RENZI E IL DIRITTO DI SALVINI DI PARLARE A MONDRAGONE
QUELLO CHE RENZI FINGE DI DIMENTICARE
Renzi: ” Deve essere chiaro che impedire a Matteo Salvini di parlare è un errore per la democrazia. Noi non condividiamo ciò che dice, ma in un Paese democratico il leader del primo partito italiano ha il diritto di parlare sempre e ovunque».
Renzi dovrebbe ricordare:
1) Salvini a Mondragone ha iniziato a parlare, nessuno glielo ha impedito. Poi si è bloccato l’impianto audio e ha smesso di parlare. Si è rotto da solo? E stato danneggiato dai contestatori? Difficile, visto che erano davanti al palco . O è stato staccato dai leghisti per togliersi dall’impiccio? Tutte ipotesi, nessuna certezza.
2) Salvini si fornisca di un servizio d’ordine padano per i suoi comizi itineranti. Con le migliaia di fans sovranisti sui social siamo certi che accorreranno a centinaia per offrirsi a scortarlo, tralasciando per un giorno gli apericena nei locali alla moda.
Immolarsi per il Capitone vuole dire entrare nella storia, sfruttate l’occasione. In altri tempi (quelli della destra sociale) erano i militanti a garantire la sicurezza dei leader nei comizi e nessuno piagnucolava (e volavano sassi e molotov, non acqua)
3) Concordiamo con Renzi che in democrazia tutti hanno diritto di fare comizi nelle forme previste dalla Costituzione e dalla legge.
Salvo chi istiga all’odio razziale violando le leggi, per i quali è previsto lo scioglimento del partito e la denuncia.
Se poi non si applica e si preferisce mettere la democrazia in pericolo non lamentatevi che ci sia il liberi tutti.
4) Se la Lega, ancora per poco, è il primo partito in Italia è grazie a governi come quelli di sedicente centrosinistra che hanno permesso che i sovranisti seminassero liberamente odio razziale, religioso e sociale in Italia senza muovere un dito e senza far applicare la legge vigente.
Troppe connivenze e convenienze nei confronti di seminatori d’odio, troppi interessi comuni, troppa tolleranza.
Fatevi un esame di coscienza, se riuscite a trovarla, ed evitateci lezioni di democrazia.
A destra la libertà di espressione l’abbiamo difesa a suo tempo con il sangue, quando qualcuno era ancora a riempire i pitali al Monviso o militava in Democrazia proletaria.
Quindi passi lunghi e ben distesi.
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