RAPPORTO GIMBE: MANCA ALL’APPELLO IL 45% DELLE DOSI DI VACCINO PREVISTE
OLTRE 530.000 CASI ATTUALMENTE POSITIVI AL COVID, IN 10 REGIONI OCCUPAZIONE TERAPIE INTENSIVE SOPRA IL 40%…IL CAMBIO DI PASSO NON C’E STATO
A due settimane dalla fine del primo trimestre manca all’appello il 45% delle dosi, quasi la metà dei vaccini previsti. Mentre il numero dei positivi al virus supera quota 530.000 e in 10 regioni il tasso di occupazione dei reparti delle terapie intensive è uguale o supera la soglia limite del 40%.
È quanto emerge dal monitoraggio basato sui dati della settimana dal 10 e il 16 marzo nel quale la Fondazione di Bologna registra un incremento di tutti i numeri.
Aumentano i nuovi positivi, i ricoverati con sintomi e, come detto, l’occupazione delle terapie intensive. E la campagna vaccinale stenta a entrare nel vivo, rallentata dal “caos AstraZeneca”
Dati alla mano, dal 10 al 16 marzo, la Fondazione rileva un ulteriore incremento dei nuovi casi (157.677 da 145.659) e dei morti (2.522 da 2.191). Continuano a salire i casi attualmente positivi (536.115 da 478.883), le persone in isolamento domiciliare (506.761 da 453.734), i ricoveri con sintomi (26.098 da 22.393) e le terapie intensive (3.256 da 2.756). In particolare, nelle terapie intensive si registra un incremento del tass9 di occupazione del 18,1%.
“L’ulteriore incremento dei nuovi casi – spiega il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta – ha determinato nell’ultima settimana la netta espansione del bacino dei casi attualmente positivi, aumentato di oltre 57 mila unità ”.
Cresce anche l’incidenza del virus. Rispetto alla settimana precedente, aumenta l’incidenza deii casi attualmente positivi per 100.000 abitanti in 16 Regioni e in 15 si registra un incremento percentuale dei nuovi casi.
L’aumento dei contagiati si riflette sulle curve dei servizi ospedalieri: l’occupazione dei posti letto di area medica da parte di pazienti Covid supera in 9 Regioni la soglia di allerta, fissata al 40%. Anche nelle terapie intensive, il cui tasso di saturazione nazionale oltrepassa la soglia critica attestandosi al 36%, l’occupazione da parte di pazienti Covid supera il 30% in 13 Regioni: in particolare, in 5 Regioni (Toscana, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Molise) è uguale o superiore al 40% e in altre 5 (Emilia Romagna, Lombardia, Umbria, Marche, Prov. autonoma di Trento) è uguale o superiore al 50%.
“Il sovraccarico ospedaliero – fa notare la responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione, Renata Gili – oltre a rendere più complessa l’assistenza dei pazienti Covid, aumenta lo stress di personale e servizi ospedalieri e impone di rimandare interventi chirurgici e altre prestazioni non urgenti per pazienti n9n contagiati dal virus”.
“A preoccupare — spiega il direttore operativo di Gimbe, Marco Mosti— è anche il trend in continua ascesa dei nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva: in 4 settimane la media mobile a 7 giorni è aumentata del 94,2%, passando da 134 a 260”.
Quanto alla campagna vaccinale, delle dosi previste per il primo trimestredi quest’anno, al 17 marzo risultano consegnate alle Regioni 8.597.500 dosi, poco più della metà di quelle previste. Hanno completato il ciclo vaccinale con la seconda dose 2.145.434 milioni di persone (il 3,6% della popolazione), con marcate differenze regionali: dal 2,71% della Calabria al 5,12% della Valle D’Aosta.
Ma l’accelerazione della vaccinazione di massa registrata nelle ultime settimane “ha subìto un’inevitabile battuta d’arresto dopo il blocco precauzionale e temporaneo del vaccino AstraZeneca”, si legge nel monitoraggio. Il nuovo parere dell’Ema è atteso per oggi.
“A seguito di questo increscioso episodio – commenta Cartabellotta – al di là dei tempi organizzativi per ripartire, non è possibile stimare la riduzione dell’adesione generale alla campagna vaccinale, nè l’impatto della diffidenza (o del rifiuto?) individuale rispetto al vaccino AstraZeneca”.
Degli oltre 4,4 milioni di over 80, 1.258.139 (28,5%) ha ricevuto solo la prima dose di vaccino e 469.783 (10,6%) hanno completato il ciclo vaccinale con rilevanti differenze regionali. Insomma, “la terza ondata è ripartita da un “altopiano” determinando la rapida saturazione di posti letto in area medica e terapia intensiva, in particolare in alcune Regioni – avverte il presidente di Gimbe –
In secondo luogo, il trend dei pazienti ospedalizzati e in terapia intensiva è in rapida ascesa e difficilmente raggiungerà il picco prima di 3 settimane dall’introduzione delle nuove misure restrittive. Infine, i ritardi delle forniture vaccinali e il caso AstraZeneca allontanano gli effetti della campagna vaccinale”.
Da qui la domanda di Cartabellotta: “In questo scenario, con una popolazione psicologicamente ed economicamente sfiancata e operatori sanitari allo stremo, quale sarà il cambio di passo del Governo Draghi per salvare, almeno in parte, la stagione estiva?”.
(da “La Repubblica”)
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