TANGENTI, PERQUISITI UFFICIO E CASA DEL LEGHISTA MAX BASTONI
SI INDAGA SU PRESUNTA MAZZETTA PAGATA DALL’IMPRENDITORE PAGANELLI, ARRESTATO UN ANNO FA PER LE TANGENTI ENAC, AL POLITICO DEL CARROCCIO
Perquisiti ufficio e abitazione di un esponente milanese della Lega, Max Bastoni. L’ipotesi della procura di Milano è che abbia incassato una tangente da un imprenditore romano.
Così il partito di Umberto Bossi torna al centro di inchieste della magistratura, dopo i casi dell’ex presidente del consiglio regionale lombardo Davide Boni, del tesoriere Francesco Belsito e dei fondi pubblici utilizzati per finanziare i figli di Bossi e il suo “cerchio magico”.
Le perquisizioni, chieste dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo, sono state eseguite dagli uomini della Guardia di finanza, alla ricerca di elementi su una tangente che sarebbe stata pagata da Viscardo Paganelli, l’imprenditore proprietario della Rotkopf, arrestato a Roma un anno fa, nel giugno 2011, per le tangenti Enac, l’ente nazionale per l’aviazione civile.
Uno stralcio dell’indagine romana del pm Paolo Ielo è approdata a Milano, per una mazzetta che sarebbe stata versata alla Lega.
A riceverla, secondo le ipotesi d’accusa, Max Bastoni, consigliere comunale a Milano, in corsa per diventare segretario milanese del partito.
Nel marzo scorso, Bastoni ha perso per soli dieci voti il congresso provinciale della Lega, vinto per un soffio da Igor Iezzi, “barbaro sognante” della corrente che fa riferimento a Roberto Maroni e, a Milano, Matteo Salvini.
Bastoni era sostenuto invece da Davide Boni e Mario Borghezio.
Con quest’ultimo aveva fondato, già del 1998, i “Volontari verdi”, associazione impegnata nelle ronde e nel contrasto agli immigrati extracomunitari.
Gianni Barbacetto
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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