SARÀ LA MANOVRA DELLE PROMESSE TRADITE: IL VICEMINISTRO MELONIANO ALL’ECONOMIA, MAURIZIO LEO, È COSTRETTO AD AMMETTERE CHE “LA LEGGE DI BILANCIO È UN WORK IN PROGRESS, VEDREMO COME TROVARE LE RISORSE, QUELLO CHE SI POTRÀ FARE SI FARÀ”
TRADOTTO: LE COPERTURE PER ACCONTENTARE TUTTI NON CI SONO. LA PRIMA MISURA A SALTARE POTREBBE ESSERE LA NUOVA ROTTAMAZIONE DELLE CARTELLE ESATTORIALI VOLUTA DA SALVINI. PER FDI E PER FORZA ITALIA LA PRIORITÀ È IL TAGLIO DELL’IRPEF AL CETO MEDIO, CHE COSTERÀ 4 MILIARDI
La manovra resta un cantiere aperto: le coperture sono in alto mare ed è anche per questo motivo che i leader del centrodestra che si sono incontrati mercoledì a Palazzo Chigi hanno deciso di non affrontare il tema. Un quadro più preciso potrà essere fatto tra una decina di giorni quando verranno pubblicati dall’Istat i dati di contabilità nazionale.
Il vice ministro dell’Economia Maurizio Leo conferma: «La legge di bilancio è un work in progress, siamo interessati a tutte le proposte che arrivano dalle forze di maggioranza. Vedremo come trovare le risorse, quello che si potrà fare si farà – assicura l’esponente di Fratelli d’Italia – ma ancora bisogna fare tutti i conteggi».
Tra le misure esaminate dai tecnici prende piede l’idea di istituire una flat tax sulle parti variabili dei salari: dai festivi agli straordinari, passando per il lavoro notturno e, appunto, la produttività. Così si sottrarrebbero queste voci alla tassazione complessiva a cui è soggetto il cedolino, ottenendo un aumento del netto.
Si tratterebbe di un’aliquota ad hoc con un tetto, prendendo a riferimento la misura sulla produttività che scade nel 2027 e prevede una tassazione del 5% fino a tremila euro lordi con tetto di reddito di 80 mila euro l’anno. L’aliquota e la soglia però sono ancora da individuare, tuttavia Matteo Salvini propone zero tasse sui premi.
Ma sia per Fratelli d’Italia, sia per Forza Italia, la priorità della
legge di bilancio è il taglio dell’Irpef al ceto medio, riducendo di due punti l’aliquota del 35% per i redditi tra 28 mila e 50-60 mila euro. Il costo è di 4 miliardi e potrebbe essere coperto con il gettito del concordato biennale e la quota strutturale della lotta all’evasione.
Diventa però difficile trovare altri 4-5 miliardi da destinare alla quinta rottamazione della Lega che prevede il pagamento dei debiti con il fisco in 120 rate, senza versare interessi e sanzioni. Anche perché nella manovra dovranno esser reperiti svariati miliardi per la sanità, le pensioni e l’Ires premiale.
Lo stallo sulla sanatoria chiesta da Salvini è evidente: il disegno di legge è all’esame della commissione Finanze del Senato, però la scadenza degli emendamenti fissata per oggi è slittata al 22 settembre. E proprio gli emendamenti sono fondamentali per capire che limiti saranno imposti ai contribuenti che pronti a beneficiarne.
Sicuramente, saranno esclusi i recidivi seriali, quelli che hanno aderito alle precedenti rottamazioni e sono decaduti per non aver saldato le rate. Il vice ministro Leo lo ribadisce: «Nessuno nella maggioranza di governo è contrario alla rottamazione ma va fatta cum grano salis, con interventi selettivi per chi si trova effettivamente in difficoltà, senza dare spazio ai recidivi che possono pagare e che usano meccanismi pretestuosi per non farlo».
Ieri il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge delega per il riordino della professione economico-giuridica che conta 120 mila soggetti in tutta Italia. Tempi più rapidi per
diventare dottore commercialista ed esperto contabile, effettuando il tirocinio per accedere all’abilitazione durante i corsi universitari. Nel ddl si evidenzia poi la necessità di rispettare le disposizioni della legge sull’equo compenso
(da la Stampa)
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