RESTA SENZA FONDI LA SOCIETA’ SPORTIVA CHE FA CORRERE I DISABILI: DA LUGLIO ASPETTA CHE LA RAGGI SI DEGNI DI RISPONDERGLI
PROGETTO FILIPPIDE E’ UN GRUPPO AMATO NELLA CAPITALE, SEGUE UN CENTINAIO DI RAGAZZI CON AUTISMO… “I SERVIZI SOCIALI SONO BLOCCATI, DOV’E’ L’ASSESSORE?”
Ci risiamo. Lo sport è per tutti, basta avere i soldi.
Il Progetto Filippide, l’associazione senza fini di lucro che svolge attività di allenamento e preparazione a competizioni sportive, con soggetti affetti da autismo e sindromi rare correlate, ogni anno si ritrova a interrogarsi sul proprio futuro.
Ma soprattutto sul futuro dei ragazzi e delle ragazze, circa un centinaio, che ogni giorno frequentano le strutture sportive romane e di altre città , seguiti da anni da volontari con competenze specifiche per queste disabilità .
Da luglio i responsabili dell’associazione hanno chiesto al Campidoglio i finanziamenti per andare avanti in questa attività che utilizza lo sport come strumenti di assistenza alle famiglie e integrazione di giovani e adulti che altrimenti resterebbero confinati dentro casa o emarginati da una società che spesso non è pronta ad accoglierli.
La questione Filippide è arrivata fino in Parlamento dove la deputata Paola Coccia ha denunciato: “Dove stanno andando le politiche sociali della città di Roma, qual è il futuro per lo sport e il sociale di questa città ? Sono circa 100 i ragazzi autistici e con sindrome di Down di Roma che da luglio attendono risposte dal comune sui fondi, non ancora erogati, per permettere loro di fare sport gratuitamente grazie al Progetto Filippide presente anche in altre città d’Italia. Un ringraziamento ai volontari e alle volontarie che in queste settimane si sono sostituiti gratuitamente e hanno permesso a questi ragazzi di fare comunque sport continuando il Progetto Filippide, almeno fino alla fine di questo mese.”
“Ma il punto – conclude Coccia – è anche un altro: i servizi sociali di questa città sono bloccati, dov’è l’assessore? C’è in questo Paese un diritto di fare sport per tutti? Noi pensiamo di sì, pensiamo che i ragazzi e le ragazze, soprattutto quelle che hanno più bisogno di una risposta da parte della società , possano avere facilità nella pratica sportiva”.
Quasi come se, passate le Paralimpiadi, ci si dimenticasse di quanto lo sport sia fondamentale per tutti, in particolare per i disabili, che spesso in questo tipo di attività trovano la forza di andare avanti.
(da “La Repubblica”)
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