RISPARMIATORI TRADITI IN MARCIA SU MONTECITORIO
CHI HA PERSO I SOLDI PER IL SALVA-BANCHE URLERA’ LA PROPRIA RABBIA DAVANTI ALLA CAMERA
Sono tanti, indignati e demoralizzati, e in queste ore si stanno preparando per “invadere” piazza Montecitorio a Roma, dove si trova la Camera dei deputati.
Sono l’esercito delle “vittime del Salva Banche”, ovvero i piccoli risparmiatori (in totale sono 130mila, tra cui 10mila famiglie con obbligazioni subordinate andate in fumo per un totale di 780 milioni di euro) che lunedì 23 novembre sono andati in banca e non hanno trovato più i propri risparmi.
Perchè investiti in obbligazioni subordinate o azioni di una delle quattro banche salvate dal governo, Banca Marche, Banca popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di risparmio di Ferrara, Cassa di risparmio della provincia di Chieti .
E che, a seguito del salvataggio, sono state azzerate.
Questo esercito silenzioso si è dato appuntamento domenica alle 15 a Roma.
L’evento è organizzato dalle “vittime del Salva Banche” e appoggiato da Adusbef-Consumatori e dal Movimento 5 stelle.
Mentre dentro la Camera si inizieranno a votare i primi emendamenti alla legge di Stabilità , proprio a partire dal decreto Salva banche e da quel Fondo di solidarietà ad hoc per risarcire i risparmiatori più piccoli, fuori la piazza griderà a gran voce la propria indignazione.
A parlare con loro, con le “vittime del salva Banche”, infatti, si percepisce, vivo, il dolore e la rabbia.
“Mio padre aveva investito centinaia di euro in obbligazioni, su consiglio della banca, e ora ha perso tutto”. Questa la frase più ricorrente che si sente. Perchè la maggior parte delle persone che sono state danneggiate dal salvataggio delle quattro banche sono per lo più anziani e le loro famiglie, che si sono negli anni affidati alla banca di fiducia per conservare i propri risparmi e tentare, perchè no, di farli fruttare anche un po’.
“Ci avevano assicurato che seppure fosse andato male l’investimento, avremmo comunque recuperato il capitale iniziale”, racconta Mara Gabbicini. E come lei molti altri.
La rabbia potrebbe per altro diventare un boomerang per le stesse quattro banche salvate e “depurate” da debiti e sofferenze.
“Dopo aver perso tutti i nostri risparmi sto azzerando il conto in banca e come me tutta la mia famiglie e molti altri mie concittadini — racconta Francesca Parisi, di Civitavecchia — Quello che è successo penso comporti una pregiudizievole in tutti gli altri correntisti nei confronti delle quattro banche ma anche nei confronti di tutto il mondo bancario. Si va ad incrinare a mio giudizio la fiducia in tutte le banche, la gente non si fida più”.
La storia di Francesca è simile a quella di molti altri risparmiatori danneggiati.
“Con questo provvedimento — racconta — mio padre, cardiopatico e invalido al 100% ha perso i risparmi di una vita. E io lo devo tutelare, non gli ho detto quello che è successo, non sopravviverebbe. Ogni giorno mi invento una bugia per rassicurarlo che noi non siamo stati danneggiati. E invece abbiamo perso 40 mila euro, tutti i risparmi che mio padre aveva messo da parte in una vita da operaio. Risparmi che aveva investito, senza sapere nemmeno cosa fossero le obbligazioni subordinate, in virtù di un rapporto di fidelizzazione costruito in 40 anni che è stato cliente diella banca. Ora devo curare mio padre ma non so come fare. Il danno non è solo economico, sono anche costretta a fare i salti mortali perchè mio padre non sappia cosa ci è successo”.
“A mia madre la banca ha ‘rubato’ 92 mila euro investiti in obbligazioni subordinate andate in fumo — racconta Joselito Arcioni, consigliere del M5s nel comune di Fabriano (Ancona) — Nel frattempo si è ammalata di Alzheimer e non so come fare, quei risparmi ci servivano”:
“Mio padre — racconta Lorenzo M. — è stato correntista di banca Etruria per una vita, era stato consigliere delle banca stessa e da lui ho ereditato delle obbligazioni rinnovate nel 2013. Nessuno all’epoca mi ha detto lo stato in cui versava la banca e ora ho perso oltre 150mila euro, ovvero tutti i risparmi di mio padre. Un danno, visto che ho una situazione lavorativa precaria e non riiesco ad andare in pensione con la legge attuale. Quei soldi mi avrebbero dato la possibilità di andare in pensione nel caso perdessi il lavoro. Alla fine penso che se avessero fatto una rapina in banca era meglio”.
“Mia nonna ha 78 anni — racconta Silvia B. – e ha perso 50mila euro di obbligazioni azzerate. Quando le ha sottoscritte l’unica domanda che ha fatto in banca è stata se il capitale iniziale sarebbe stato comunque garantito. E la risposta della banca era sì. Ora come farà ? Ha la pensione minima ma è troppo poco per vivere”.
Con questa rabbia addosso Francesca, Mara, Joselito, Lorenzo, Silvia e molti altri si riuniranno domani a Roma, per chiedere al governo di fare un passo indietro sul salva Banche.
“Mi auguro che siano presentati emendamenti a questo decreto salva Banche per modificarlo — dice il presidente di Adusbef, Elio Lannutti— Sono 2,6 i miliardi che servono” per salvare Banca Marche, Banca Etruria, Cassa di risparmio di Ferrara, Cassa di risparmio di Chieti “prendiamoli da Bankitalia. Inonderemo di citazioni la Banca d’Italia, oltre alle denunce penali. Ogni truffato denunci Bankitalia per omesso controllo”.
(da “Huffingtonpost”)
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