PERQUISITA LA COOP ROSSA, SI INDAGA SU 400 MILA EURO: “PAGATI PER PROCIDAâ€
CONSULENZE E SOLDI AI POLITICI “CPL, UN SISTEMA CORRUTTIVO”
L’indagine sulla Cpl Concordia della Procura di Napoli ieri è arrivata negli uffici romani e in quelli di Concordia (Modena) della cooperativa.
Sono stati perquisiti anche il direttore commerciale Andrea Ambrogi e il nuovo presidente Mario Guarnieri, nominato a gennaio.
L’indagine ha trovato i primi riscontri a Procida per quello che è stato descritto come uno schema di corruzione tramite le consulenze e le società con soggetti locali.
Nel decreto di perquisizione i pm Henry John Woodcock, Celestina Carrano e Giuseppina Loreto scrivono che è indagata “a pieno titolo” anche la società Cpl.
I carabinieri del Noe hannocercato negli archivi e nei pc di Cpl “la documentazione anche informatica” su consulenti, fornitori e subappaltatori e quella “afferente ad ogni forma di finanziamento erogato ad associazioni, fondazioni, Enti, partiti politici e singoli esponenti politici”.
I pm seguono il filo indicato dall’ex responsabile relazioni istituzionali Francesco Simoneche collabora dopo l’arresto: “Cpl affida o una consulenza (più o meno fittizia) ovvero individua un subappaltatore o un fornitore individuato e segnalato dal soggetto pubblico che poi gli fa aggiudicare l’appalto o che gestisce le relative pratiche amministrative; tanto è avvenuto, secondo un protocollo ben consolidato”.
I pm ieri hanno sequestrato tutte le carte a partire dalla metanizzazione di Procida.
Sul “protocollo” Simone ha detto ai pm: “Cpl si è recentemente aggiudicata per la metanizzazione di Procida; il ‘facilitatore’ è stato l’ex senatore Muro, già sindaco di Procida e legatissimo all’attuale sindaco; Cpl ha utilizzato il Muro per ingraziarsi l’amministrazione di Procida.
L’utilità destinata al Muro — ha spiegato Simone — è stata pagata riser-vando a lui (o a un suo prestanome) una quota (tra il 10 e il 20%) della società costituita dalla Cpl ad hoc per tale opera, le cui quote sono possedute nella maggioranza dalla Cpl stessa”.
L’ingegnere della Cpl Giulio Lancia ha fornito ulteriori specificazioni: la quota riservata da Cpl ai locali non era del 10 o del 20 ma del 30%: “Per la metanizzazione di Procida Cpl costituì una società di scopo, ovvero la Progas Metano Srl, di cui deteneva il 100 per cento. Successivamente nel 2008 sono state vendute quote per circa 66 mila, nella misura del 30% a una società con sede a Nocera Umbra, la Naturgas Srl di cui era amministratore tale architetto Catapano, originario di Ottaviano, in provincia di Napoli (…) mi fu detto dal presidente Casari cheera necessario perchè quelli della Naturgas avrebbero potuto ‘aiutarci’ nell’esecuzione dei lavori”.
Lancia cita una riunione del 2013 con i rappresentanti Naturgas alla quale ha partecipato l’ex deputato di An ed ex sindaco di Procida, Luigi Muro: “Non si presentò l’architetto Catapano (…) ma quattro persone di due dei quali ricordo solo i cognomi, Marano e Lubrano (…) e Muro Luigi (…). Quest’ultimo, pur non facendo parte di Naturgas, era però presente ed in quella occasione appresi (…) che erano subentrati ‘loro’ a Catapano nella Naturgas”.
Il Fatto ha verificato. Dalle visure emerge che Salvatore Marano e Raffaele Lubrano erano soci di Naturgas (con tal Marino Iannone) ma hanno ceduto le quote a Cpl Concordia il 30 giugno 2014.
Però Naturgas (che detiene ancora oggi il 30% della Progas costruisce il metanodotto sottomarino per l’isola) alla fondazione apparteneva per l’87% a Vincenzo Catapano, del 1954, di Ottaviano (Napoli) e a Pierluigi Catapano, del 1989, che hanno ceduto le quote tra il 2010 e il 2012.
Aggiunge Lancia: “Marano, avendo una società edile, si propose per effettuare i lavori (…) I lavori non procedevano speditamente (…). Pertanto insistetti con il Casari ed il Rinaldi (responsabile Distribuzione di Cpl, ndr) affinchè fossimo noi, vale a dire la Cpl, ad impiantare il cantiere e ad effettuare i lavori e proposi di riacquistare le quote detenute dalla Naturgas. Mi fu detto dal Rinaldi che era più opportuno comprare Naturgas cosa che avvenne, pagando 350-400 mila euro”.
Marco Lillo
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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