SALVINI VUOLE INCORONARE ZAIA A VITA (PER EVITARE DI VEDERSELO CONTRO PER LA SEGRETERIA DELLA LEGA)
FDI SI OPPONE A UN TERZO MANDATO
A 24 ore dalla presentazione dei simboli elettorali, non si sblocca la partita del candidato del centrodestra in Sardegna. Ieri il meloniano sindaco di Cagliari Paolo Truzzu ha lanciato la sua candidatura a Quartu Sant’Elena chiedendo al Partito Sardo d’Azione leghista e al governatore Christian Solinas di fare un passo indietro.
Ma a bloccare tutto è Matteo Salvini: venerdì, durante una riunione di partito, Solinas avrebbe voluto ritirarsi ma è stato fermato dal leader del Carroccio. Quest’ultimo, infatti, sa benissimo che Solinas alla fine dovrà fare un passo indietro e la coalizione correrà unita con Truzzu, ma per annunciarlo sta cercando di ottenere qualcosa in cambio.
Il grande obiettivo sarebbe la legge sul terzo mandato per i presidenti di Regione che “sbloccherebbe” Luca Zaia in Veneto, ma Fratelli d’Italia non ha alcuna intenzione di concedergliela, almeno prima delle elezioni europee.
Così Salvini le sta provando tutte per prendersi la Basilicata, o comunque ottenere un candidato civico di centrodestra diverso dal forzista Vito Bardi che possa permettere a Salvini e Antonio Tajani di esultare.
Non è un incastro facile. Perché la premier Giorgia Meloni sa che in questo caso chiuderebbe il fronte con la Lega ma aprirebbe quello con Forza Italia. Nel frattempo Salvini ha bloccato Solinas: nessun passo indietro ufficiale prima dell’incontro, che si terrà la prossima settimana, forse già martedì a margine del Consiglio dei ministri, tra il vicepremier leghista e Meloni a Palazzo Chigi per il chiarimento definitivo che non è arrivato nel vertice di giovedì a pranzo.
A bloccare la trattativa è stato proprio Salvini che per domani ha convocato il consiglio federale della Lega. I meloniani stavano cercando una via d’uscita con i leghisti Stefano Locatelli (responsabile Enti Locali) e Roberto Calderoli: un candidato civico in Basilicata o un’apertura sul Veneto.
Ma a stoppare tutto sono state le dichiarazioni di mercoledì del vicesegretario della Lega, Andrea Crippa, che ha minacciato lo strappo. A quel punto sia FdI che FI si sono irrigiditi. Tant’è che adesso difficilmente il Carroccio potrà ottenere il candidato in Basilicata, ma teme di perdere anche l’Umbria (si vota in autunno, dopo le Europee) dove la governatrice leghista Donatella Tesei ha tenuto fuori FdI dalla giunta. Alla fine, è la previsione dei vertici meloniani, è probabile che, di fronte allo scontro aperto, l’unico cambio possa essere in Sardegna: FdI potrà esultare per avere ottenuto Truzzu, Forza Italia per aver riconfermato Bardi in Basilicata e la Lega Tesei in Umbria.
E Solinas ritirarsi per il “bene della coalizione”. Ieri intanto Truzzu ha aperto la campagna elettorale a un evento di Fratelli d’Italia e Azione Giovani. Durante la kermesse ha chiesto agli alleati di sostenerlo: “Il vostro posto è qui, state al nostro fianco. E se avete un dubbio la cosa che vi chiedo è che lo sciogliate subito, per rispetto di tutti. Questo tira e molla non aiuta nessuno”. Nessuna risposta da Lega e Partito Sardo D’Azione.
Fratelli d’Italia invece non ha intenzione di fare concessioni sul terzo mandato. La Lega ha presentato alla Camera una proposta di legge costruita su misura per Zaia in Veneto che scade nel 2025. Con una novità: la legge è scritta in maniera tale che il governatore possa rimanere al suo posto non per un solo altro mandato ma addirittura per altri tre, per un totale di sei. Non più quindi 15 anni al massimo, ma ben 30. All’articolo 2 della proposta del segretario regionale Alberto Stefani, depositata alla Camera, infatti si legge che “le disposizioni della presente legge si applicano con riferimento ai mandati successivi alle elezioni effettuate dopo la data di entrata in vigore delle leggi regionali di attuazione”. Traduzione: i tre mandati partono dal momento in cui la Regione recepisce la legge. Secondo il Corriere del Veneto, infatti, sarebbero già emersi i primi dubbi da parte degli uffici legislativi della Camera. Ed è anche per questo che Fratelli d’Italia si dice contraria. Fino alle elezioni europee non ci sarà alcuna apertura su questo fronte.
(da Il Fatto Quotidiano)
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