AEROPORTO DELL’AQUILA: DA SCALO A DISCARICA ABUSIVA
SI INDAGA PER TRAFFICO ILLECITO DI RIFIUTI, SEQUESTRATA L’AREA
L’aeroporto degli sprechi, potenziato a suon di milioni di euro e mai utilizzato, è diventato una discarica abusiva.
Traffico illecito di rifiuti provenienti dalle macerie di edifici privati distrutti dal sisma del 2009, è l’ipotesi di reato di un’inchiesta della Procura distrettuale antimafia dell’Aquila in cui sono indagate sei persone.
Succede precisamente a Preturo, nel cuore dell’Appennino devastato dal terremoto del 2009 e mai risorto.
Il gip ha autorizzato il sequestro di un’area di circa 20mila metri quadrati dentro lo scalo. Un ultimo atto che segna la vita travagliata di questo scalo, passato da semplice aeroclub a pista d’atterraggio per i grandi della terra in occasione del G8, per finire a deposito di rifiuti.
Sono trecento gli scarichi abusivi effettuati tra i mesi di marzo e maggio 2014, tutti ripresi e documentati.
Corpo forestale, polizia e finanza infatti, seguivano da tempo l’andirivieni di mezzi pesanti carichi di ferro, asfalto e calcestruzzo, mischiati a terra di risulta.
Sembra che l’idea fosse quella di utilizzare i rifiuti per realizzare la nuova area di sicurezza di fine pista, utile per ridurre i rischi per gli aerei in caso di atterraggio lungo o uscita fuori pista.
Un progetto “a costo zero”, che avrebbe consentito un risparmio di circa 36mila euro.
Eppure di soldi in questi anni, l’aeroporto ne ha macinati parecchi.
Finanziamenti a pioggia, finanziamenti a fondo perduto, per uno scalo che non ha mai visto attivi i collegamenti più volte annunciati in pompa magna: Lombardia, Sicilia e Sardegna, Albania e Macedonia. Niente.
L’aeroporto a sei chilometri dall’Aquila, la cui ragion d’essere è stata più volte contestata dalla stessa Confindustria regionale, giace inerme di fronte all’ennesimo scandalo.
A finire nei guai sono in sei, tutti indagati.
Si tratta dell’amministratore e del direttore commerciale della società Xpress che gestisce l’aeroporto, Giuseppe Musarella e Ignazio Chiaramonte, di un ingegnere del Comune dell’Aquila, Mario Corridore, e di tre imprenditori, titolari delle ditte di autotrasporti Delta impianti dell’Aquila, Lunari di Rieti e Xpress srl.
Gli agenti hanno eseguito i decreti di sequestro preventivo emessi dal gip dell’Aquila Guendalina Buccella, e il sequestro probatorio di una parte dell’area interna all’aeroporto, di sei autocarri di proprietà delle ditte di autotrasporti, e di beni della Xpress srl.
Per il momento, dai primi accertamenti preliminari sul materiale interrato, non sono state rilevate tracce di sostanze radioattive, sebbene una presunta connessione tra la società che gestisce l’aeroporto e una società di trasporto di rifiuti radioattivi avesse allertato gli investigatori.
Ma è solo l’ultima puntata della tormentata storia dell’aeroporto aquilano.
Inaugurato nell’estate del 2009 in vista del vertice del G8, dopo pochi mesi ottiene il via libera dal Comune all’apertura al traffico commerciale e all’attivazione di una linea per il trasporto civile.
Nel giugno del 2010 ecco apparire l’ipotesi di voli charter per Sicilia e Sardegna, ma bisogna completare i lavori e mancano le autorizzazioni per far partire le attività .
Intanto è in atto un contenzioso legale per la gestione dello scalo: secondo la Saga, la società che gestisce l’aeroporto d’Abruzzo a Pescara, il bando del Comune dell’Aquila (in un primo tempo vinto dalla società valdostana Air Valleè) conterrebbe dei vizi formali che lo renderebbero nullo.
Le grane non sembrano finire: lo scalo infatti funziona in partenza, non al ritorno.
Sulla pista non si possono effettuare atterraggi nelle ore notturne, è troppo corta, solo 1.400 metri.
E così, il volo inaugurale con a bordo la squadra dell’Aquila calcio, parte da Preturo per la Sardegna ma al ritorno atterra a Ciampino. Niente paura però, l’Air Valleè e il Comune assicurano entro fine anno il completamento delle certificazioni con l’Enav (l’ente nazionale aviazione).
E invece, nel giugno del 2011 ecco pronto il bando europeo per trovare un nuovo gestore. Risponde al bando solo la Transervice, ma viene esclusa per “carenza di documentazione”.
Nel balletto delle chiusure e riaperture, nel febbraio del 2012, è la società Xpress a spuntarla, assicurando l’attivazione di due voli settimanali: uno diretto a Milano, l’altro con destinazione Sardegna o Sicilia, oltre a un collegamento con l’Albania.
I lavori in corso durano circa un anno, alla fine del quale la Xpress annuncia altri voli, questa volta per Ciampino e Milano.
Ma il 2013 finisce e dei voli non vi è traccia. Iniziano invece i guai giudiziari. A febbraio di quest’anno, l’affidamento dell’appalto per la gestione dello scalo finisce sotto la lente della magistratura: si vuole accertare che la XPress abbia i requisiti non solo per la gestione del trasporto bagagli e di materiale radioattivo, ma anche per il trasporto delle persone.
Intanto, a maggio, parte finalmente il primo volo per Milano. Ma è un flop: si vendono solo quattro biglietti.
E ci si avvia all’epilogo più inatteso per uno scalo aereo, che invece di accogliere passeggeri raccoglie rifiuti.
Melissa Di Sano
(da “il Fatto Quotidiano“)
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