POVERTÀ, DISOCCUPAZIONE, CAMORRA: COSA SUCCEDERÀ A NAPOLI QUANDO, A SETTEMBRE, 70 MILA PERSONE IN CITTÀ PERDERANNO IL REDDITO DI CITTADINANZA?
PRESI D’ASSALTO I CENTRI DI ASSISTENZA FISCALE PER CHIEDERE SPIEGAZIONI E IL “COMITATO VELE DI SCAMPIA” E IL COORDINAMENTO DEI DISOCCUPATI MINACCIA PROTESTE DI PIAZZA: “IL GOVERNO NON HA CAPITO CHE, SE ALZA IL TIRO CONTRO LE FASCE PIÙ DEBOLI E LE PERIFERIE, CI SARANNO PROBLEMI DI ORDINE PUBBLICO”
Stringi stringi sta tutto in un numero (anzi, in un paio di numeri): a settembre, quando manderemo in pensione il reddito di cittadinanza, il 25% degli attuali beneficiari resterà all’asciutto. Cioè, su una platea che oggi conta circa un milione e 35mila famiglie con in tasca la carta gialla 260mila saranno costrette a restituirla.
Son mica pochi, 260mila nuclei famigliari. E sembrano ancora di più se nel computo ci mettiamo che, solo nel Napoletano, i precettori “occupabili” che rischiano di dover dire addio al bonus dei bonus sono 118mila e, a focalizzarsi ulteriormente selezionando appena la cerchia della città sotto al Vesuvio, da Posillipo al Rione Sanità, quella cifra tocca quota 70mila persone.
I Caf (i centri di assistenza fiscale) di Napoli e limitrofi sono stati presi d’assalto.
Il Comitato Vele a Scampia si è già detto pronto a dare battaglia. Non ci sta. «Il governo pensa di scherzare con la sofferenza delle persone», ha fatto sapere, da qualche giorno, Omero Benfenati che è il portavoce dei disoccupati del posto, «non ha capito che, se alza il tiro contro le fasce più deboli e le periferie, ci saranno problemi di ordine pubblico». Poi chiosa: «Siamo anche pronti a rinunciare al reddito, vogliamo solo lavorare».
(da agenzie)
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