SETTE RIFLESSIONI SULL’ESITO DELL’ASSEMBLEA DELLA FONDAZIONE AN
LE CONTRADDIZIONI DEI FRONTI CONTRAPPOSTI
Non ci ha mai appassionato la caccia al tesoro della Fondazione An da parte delle varie sedicenti componenti della attuale destra italiana, ma al termine della corsa dei ronzini al forziere qualche riflessione vale la pena di farla, perchè anche dietro gli aspetti umoristici si possono trovare le ragioni dello sfacelo della destra nel nostro Paese.
Poichè l’occasione era vista da molti come la possibilità di “ricostruire” una destra credibile viene da porsi alcune questioni:
1) Se destra è legalità , almeno tre colonnelli inquisiti con relativo seguito non avrebbero dovuto avere diritto di cittadinanza a deciderne le sorti future.
2) Se la destra è coerenza, chi ora milita in partiti di centro che c’azzecca, direbbe Di Pietro, con il dibattito in corso? Pensino alle sorti dei loro partiti.
3) Il simbolo di An non può essere dato in affitto a chi tiene lo strascico a un partito antinazionale e xenofobo, in aperto contrasto con la storia e i valori di Alleanza Nazionale
4) E’ ridicolo spendersi per mesi in pseudo-dibattiti interni quando è evidente che chi ha già una sua forma-partito non ha alcuna intenzione di rinunciare al suo 3-4% che garantisce pur sempre la certezza di non dover andare a lavorare.
Ai cognati d’Italia interessa aggregare al carro qualche utile pirla per aumentare dello 0,01% i consensi e stabilizzare le proprie poltrone, non certo disegnare una destra moderna.
5) Dall’altra parte, quella dei ricostruttori quarantenni, ci si chieda: ma come si fa a farsi rappresentare in questa ipotetica battaglia da Alemanno e Bocchino?
E’ come giocare con due difensori esperti in autogol, perderebbe anche il Barcellona contro il Borgosesia.
6) Si noti il fatto che alla fine sono sempre gli stessi a tirare le fila, quelli che hanno distrutto la destra italiana: cambiano partito e costumi di scena, ma sempre caratteristi rimangono.
Mai vista un’opera teatrale di successo senza primattori veri, capaci di occupare la scena con un testo capace di suscitare passioni.
7) La dice lunga che il dibattito si sia fossilizzato sul patrimonio, ovvero sui quattrini: tra chi voleva usarli per finanziare “il nuovo” e chi aveva l’unico scopo di impedirlo per non avere concorrenti al loro “dolce far niente”.
Morale finale: fino a che queste vecchie cariatidi non scompariranno dalla scena, nessun rinnovamento potrà emergere da un ambiente dove loro siano presenti.
Ai tanti giovani che credono ancora in un vero cambiamento un consiglio: imparate a camminare con le vostre gambe perchè andando con gli zoppi si finisce per zoppicare anche se avete un fisico atletico.
E la destra del futuro si disegna con idee nuove, una linea politica coerente, sacrifici e passione, non cercando mappe per raggiungere l’isola del tesoretto.
Troppi pirana in giro.
Leave a Reply