PONTE SULLO STRETTO: LA LITURGIA BERLUSCONIANA DI RENZI
LA MOSSA REFERENDARIA PER CONQUISTARE L’ELETTORATO MODERATO: REALIZZARE QUELLO CHE SILVIO AVEVA FATTO SOGNARE
Il Ponte sull’elettorato moderato si materializza sul palco della Triennale di Milano, dove si celebrano i centodieci anni della Salini Impregilo.
Matteo Renzi, promette il Ponte sullo Stretto (di Messina): “Noi — scandisce – siamo pronti, abbiamo dimostrato che poche cose ci fanno paura. Se voi siete in grado di portare le carte e sistemare ciò che è fermo da dieci anni, noi lo sblocchiamo”.
Un anno fa, presentando il libro di Bruno Vespa, grande notaio, ai bei tempi, del contratto con gli italiani di Silvio Berlusconi, il premier aveva detto: “Investiamo — dice Matteo Renzi – 2 miliardi nei prossimi cinque anni in Sicilia per le strade e le ferrovie. E poi faremo anche il Ponte, portando l’alta velocità finalmente anche in Sicilia e investendo su Reggio Calabria, che è una città chiave per il sud”.
Oggi, dopo una performance televisiva da Del Debbio sulle reti Mediaset, con tanto di lavagna e assunzione d’impegno solenne, va oltre e assicura che l’opera porterà “100mila posti di lavoro”.
Luigi Crespi, l’uomo del contratto con gli italiani nel 2001, la vede così: “Renzi si presenta come un Berlusconi ripulito. Lo schema è semplice: lui realizza quello che Berlusconi ha fatto sognare. E aggredisce l’elettorato disorientato che fu di Forza Italia”.
L’elettorato cosiddetto moderato, soprattutto del Sud, è diventato il terreno di conquista, in vista del referendum, dopo che a palazzo Chigi è arrivato un sondaggio che indica proprio nel Mezzogiorno i punti di maggiore sofferenza del sì. E non a caso, nei giorni scorsi, il premier ha annunciato anche il G7 economico proprio a Bari e quello politico a Taormina.
Chissà . Sostiene Alessandra Ghisleri, infallibile sondaggista del Cavaliere: “È evidente che Renzi sta seguendo una sua liturgia che sembra quasi coincidere con quella del passato. L’incontro scontro con Travaglio dalla Gruber evoca quello di Berlusconi, con tutte le differenze di ascolti, pathos, immedesimazione. Poi la lavagna da Del Debbio con la firma su un documento di impegni che evoca il contratto con gli italiani. Ora un ulteriore passaggio”.
Il ponte, appunto. Opera assai divisiva.
Anche nel governo, col ministro Delrio non è mai stato un entusiasta del tema. Senza parole, invece la sinistra, perchè l’opposizione all’opera faraonica sinonimo, in un paese come l’Italia, di puro business è sempre stata un cavallo di battaglia del Pci, Pds, Ds, e anche Pd.
Basita ancor di più dopo che il governo Monti escogitò l’annullamento del contratto con Eurolink per decreto, mossa che ha aperto la strada al contenzioso pilotato dal numero uno di Impregilo Pietro Salini.
Una fonte di governo dice, a microfoni spenti: “Renzi aveva di fronte due strade. O chiedere all’Anticorruzione di Cantone che chissà come mai si occupa di tutto tranne che dello stretto di andare a vedere come si è creato un immane debito per lo Stato o riaprire il dialogo con Salini”.
Il premier ha scelto la seconda, riaprendolo informalmente negli ultimi mesi: “Allora — racconta Crespi – facemmo questo ragionamento. Il primo a ipotizzare il Ponte era stato Carlo magno, ma sono passati mille anni e nessuno ci è riuscito, nemmeno Craxi che ci ha provato, dicemmo: facciamolo così si passa alla storia. Chi lo fa passa alla storia più di Carlo Magno”. E chissà se è un caso che l’annuncio in pompa magna avviene proprio nel day after della data del referendum, nel primo giorno “formale” di campagna elettorale.
Il risultato della “liturgia” è tutt’altro capitolo della storia. “I tempi — prosegue la Ghisleri — e con essi il come si orienta il voto moderato sono diversi. Oggi, più delle grandi cose per le grandi imprese, si cercano i motori per far ripartire il tessuto delle piccole e medie imprese, con cose tempestive e dirette, meno celebrate. La modalità della comunicazione non può essere dissociata dal momento in cui sei immerso”.
Il primo decreto del governo Berlusconi sul Ponte è del 2002.
Sono passati 14 anni.
(da “Huffingtonpost”)
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