RAZZISMO, PUGNO DURO UEFA: MATCH A PORTE CHIUSE PER UNGHERIA, SLOVACCHIA E ROMANIA
PUNITI I COMPORTAMENTI RAZZISTI DEI TIFOSI, PER LA QUALIFICAZIONE AGLI EUROPEI 2020 ULULERANNO A CASA LORO… SOLO IN ITALIA I RAZZISTI RESTANO IMPUNITI
Il razzismo è una piaga che sta continuando a lacerare il mondo del calcio e allora la Uefa ricorre al pugno duro.
L’ente calcistico europeo ha deciso di irrogare la sanzione di un turno a porte chiuse, da scontare ad ottobre nei prossimi match casalinghi delle qualificazioni europee, nei confronti delle nazionali di Romania, Ungheria e Slovacchia.
Il provvedimento è stato preso per cori e comportamenti razzisti messi in atto dai loro tifosi nel corso degli ultimi impegni. Nei confronti di queste tre federazioni sono state comminate multe che variano da 83mila a 20mila euro.
Un tema di stringente attualità , purtroppo, anche in Italia come dimostrano i recenti episodi, ultimo in ordine di tempo quello di domenica sera durante l’incontro Atalanta-Fiorentina, interrotta per circa quattro minuti a cavallo della mezz’ora del primo tempo dall’arbitro Orsato a causa dei cori razzisti nei confronti del difensore brasiliano della Fiorentina Dalbert.
“A Roma Ceferin ha fatto i complimenti alla Federazione per come stavamo facendo passi in avanti, ma da febbraio 2019 ad ora la situazione è peggiorata e non ci fa piacere – riconosce Michele Uva, vicepresidente dell’Uefa su Radio Punto Nuovo -. È necessario prenderne coscienza e passare ai fatti, perchè le regole ci sono e vanno applicate. L’Uefa ha un protocollo chiaro, il razzismo in altre federazioni è quasi scomparso invece qui in Italia aumenta e non si capisce il motivo. Il male più grosso è non avere il coraggio di condannare gli episodi, o di bloccare le partite anche se ieri fortunatamente non è successo. La Figc sa bene che c’è un protocollo chiaro, non è detto che funzioni in tutti e 55 paesi perchè va adattato alle singole nazioni, però una traccia esiste ed è ricompresa nelle norme federali”.
(da agenzie)
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