PONTE SULLO STRETTO, CORTE DEI CONTI NEGA L’OK ALL’OPERA E INVIA IL DOSSIER ALL’ORGANO COLLEGIALE: COSA SUCCEDE ORA
LA SEDUTA DELLA SEZIONE CENTRALE SI TERRA’ IL 29 OTTOBRE
Dopo che la Corte dei Conti ha chiesto chiarimenti al governo sulla delibera del Cipess relativa al
progetto definitivo del Ponte sullo Stretto, contestando problematiche sul piano procedurale, tecnico ed economico, l’esecutivo ha risposto lo scorso 13 ottobre con una corposa mole di documenti, su cui i magistrati contabili hanno continuato l’esame.
Ora però il dossier è passato nelle mani della Sezione Centrale di controllo della legittimità sugli atti del governo e delle amministrazioni della Corte dei Conti, che è l’organo collegiale che svolge il controllo preventivo. Nell’intestazione dell’atto con cui la Corte dei Conti ha inviato il fascicolo all’organo collegiale, si legge che ritenendo “non superati i dubbi di legittimità emersi a seguito dell’esame del provvedimento” viene avanzata “istanza di deferimento alla competente sede collegiale, della quale si condividono contenuti e conclusioni”.
Per il 29 ottobre alle 10 è stata calendarizzata l’adunanza della Sezione della Corte dei Conti sulla delibera del Cipess. La riunione di questo organo collegiale è di fatto l’esito delle procedure degli esami effettuati dall’Ufficio di controllo della stessa Sezione, che ha ritenuto di deferire la questione all’organo collegiale. Sarà dunque la Sezione Centrale di controllo di legittimità sugli atti del governo e delle amministrazioni dello Stato della Corte a pronunciarsi, il prossimo mercoledì 29 ottobre sulla delibera Cipess per il via libera definitivo all’opera.
Cosa ha detto al Corte dei Conti nella richiesta di deferimento
All’interno del documento della Corte dei conti, con cui si apre una richiesta di deferimento all’organo collegiale, si legge che “permangono dubbi” sui principi di derivazione eurounitaria “di concorrenza”, alla luce delle “significative modifiche intervenute nel progetto originario e alle nuove opere e varianti successivamente previste”. Criticità vengono sollevate anche rispetto “alle sostanziali modificazioni intervenute rispetto alle modalità di finanziamento dell’opera originariamente rimesso a capitale, anche privato, e attualmente a valere sulle finanze
pubbliche”. Nelle conclusioni si osserva dunque che “si prospetta l’opportunità di deferire alla competente sede collegiale la valutazione della delibera Cipess n. 41/2025 e della sua conformità al quadro normativo di riferimento oltre che ai principi eurounitari”.
Bonelli: “Atto gravissimo la richiesta della Corte dei Conti, Meloni fermi il progetto”
“La richiesta di deferimento della Corte dei Conti sulla delibera per il Ponte sullo Stretto è un fatto che il governo deve immediatamente chiarire. A questo punto non può essere più Salvini a farlo, ma la Presidente del Consiglio. Di fronte a una crisi economica e sociale e alla ristrettezza dei conti, Meloni ha deciso di seguire Salvini in questa follia economica, finanziaria e progettuale, oltre che dannosa dal punto di vista ambientale”, ha commentato in una nota Angelo Bonelli, deputato di Avs e co-portavoce di Europa Verde.
“La Corte dei Conti sta formulando rilievi su rilievi a un progetto che ha non solo un problema di copertura economica e finanziaria, ma che si basa su presupposti tecnici errati, come ad esempio i flussi di traffico che passerebbero da 3 milioni a oltre 13 milioni di veicoli l’anno: un caso assolutamente improponibile. Chiedo pertanto alla premier Meloni di fermare il progetto e di attendere le valutazioni dell’Unione europea circa la possibile violazione del diritto comunitario in materia di gare e di tutela ambientale, trattandosi di un’area sottoposta a vincoli”.
Per Bonelli, “di fronte a un quadro in cui il governo taglia il trasporto pubblico, taglia i fondi alle metropolitane, finanziare con 15 miliardi di euro un’opera che presenta criticitàgravissime, come quelle che la Corte dei Conti sta evidenziando, è un atto di irresponsabilità nei confronti del Paese. Giorgia Meloni fermi il progetto”.
La decisione dell’Ufficio della Corte dei conti “di chiedere il deferimento all’Organo collegiale della delibera Cipess 41/2025, con cui il governo ha approvato il progetto del Ponte sullo Stretto, conferma i punti da noi sollevati, anche alla commissione europea, relativi a chiare e gravi incongruenze procedurali rispetto alla normativa vigente”, ha dichiarato il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo, ribadendo che “il rispetto di leggi e procedure non è un elemento parziale, come lo stesso ministro Salvini ha più volte fatto intendere in questi giorni, ma e’ sostanziale per l’impiego di risorse pubbliche, come prescrive la Costituzione”.
“Invece di annunciare l’avvio imminente della sua realizzazione – ha detto ancora il dirigente sindacale – il governo dovrebbe ritirare il progetto approvato, sbagliato e dannoso per il Paese, e aprire un confronto vero su come costruire un efficiente sistema infrastrutturale in Calabria e Sicilia. Persistere su questa strada vuol dire esporsi a danni e sprechi cui i responsabili saranno chiamati a rispondere politicamente e, probabilmente, anche amministrativamente”.
In conclusione Gesmundo ha ricordato che “domani la Cgil manifesterà a Roma contro una manovra di tagli e sacrifici il cui importo è pressoché equivalente a quanto accantonato per il Ponte sullo Stretto. Considerando che il prossimo anno terminerà il PNRR, sarebbe molto più responsabile utilizzare queste risorse in modo certo per sostenere realmente le politiche infrastrutturali e industriali di cui il sistema Paese ha estremo bisogno”.
(da Fanpage)
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