“TANTO VALEVA METTERLI A DORMIRE IN HOTEL, GLI VENIVA PIÙ COMODO”: L’AMAREZZA DEI GENITORI DI MARTINA ROSSI, DOPO LA DECISIONE DEL TRIBUNALE DI SORVEGLIANZA DI FIRENZE DI CONCEDERE LA SEMILIBERTÀ A LUCA VANNESCHI E ALESSANDRO ALBERTONI
I DUE TRENTENNI SONO STATI CONDANNATI PER IL TENTATO STUPRO DELLA RAGAZZA, MORTA NEL 2011 DOPO ESSERE PRECIPITATA DALLA FINESTRA DI UN HOTEL DI MAIORCA… “NON POSSO PERDONARE. DURANTE IL PROCESSO NON HANNO MOSTRATO PENTIMENTO”
Il tribunale di sorveglianza di Firenze ci ha messo undici mesi a stabilire che i due devono scontare la pena in prigione. Respinta la loro richiesta di messa in prova ai servizi sociali, che non andava bene nemmeno alla procura generale.
Ma Albertoni e Vanneschi non rimarranno dietro le sbarre a tempo pieno: di giorno potranno svolgere un lavoro, per poi rientrare in carcere la sera. Semilibertà quindi. Una decisione che Bruno Rossi e Franca Murialdo, genitori della ragazza, commentano da Imperia con amarezza: «Tanto valeva metterli a dormire in hotel, gli veniva più comodo».
Per Bruno Rossi e Franca Murialdo «sembra quasi che siamo noi a voler torturare i due ragazzi, ma è l’ultima cosa che vogliamo. Il problema è che questi evidentemente vivono senza conoscere la dimensione del male. La semilibertà per loro è un mezzo premio, e non è meritato. Sarei stato più felice se fossero rimasti in carcere e mi chiedo: quali lavori potranno fare? Uno correva in moto, l’altro non mi risulta abbia mai lavorato. Ma il problema non sono soltanto loro, è tutto il loro paese, sono le istituzioni locali che in questi anni li hanno protetti come fossero vittime. C’è una sentenza della Cassazione che dice che hanno tentato di violentare una 20enne e con il loro comportamento l’hanno uccisa (il reato di morte come conseguenza di altro delitto è andato in prescrizione, ndr ). Sono forse loro due le vittime? O lo è una ragazza innocente?».
(da agenzie)
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