE ORECCHIE ELISABETTA GARDINI, CHE AVEVA PRESENTATO LA LEGGE: “È TASSATIVO IL MIO OK PER LE PROPOSTE” , IL TENTATIVO È FAR CREDERE CHE SI SIA TRATTATO DI UNA MOSSA SOLITARIA DELL’EX ATTRICE
Dopo le pensioni, la maggioranza inciampa sui condomìni. Non si è ancora spenta
l’eco del contestato emendamento del governo con la doppia stretta sulle pensioni e la successiva parziale retromarcia, che scoppia la polemica sulla proposta di legge presentata alla Camera da Fdi, prima firmataria Elisabetta Gardini.
Di primo mattino suonano i tamburi di guerra della Lega. Con bocciatura perentoria in una nota: «La riforma bis del condominio, così come ipotizzato dalla proposta di legge 2692, presenta evidenti criticità e non è condivisa dalla Lega». A seguire il segretario del Carroccio Matteo Salvini rilancia: «Niente nuova burocrazia per i condomìni e per gli inquilini che adempiono al loro dovere».
Per la Lega «prima di introdurre nuovi obblighi bisogna ascoltare le categorie interessate e intervenire con strumenti efficaci contro l’insolvenza e a tutela dei proprietari onesti, non aggravando ulteriormente i bilanci familiari».
La pressione diventa così alta nella maggioranza, su un tema “sacro” nel centrodestra come quello della casa, che deve intervenire il capogruppo di Fratelli d’Italia a Montecitorio, Galeazzo Bignami. Il disegno di legge Gardini viene derubricato a «proposta che, come molte altre, è in discussione alla Camera e che ha la finalità di tutelare i proprietari e i condomini onesti da gestioni non corrette, problema assai diffuso che coinvolge molti cittadini».
Ma «trattandosi di una proposta è indispensabile un confronto tra tutti i soggetti interessati in grado di costruire una posizione di buon senso a tutela della casa degli italiani, senza la quale Fratelli d’Italia ritiene che non potrà proseguire il suo iter». Se non è una bocciatura, è per lo meno uno stop.
«Aspettiamo che si posi la polvere della tempesta, poi dopo le feste torniamo a discuterne serenamente», è il ragionamento diffuso tra i firmatari. Mentre Forza Italia annuncia per gennaio un suo testo di riforma all’insegna di «meno burocrazia, regole certe e moderne, amministrazioni più efficienti e responsabili».
Gardini deve aver pensato che bisognava mettere i conti in ordine nei palazzi d’Italia, e che si doveva farlo subito, rischio il crollo del Prodotto interno lordo. Ed ecco perché secondo la proposta di legge a sua prima firma i condòmini che pagavano i conti regolarmente avrebbero dovuto quotarsi per riparare i buchi economici lasciati dai vicini di pianerottolo.
La normativa è rapidamente stata cambiata. La deputata di Fratelli d’Italia probabilmente ha abbandonato la calcolatrice. Da quando è tornata in Parlamento è la prima volta che un suo provvedimento fa tanto clamore. Vent’anni fa non era stata una norma, già alla Camera nella sua nuova vita dopo i successi in tv, a far parlare tanto di lei, ma un episodio dentro al bagno di Montecitorio.
Era il 2006. In quella legislatura sugli scranni della Camera era arrivata Wladimir Luxuria che i registri avevano segnato con il suo nome all’anagrafe, Wladimiro Guadagno, ma che nella sua comunità era nota con il suo nome d’arte (e di elezione): Luxuria. Oggi, vent’anni dopo, Luxuria fa programmi insieme a Francesco Storace, ma all’epoca il suo essere una donna trans non era ancora così tanto gradito ed Elisabetta Gardini non voleva accettare proprio niente di lei.
Quell’incontro-scontro in bagno fece il giro di tutti i media, all’epoca. Pochi minuti appena, all’esterno della toilette delle donne della Camera. Gardini all’epoca era deputata di Forza Italia, uscì da quel bagno inorridita dalla presenza di quella donna trans che — come lei stessa ha detto e ripetuto tante volte — non ha mai voluto completare il suo ciclo di transizione.
Luxuria non reagì, in quel bagno. Intervistata si limitò a commentare: «È evidente: donna si nasce, signora si diventa».
In quella legislatura Elisabetta Gardini era reduce da una carriera televisiva durante la quale non aveva esitato a mettere in mostra la sua bellezza oggettiva e conturbante. Arrivata a Montecitorio, però, era una donna molto diversa. «Percepisco Satana tra le menzogne che sento e gli stili di vita indigesti che sono ostentati». Deve aver pensato lo stesso sui condòmini morosi.
(da agenzie)
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