LIBERI TUTTI (MA IL COVID NON È SCOMPARSO)
ORA VOGLIONO ABROGARE L’ISOLAMENTO DOMICILIARE DEI POSITIVI ASINTOMATICI, INTANTO PERÒ L’EFFETTO DEI FOCOLAI SCOLASTICI FA AUMENTARE I CONTAGI, E ALCUNI GOVERNATORI PENSANO DI REINTRODURRE L’OBBLIGO DI MASCHERINA
Spinta dai focolai scolastici, l’onda autunnale continua a montare anche se la crescita sembra un po’ meno decisa di quella riscontrata qualche giorno fa, con un più 30% circa di casi in sette giorni contro il più 40% della settimana scorsa.E confortati da un tasso di letalità del Covid sempre più basso, oltre che da una riconfermata efficacia dei vaccini nel prevenire le forme gravi di malattia, gli esperti vicini al centrodestra, capitanati dal virologo del San Martino di Genova, Matteo Bassetti, suggeriscono: abrogate l’isolamento domiciliare dei positivi asintomatici, imponendo casomai l’obbligo di girare con le Ffp2 e quello di tenersi alla larga dagli assembramenti fino a che non ci si negativizza.
Un’idea che il nuovo esecutivo potrebbe far propria, perché oggi bloccati in casa per il Covid ci sono 491 mila italiani, ma il loro numero sta crescendo abbastanza rapidamente e in un’economia già stressata da inflazione e caro bollette, tenere in malattia un milione e mezzo di persone, come nel gennaio scorso, sarebbe un po’ come spargere sale su una ferita.
Altri esperti sono invece più prudenti. In testa quelli del ministero di Speranza, che nei giorni scorsi hanno inviato una circolare ai tecnici delle Regioni per aver un loro parere, nella quale si suggerisce di imporre di nuovo le mascherine nei luoghi affollati e di tornare alla quarantena dei contatti stretti dove il quadro epidemiologico dovesse peggiorare oltremodo.
Il ministro uscente ha deciso di non firmare, lasciando la patata bollente a chi gli succederà. Ma diversi governatori, anche del centrodestra, come il piemontese Cirio, sono spaventati dalla situazione e potrebbero optare per il dietrofront, tornando alle mascherine almeno sui mezzi di trasporto.
Soprattutto se l’ondata in atto, anziché raggiungere rapidamente il suo picco, dovesse inerpicarsi verso l’alto più decisamente.
Intanto ieri si sono contati 43.716 contagi, meno di venerdì ma 10 mila in più di quelli contegiati sette giorni prima, rispetto ai quali è più corretto fare il confronto. E in rapido aumento sono anche i ricoveri. In particolare quelli nei reparti ordinari, ieri altri 110 letti in più occupati da positivi al Covid, per un totale di 5.489. Numero ancora gestibile, mentre oltre i 10 mila gli ospedali iniziano ad andare in affanno, come i precedenti insegnano.
A far peggiorare la situazione ha sicuramente contribuito la riapertura delle scuole. Il bollettino epidemiologico diffuso ieri dall’Iss rileva infatti un aumento dei casi in età scolare, passati ad essere in una settimana dal 14,9 al 17,5% dei contagi totali, con una incidenza maggiore tra i 12 e i 19 anni.
Da qui l’appello del dg dello Spallanzani, Francesco Vaia: «Il nuovo governo metta come priorità quella di occuparsi della ventilazione meccanica nei luoghi affollati», come appunto le scuole. Il bollettino dell’Iss offre però la sponda anche al partito degli aperturisti, rilevando il crollo della letalità da Covid, che era del 19,6% nell’era pre vaccini, è crollata allo 0,2% nel gennaio con Omicron, per dimezzarsi ora allo 0,1%. Mentre i vaccini, quando si fa il booster, continuano a proteggere all’82,5% dalle forme gravi di malattia. Come dire: più iniezioni e meno obblighi.
(da La Stampa)
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