LE MANOVRE FISCALI DI RENZI PER SVUOTARE LE DESTRE
PROMETTE SGRAVI SU TASI, IRES E CANONE PER ACCAPARRARSI ELETTORI DI CENTRODESTRA…MA A DESTRA NESSUNO E’ CAPACE DI PRENDERE VOTI A SINISTRA
Un taglio delle tasse che sa di sfida e di Opa ostile sugli elettori del centrodestra.
Del resto Matteo Renzi ha sempre detto: “A me non interessa Berlusconi, interessano i voti che ha Berlusconi”.
L’intento politico del premier è chiaro ed è quello di prosciugare Forza Italia, rendere il partito irrilevante ma soprattutto metterlo in difficoltà alla prova dell’Aula.
“Non solo Verdini, ma dopo il taglio delle tasse che propongo voglio vedere chi, nel centrodestra dilaniato, avrà il coraggio di non votare la legge di stabilità “.
È questo il cavallo di battaglia e il concetto che il segretario del Pd va ripetendo ai suoi in queste ore mentre viene messa a punto la manovra finanziaria che, non a caso, prevede un taglio delle tasse che Renzi definisce “senza precedenti”.
Ad esempio, il taglio dell’Ires per le imprese verrà anticipato al 2016 e riguarderà tutta Italia, non solo il Sud.
“Il prossimo anno – ha annunciato il premier durante la trasmissione ‘In mezz’ora’ – ci sarà un intervento significativo sul lavoro e riguarderà la riduzione delle tasse alle imprese. Il taglio dell’Ires volevamo farlo nel 2017 e invece pensiamo di poterlo anticipare almeno in parte al 2016”.
E poi, ecco il messaggio che Renzi rivolge a quella platea di elettori che storicamente ha sempre guardato a destra più che a sinistra: “Oggi in Italia, tra Ires e Irap, le tasse che pagano gli imprenditori sugli utili sono il 31,4%, la Francia è al 32, la Germania è al 30 e gli altri stanno tra il 25 e il 30. Quella che ce le ha più basse di tutti è la Spagna, al 25%. Io voglio fare meglio della Spagna, sicuramente nel 2017 andremo sotto. Io voglio l’economia più forte d’Europa”.
Quindi, stando a quanto ha detto il presidente del Consiglio, le tasse per gli imprenditori dovrebbero scendere, nell’arco di due anni, di almeno sei punti e mezzo percentuali.
Secondo la Cgia di Mestre, intanto, ogni punto di riduzione dell’aliquota Ires consentirebbe alle società di capitali e ai grandi gruppi di pagare complessivamente 1,2 miliardi di euro in meno di tasse all’anno.
Un modo questo per pescare nel bacino dell’elettorato berlusconiano: pallino da sempre del premier. In fondo, nell’annuncio di Renzi si scorge anche un’accusa al centrodestra e un invito agli elettori che suona più o meno così: “Farò un taglio delle tasse che Berlusconi ha sempre promesso e mai realizzato. Quindi, volete dare retta a un centrodestra smembrato ed egemonizzato da Matteo Salvini o vi fidate di me?”. Tanto che il premier ha voluto puntualizzare questo concetto con queste parole: “C’è un dato di fatto che riguarda Verdini, Alfano, Tosi, Fitto, la Lega di Salvini e Maroni, e cioÄ— che la destra in Italia è molto in crisi e molto frammentata”.
Ed è in questa frammentazione che il Pd targato Renzi vuole andare a conquistare terreno. Terreno prima di adesso inesplorato.
Sul piatto il presidente del Consiglio offre anche la riduzione del canone Rai e annuncia di metterlo in bolletta per combattere così l’evasione fiscale, e poi ribadisce che abolirà la tassa sulla prima casa e l’Imu sui terreni agricoli. Manovra già messa in atto nel 2008 dall’allora premier Berlusconi e che nel 2016 costerà ai Comuni 5 miliardi.
Ma la marcia nella prateria dell’elettorato berlusconiano espone il premier a incursioni a sinistra e ad attacchi da parte della minoranza dem che si sente orfana del suo partito.
“Renzi e Verdini, con i reciproci apprezzamenti e l’impegno a proseguire la collaborazione oltre l’ambito costituzionale anche su fisco e giustizia, confermano – sostiene Alfredo D’Attorre – che ormai si sta consolidando una nuova maggioranza. Siamo ormai alla demolizione anche simbolica dell’eredità dell’Ulivo e del centrosinistra”.
Anzi, con la legge di stabilità “Renzi traccia una linea ideale per l’apertura a destra”.
Nonostante qualcuno tra i parlamentari di Forza Italia, tra cui Mara Carfagna, bolli come “semplice propaganda” gli annunci di Renzi, l’imbarazzo su questo fronte c’è ed è evidente.
Anche perchè lo sfondamento del segretario Pd a destra ormai è più che iniziato.
(da “Huffingtonpost”)
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