Radici e Valori
DIO, PATRIA, FAMIGLIA
Un tempo – ma non un secolo fa – si diceva “Dio, Patria, Famiglia” per dar conto in modo stringato, maiuscolo e in forma tanto breve da poter essere scandita facilmente in slogan o spennellata sui muri, di tutto ciò che formava il bagaglio ideale, o se vogliamo dire, la dote della persona e della società , il contenuto ultimo e prezioso di un’epoca antica, ma non per questo vecchia, che bisognava a tutti i costi salvare dai tempi nuovi, ma non per questo migliori.
La storia (perchè ormai di storia si tratta) ci dice che una intera generazione di giovani e non, si è data d\’attorno in modi a volte giusti, a volte sbagliati o anche solo maldestri per custodire tutto quello che si pensava irrinunciabile e imperdibile : Dio, Patria, Famiglia, appunto. Un trinomio che era davvero messo sotto assedio in nome di un vento un tantino irruento che scompaginava le certezze e mandava all\’aria tante sovrastrutture, francamente obsolete, ma che con queste scardinava anche le fondamenta della casa, provocando voragini e vuoti paurosi. Sappiamo com’è andata a finire per un verso – per quel che riguarda i cosiddetti anni di piombo – ma come andrà per l’altro verso – cioè l’attacco che i poteri forti, più o meno nascosti, stanno portando alla società – non lo possiamo ancora immaginare, visto l’evolversi rapido delle situazioni. Ma quello che oggi, a distanza di anni è ormai chiaro, è che il tanto vituperato trinomio non era merce da poco e neppure un residuo nostalgico di altre epoche, come polvere che si accumula su vecchi mobili e che va spazzata via, ma rappresentava davvero il cuore del mondo. Della civiltà , se vogliamo sparare una parola grossa. Togli “Patria” e il paese dove vivi non e’ più una comunità solidale ma diventa terra di nessuno dove chi e’ più potente dirige le danze e manipola il consenso, togli “Famiglia” e ognuno va per conto suo, scansando affetti e legami per compiacersi solo di se stesso, arrotolandosi poi nella propria disperazione, infine togli “Dio” e inizi a creare un mondo pieno di chimere spaventose. Non si tratta di inutili allarmismi,bensì di prendere atto della realtà , e cioè che l’equipaggio non c’e’ più, è stato buttato a mare, e la barca sta andando paurosamente alla deriva senza alcun riferimento a cui agganciare la rotta: Ecco forse oggi occorrerebbe riunire una compagnia di nuovi e vecchi amici e scavare trincee, ma questa volta virtuali, preparandosi con pazienza a difendere insieme il futuro.
Flora
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