SU GARLASCO SPUNTA LA PISTA DEL RICATTO SESSUALE AL PRETE : NEL 2014 LA DIOCESI DI VIGEVANO PAGÒ 250MILA EURO A DUE ROMENI PER TENERE NASCOSTI ALCUNI PRESUNTI FILMATI REGISTRATI NELLA CAMERA DA LETTO DI DON GREGORIO VITALI, RETTORE DEL SANTUARIO DELLA BOZZOLA DI GARLASCO ED ESORCISTA
CHE C’ENTRA CON CHIARA POGGI? UNO DEI DUE RICATTATORI ORA RIVELA A “CHI L’HA VISTO” CHE LA RAGAZZA, UCCISA IL 13 AGOSTO 2007, AVEVA SCOPERTO UN GIRO DI SCANDALI SESSUALI LEGATI AL SANTUARIO DELLA MADONNA DELLA BOZZOLA
Chiara Poggi aveva scoperto un giro di scandali sessuali legati al Santuario della Madonna della Bozzola, e da lì sarebbe partita la vicenda che si sarebbe conclusa il 13 agosto 2007 con la sua morte. Lo sostiene un latitante in un documento che Federica Sciarelli mostra a “Chi l’ha visto?” nella puntata del 21 maggio su Rai3.
Tutto ruoterebbe intorno a un “segreto” che la città di Garlasco custodirebbe da 18 anni. Nel giugno 2014 a Vigevano, nei locali della diocesi, un carabiniere travestito da religioso vede due uomini romeni parlare col promotore di giustizia inviato dal Vaticano per capire cosa stia succedendo.
“I due uomini chiedono al prete 250mila euro per non far scoppiare uno scandalo, e gli fanno sentire un audio del rettore del Santuario della Bozzola di Garlasco. I contenuti sono a sfondo sessuale” spiega il servizio a cura di Vittorio Romano in riferimento a presunti filmati registrati nella camera da letto del religioso, che si sarebbe intrattenuto con diversi giovani.
L’uomo in questione è Don Gregorio Vitali, che non è solo un prete ma anche un esorcista. Dal 1991 è rettore del Santuario, “luogo nel quale ogni mercoledì arrivano fedeli da ogni dove per la preghiera di guarigione e liberazione, una sorta di esorcismo in pubblico”.
È lui a fare il famoso appello all’assassino di Chiara Poggi dopo il delitto dicendo: “Mi meraviglio di come riesca a tenere dentro di sé questo macigno”.
Il religioso, inoltre, ha fondato diverse comunità di recupero per giovani in difficoltà, orfani, tossicodipendenti, alcolisti. Una di queste sorge proprio accanto al Santuario.
“Il rumeno – prosegue Romano – che chiede 250mila euro fa sentire un audio compromettente ma sostiene di avere anche video di festini in una chiavetta usb, probabilmente millanta”.
Come nasce l’inchiesta sui ricatti hot? Qualcuno denuncia? L’avvocato Roberto Grittini risponde: “Nessuno: né le parti offese, cioè i preti, né chi era a conoscenza. È stato un confidente dei carabinieri di Vigevano che,
interpellato nel contesto di un’indagine per rapina, racconta di queste anomalie nel Santuario”.
Don Gregorio, parte offesa nel processo, ammette un solo rapporto e gli viene proibito di celebrare messa. I clienti di Grittini sono stati condannati per estorsione, ma il materiale con i festini hot lo avevano davvero?
“Lo han sempre sostenuto, di fatto i video non sono mai stati forniti. C’era un audio che riproduceva conversazioni hot”. I rumeni alla fine hanno preso i soldi, ma perché è stato comprato il silenzio – ci si chiede – se i filmati non esistevano? “Evidentemente li avevano e si sentivano forti” replica l’avvocato.
Malgrado sia latitante, il programma di Rai3 è riuscito a sentire telefonicamente uno dei due: “Poggi aveva scoperto il giro e aveva detto che avrebbe parlato, da lì è partito tutto”. Parole da prendere con cautela visto il profilo criminale del soggetto e l’assenza di riscontri, come sottolinea il giornalista.
Al rientro dal filmato, Romano fa notare che quando i Carabinieri operano sul pc di Alberto Stasi eliminano il contenuto del cestino. “Questo è uno degli errori giudiziari della prima inchiesta sul delitto di Garlasco” sottolinea in collegamento dal comune pavese.
“Un errore macroscopico, quando il pc viene consegnato ai Carabinieri sovrascrivono dei dati. Sapete perché ci occupiamo del suo computer? Perché il delitto è senza movente, il giudice dice ‘Chiara era diventata scomoda, aveva scoperto una verità scomoda’, ma quale?
Si è indagato a lungo sul pc di Stasi per capire se lì ci fosse qualcosa, un segreto non divulgabile che coinvolgeva chissà quante persone. Nella perizia si legge che alcuni file di quel computer sono stati cancellati. Mentre alcuni file possono essere stati sovrascritti per errore, come fai a sbagliarti quando cancelli tutto ciò che è nel cestino?” si domanda Romano gettando un’ombra inquietante sul caso ancora irrisolto dopo 18 anni.
(da Il Fatto Quotidiano)
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