“SEI STATA IN AFRICA, CI ATTACCHI L’EBOLA”: BIMBA LASCIATA FUORI DALL’ASILO. MA IN GALERA DOVREBBE ANDARCI CHI DIFFONDE VOLUTAMENTE ALLARME SOCIALE, COME PREVISTO DALL’ART 658 DEL CODICE PENALE
CHANEL, TRE ANNI E FIGLIA DI UN CARABINIERE: “E’ UNA FOLLIA, HO FATTO FARE A MIA FIGLIA TUTTE LE ANALISI”
Lasciata fuori dalla scuola dalle mamme degli altri alunni perchè ‘accusata’ di poter portare l’ebola.
E’ successo la scorsa settimana in una scuola di Fiumicino a una bambina di 3 anni: Chanel.
La piccola, di ritorno da un viaggio in Uganda insieme ai genitori e alla sorella, si è vista sbarrare le porte della scuola statale “Porto Romano” da un gruppo di madri dei suoi compagni per la paura incontrollata del virus e un allarmismo diffuso al limite del razzismo.
“Abbiamo passato giorni di angoscia – racconta al quotidiano online In terris il papà , Massimiliano – Eppure non c’era alcun motivo reale per poter solo immaginare qualche rischio; l’unica spiegazione è che venivamo dall’Africa. Ma l’Uganda non è un paese contagiato e comunque ho fatto fare alle mie figlie tutte le analisi necessarie a stabilire la loro totale buona salute. Non solo, ma mia figlia non ha avuto alcun sintomo particolare, nè una febbre nè un raffreddore. Ciò che è accaduto è pura follia…”.
L’uomo è un carabinieri che per lavoro effettua frequenti viaggi nei paesi africani.
“Le mamme” spiega Angelo Perfetti, il giornalista che per primo ha raccontato la storia, “hanno imposto una legge nuova: o lei, o gli altri; se Chanel fosse entrata in aula sarebbero usciti i suoi compagni di classe. Di più: i 21 giorni di incubazione della malattia sono stati presi come parametro per calcolare quando la piccola avrebbe potuto rioccupare il suo posto tra i banchi. Cosa avvenuta invece questa settimana grazie alla mediazione della preside, che pure aveva garantito da parte della scuola la possibilità di entrare in classe, e che con la sua presenza ha fatto in modo di superare l’ostracismo che si era evidenziato”.
La bambina è comunque rimasta a casa per una settimana, così hanno preferito i genitori per far calmare le acque prima di far tornare a scuola la bimba, nonostante le rassicurazioni della dirigente scolastica, Lorella Iannarelli.
Che ha spiegato: “A preoccupare tre, quattro genitori – spiega la preside – era il ritorno in classe di una bambina che aveva fatto un viaggio in Uganda. Qualcuno ha messo in giro la voce che alcuni genitori erano intenzionati a tenere a casa i propri figli per evitare che entrassero in contatto con la bambina”.
Voci che però hanno portato l’istituto ad attivare una serie di verifiche. “La bambina è tornata in Italia il 14 ottobre – spiega la direttrice scolastica – abbiamo chiamato il papà che ha portato un certificato medico, abbiamo anche chiamato il medico che in Uganda aveva visitato la bambina e ci siamo informati in aeroporto se l’Uganda fosse un paese a rischio, scoprendo che non lo è. Il comportamento di alcuni genitori avrà offeso la mamma della bimba che in un primo momento aveva chiesto il nulla osta per un trasferimento e che la figlia cambiasse sezione. Ipotesi poi rientrata. La bambina è rimasta a casa qualche giorno dal ritorno in Italia: probabilmente per cortesia da parte della famiglia o perchè era stanca del viaggio. Comunque lunedì scorso è rientrata a scuola senza nessun problema da parte dei genitori dei suoi compagni di classe. Non ho avuto nessuna segnalazione da parte delle maestre, ciò mi induce a pensare che non ci siano state assenze ingiustificate”.
(da “La Repubblica”)
Commento
Quando la magistratura applicherà l’art. 658 del Codice Penale ?
“Chiunque, annunziando disastri, infortuni o pericoli inesistenti, suscita allarme presso l’Autorità , o presso enti o persone che esercitano un pubblico servizio, è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da dieci euro a cinquecentosedici euro”
Leave a Reply