SO’ DOLORI SE IL GOVERNO SCARICA LA “ZARINA”GIUSI BARTOLOZZI PER IL CASO ALMASRI: LA CAPO DI GABINETTO DI NORDIO È CUSTODE DI SEGRETI IMPORTANTI E DI PRATICHE RISERVATISSIME
HA AVUTO UN RUOLO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER SULL’ANARCHICO ALFREDO COSPITO E NEL CASO DI ARTEM USS, FIGLIO DI UN OLIGARCA AMICO DI PUTIN, FUGGITO MENTRE ERA AI DOMICILIARI… BARTOLOZZI POTREBBE ESSERE INDAGATA DALLA PROCURA DI ROMA: A INCASTRARLA SAREBBERO DEL RESTO TUTTE QUELLE “DICHIARAZIONI MENDACI” RESE AL TRIBUNALE DEI MINISTRI
L’anarchico al 41-bis e i coinquilini chiacchieroni, il figlio dell’oligarca russo amico di Vladimir Putin, il torturatore libico sul Falcon 900. Per non parlare dei retroscena sulla riforma della giustizia o sull’abrogazione del reato di abuso di ufficio e di tutti gli altri dossier impilati sulla scrivania del ministro Carlo Nordio.
Sul caso Almasri sarebbe più facile per tutto il governo scaricare la responsabilità politica su Giuseppa “Giusi” Lara Bartolozzi, la capa di gabinetto che di fatto ha gestito la scarcerazione del miliziano che si è macchiato di crimini di guerra e contro l’umanità indicibili. Ma non è poi così possibile o scontato. Costringerla alle dimissioni? Demansionarla? No. La zarina di via Arenula è la custode dei segreti cruciali del paese e di pratiche riservatissime.
Ex magistrata, ex parlamentare di Forza Italia, la tecnica ha conquistato la stima incondizionata del ministro e anche del suo sottosegretario Andrea Delmastro Delle Vedove, ma soprattutto ha messo il naso in fascicoli che, qualora resi pubblici in tutte le loro sfaccettature, potrebbero scottare l’esecutivo Meloni.
È lei, ufficialmente braccio destro di Nordio dal 24 ottobre 2022, ad aver gestito faccende delicatissime con esiti non troppo felici. Tra queste ce ne sono due in particolare che hanno allarmato la maggioranza per la loro gestione: caso Cospito e caso Uss. Su entrambi, dicono da Palazzo Chigi, Nordio sarebbe stato «mal consigliato da Bartolozzi».
Partiamo dall’anarchico insurrezionalista, autore della gambizzazione del manager di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi. Il 31 gennaio 2023 nell’aula di Montecitorio il deputato di FdI Giovanni Donzelli aveva letto passaggi di una relazione del gruppo speciale della polizia penitenziaria che opera all’interno del 41-bis, quello del detenuto Cospito.
La relazione, contenente informazioni sensibili sull’anarchico e un gruppo di boss mafiosi, era stata sfruttata da Donzelli per colpire l’opposizione che in quei giorni andò a trovare Cospito in carcere. Chi aveva fornito quelle informazioni al meloniano era stato Delmastro, all’epoca suo coinquilino, con delega alla penitenziaria. Si è discusso in quei giorni sulla natura di quei dati certamente riservati.
Così, dopo l’azzardo di Donzelli, il ministro Nordio ha lanciato il salvagente al suo sottosegretario. Il tentativo, però, si è rivelato maldestro: quegli atti, ha sostenuto il guardasigilli in base a un parere firmato dalla zarina in persona, non erano segreti, ma a “limitata divulgazione”.
Era vero? L’inchiesta della procura di Roma dimostrerà il contrario. E Delmastro, dopo un iter giudiziario complesso, a febbraio scorso verrà condannato a otto mesi proprio per rivelazione di segreto. Un pasticcio, insomma, targato Giusi Bartolozzi. Ancora.
Tra i corridoi di via Arenula è noto un altro episodio rivelatore del metodo usato dalla “ministra” accentratrice. Nei giorni caldi del caso di Artem Uss, il cittadino russo accusato di frode bancaria, riciclaggio e contrabbando di armi, evaso dai domiciliari in Italia, Nordio – sempre suggerito da Bartolozzi – ha infatti scelto lo scontro con la procura di Milano.
A tal punto che l’Associazione nazionale magistrati reagì all’avvio dell’azione disciplinare da parte del ministero nei confronti della corte d’appello di Milano, i cui giudici erano accusati di grave negligenza (i magistrati avevano concesso gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico ad Uss, che riuscì appunto a scappare). Ad avviare l’azione disciplinare era stato per l’appunto il ministro della Giustizia.
Un atto durissimo. Una linea che ha scatenato non solo la guerra con la magistratura, ma che è stata criticata perfino dagli avvocati. Alla fine, nel 2024, i giudici del Csm hanno assolto i magistrati della corte d’appello di Milano. Un ulteriore ko, pertanto, per Bartolozzi. Che pure nella gestione del caso Almasri, a suon di «basta! Basta! Segnati su Signal», non ha dato il meglio di sé.
Sembra quindi che i consigli dell’ex magistrata non portino fortuna a chi li riceve. Solo in un caso la zarina, o meglio chi le sta vicino, pare averla fatta franca: Bartolozzi è sposata con
l’avvocato, ex uomo della giunta guidata da Musumeci, Gaetano Armao, di cui a marzo Domani ha passato in rassegna debiti e case all’asta. Anni fa il marito forzista e giurista di “lady Bartolozzi” aveva dovuto affrontare un altro caso ingarbugliato nato da un esposto firmato dall’ex moglie che avrebbe dovuto ricevere gli alimenti dopo la separazione.
Ma intervenne il tribunale di Palermo con il pignoramento dello stipendio del politico a favore della nuova compagna Giusi, con cui aveva firmato una scrittura privata. La decisione del tribunale impedì così alla prima moglie di ottenere quanto le sarebbe spettato. Un suggerimento di Bartolozzi?
Su Bartolozzi, a fronte di quanto emerso dalle carte del Tribunale dei ministri, potrebbero presto accendersi i fari della procura capitolina. A incastrarla sarebbero del resto tutte quelle «dichiarazioni mendaci» che la “ministra ombra” avrebbe reso davanti alle tre giudici del collegio speciale.
Al ministero è di conseguenza allo studio quello che sembrerebbe l’unico appiglio possibile, in punto di diritto, per evitare gli scenari più neri: il comma 3 dell’articolo 9 della legge costituzionale sul Tribunale dei ministri che prevede che, se il reato viene commesso da più soggetti in concorso tra loro, è l’assemblea a indicare a chi «anche se non ministro o parlamentare» si estenda il «diniego». E, vista la portata delle note stampa inviate da Nordio per “proteggere” la «sua ministra», si può dire che il guardasigilli sia disposto a tutto pur di salvarla
(da Domani)
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