IL PD DI LOTTA E DI GOVERNO, DIVISO TRA CGIL E LEOPOLDA
SABATO IL DOPPIO APPUNTAMENTO: LA MANIFESTAZIONE DEL SINDACATO A ROMA E LA KERMESSE RENZIANA A FIRENZE…E UN GRANDE DUBBIO: “MI SI NOTA DI PIÙ SE VADO O NO?”
Maria Elena Boschi, ministro delle Riforme, sta lavorando notte e giorno per l’organizzazione, ma non sarà sul palco.
Lo stesso il sottosegretario a Palazzo Chigi, Luca Lotti, che da sempre preferisce lavorare nelle retrovie.
Il ministro della Pa, Marianna Madia interverrà dal palco, così come Roberta Pinotti, ministro della Difesa, in lizza per il Quirinale.
Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, sarà presente in modo “attivo”. Presente pure il ministro della Cultura, Dario Franceschini.
La prima Leopolda di governo vedrà arrivare mezzo esecutivo, più una nutrita schiera di sottosegretari, da Angelo Rughetti a Ivan Scalfarotto.
L’evento che fu il trampolino di lancio della rottamazione, diventa di governo. Di nome e di fatto.
In contemporanea sabato a San Giovanni nella manifestazione organizzata dalla Cgil contro il governo ci saranno delle figure non esattamente secondarie a partire da Guglielmo Epifani (“Sono iscritto alla Cgil, anzi allo Spi”), che è il presidente della Commissione Finanze e Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro, quella che sulla carta ha in mano le sorti della riforma del lavoro (anche se poi l’ultima parola — ma no? -è al governo con i decreti attuativi).
Ecco di nuovo il Pd di lotta e di governo. Anche se Renzi ha provato a disinnescare la miccia invitando tutti a Firenze: “Venite a vedere”, ha detto. “Non sabato, che avete altro da fare”. Seconda la regola del “non ti curar di lor, ma guarda e passa”.
I renziani di fede provata, antica e recente, ci saranno tutti. Alcuni faranno a gomitate per intervenire, altri aspettano un invito ufficiale.
Sul palco tre deputati più o meno sconosciuti: Luigi Famiglietti, Silvia Fregolent e Edoardo Fanucci.
Più Lorenza Bonaccorsi, un po’ più nota. Almeno un rapido passaggio lo faranno tutti i membri della segreteria.
Ma nella vecchia stazione di Firenze arriveranno franceschiniani doc, come Marina Sereni (che spera in un posto da ministro) e Ettore Rosato, renzianissimi come i parlamentari David Ermini, Andrea Marcucci, Simona Bonafè, giovani in ascesa, come Marco Di Maio, “convertiti” da un po’ e ora ultras convinti, come Alessia Morani e Alessandra Moretti, critici come Matteo Richetti.
Per molti altri, magari alla prima esperienza in Parlamento, sarà la prima volta: un’occasione imperdibile per condividere un’esperienza con “Matteo”.
E la prova generale di quello che sarà il “partito nazione”, aperto a tutti e poco interessato alle strutture tradizionali.
Pippo Civati, che fu sul palco degli esordi, andrà a San Giovanni e con lui tutti i suoi. In piazza, Stefano Fassina, Gianni Cuperlo, Alfredo D’Attorre.
Poi, c’è pure chi non va nè da una parte, nè dall’altra.
Il presidente del Pd Matteo Orfini va in Cina con una delegazione del partito.
Per i giovani turchi c’è un problema. A manifestare contro il governo, visto che sono una minoranza renziana, non ci possono andare.
Anche se la piazza sarebbe il loro luogo naturale.
E alla Leopolda? Discussione in corso. Decideranno per una delegazione, capitanata da Valentina Paris, in segreteria.
La regola è sempre la stessa, da Nanni Moretti in poi, “…mi si nota di più…”.
Se è per Enrico Letta sarà a Trieste per una lezione alla scuola di formazione politica, promossa da http://www.lab.it   di Francesco Russo (senatore Pd, anche lui lontano da Firenze).
E Roberto Speranza, capogruppo a Montecitorio, uno dei capi ufficiali della minoranza, ma pronto ad esaudire i desideri del premier? Sarà a festeggiare Matera.
Non a Firenze neanche l’ora fedelissimo capogruppo al Senato, Luigi Zanda.
Il dilemma non è solo esserci o non esserci, ma anche dove essere.
Francesco Boccia, uscendo in serata dalla Camera, alla domanda se va alla Leopolda, scherzando risponde “Non fumo”.
Wanda Marra
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