SUI REATI DEGLI IMMIGRATI NUMERI INVENTATI E RELATIVE BALLE DI SALVINI: REATI DIMINUITI DEL 9,2%, DENUNCE CONTRO ITALIANI + 7,4%, CONTRO STRANIERI – 1,7%
ANCORA IERI SERA SALVINI HA SPARATO NUMERI SPACCIANDOLI PER QUELLI DEL MINISTERO DEGLI INTERNI… MA I DATI UFFICIALI SMASCHERANO IL SEMINATORE DI ODIO: ECCOLI
Sentiamo ripetere in maniera ossessiva che, nonostante i dati reali suggeriscano esattamente il contrario, c’è un diffuso senso d’insicurezza nell’opinione pubblica e che bisogna farsene carico.
Per questo bisogna riportare nel dibattito pubblico elementi di realtà e chiedere che per lo meno questi abbiano uno spazio pari a quello che viene destinato ai predicatori d’odio, ai produttori di fake news, a coloro che costruiscono la loro fortuna elettorale contro i rifugiati e i migranti
Gli stranieri presenti in Italia, regolari e irregolari, secondo le stime dell’ultimo rapporto Ismu, sono circa 6 milioni (5.958.000 al 1 gennaio 2017), l’8,8% della popolazione totale.
L’8,2% di questi (circa 491mila persone), si tratta sempre di una stima, sono irregolari. Rispetto agli anni precedenti la crescita del numero di stranieri in Italia è stata pressochè stabile (intorno al 1,5%), salendo al 5% se includiamo nel calcolo anche coloro che hanno ottenuto da poco la cittadinanza italiana (il 40% dei quali sono minori diventati cittadini “per trasmissione dai genitori, oppure, se nati in Italia e residenti continuativamente, per opzione una volta divenuti maggiorenni” — XXIII Rapporto Ismu sulle migrazioni 2017).
Nessuna invasione quindi, ma lenta crescita favorita da processi di integrazione.
Per quanto riguarda la criminalità nel nostro paese, tutti i principali istituti statistici, in linea con i dati forniti dal Ministero dell’Interno, registrano una diminuzione di tutti gli indicatori dei reati commessi nel 2017: -9,2% dei delitti in generale, -11,8% degli omicidi, -11% delle rapine, -9,1% dei furti.
Eppure l’Italia resta una delle nazioni più militarizzate al mondo, con il più alto numero di forze dell’ordine pro capite dopo Russia e Turchia.
Ma che relazione esiste tra criminalità e stranieri dal punto di vista statistico?
In realtà quasi la stessa che esiste tra italiani e criminalità , anzi leggermente più positiva.
Come si legge nel Dossier Statistico Immigrazione 2017 “il tasso di criminalità per 100mila abitanti è più basso tra gli stranieri che tra gli italiani (500,26 per i primi e 1.076,50 per i secondi); inoltre, l’archivio interforze del Ministero dell’Interno attesta che, sia per gli uni che per gli altri, nel 2016, le denunce sono diminuite rispetto all’anno precedente, mentre nel periodo 2008-2015, secondo Eurostat, quelle contro italiani sono aumentate del 7,4% e quelle contro stranieri sono diminuite dell’1,7%”.
I dati cui si riferiscono i predicatori d’odio per alimentare il senso d’insicurezza verso gli stranieri sono quelli riferiti alla popolazione carceraria, assumendoli come rappresentativi della propensione al crimine degli stranieri.
In effetti le nostre galere ospitano 19818 detenuti di altra nazionalità su 58087 totali (circa il 34% del totale secondo i dati del Ministero della Giustizia): nel 2015, secondo gli ultimi dati disponibili del Consiglio D’Europa, i detenuti stranieri in Europa erano il 10,8% della popolazione carceraria totale. In Italia, quindi, siamo quasi 25 punti percentuali sopra la media.
Ma sono almeno due gli aspetti che vengono deliberatamente taciuti da chi fa dell’intolleranza una leva politica per i propri successi elettorali.
Il primo è l’impossibilità per gli stranieri irregolari, che diversi studi attestano essere tra il 70% e il 90% della popolazione straniera carceraria, di accedere a misure alternative al carcere, non potendo per esempio, indicare un domicilio: secondo i dati Istat, su 19795 detenuti stranieri nel 2017, 8082 erano “a disposizione delle autorità ” (in attesa di primo giudizio, appellanti, ricorrenti, etc.): il 40% del totale.
Il secondo è relativo alla condizione stessa di irregolarità , che di per sè diventa reato: uno status prodotto per legge (Bossi-Fini, reato di clandestinità ) che ha portato migliaia di stranieri in carcere negli ultimi anni e ha intasato i tribunali senza che alcun comportamento penale fosse stato messo in atto dalle persone.
Come si vede, quindi, non esiste alcuna propensione al crimine degli stranieri.
Al contrario, i dati dimostrano che l’integrazione sociale e l’inclusione sono l’unica strada per contrastare la discriminazione e l’illegalità .
L’irregolarità , le leggi e i provvedimenti discriminatori, per chiari fini elettorali, forniscono leve alla criminalità organizzata, alla delinquenza, al caporalato, ponendo le persone ai margini della società : ed è proprio questa marginalità che va contrastata, tanto per gli italiani che per gli stranieri.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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